Elon Musk vuole trasformare SpaceX (anche) in un operatore mobile
- Postato il 16 settembre 2025
- Di Panorama
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Archiviata la breve e travagliata esperienza politica, Elon Musk è tornato a fare quello che sa fare meglio di tutti, l’imprenditore. E una delle sue ultime mosse, l’acquisizione per 17 miliardi di dollari dello spettro radio appartenente alla società EchoStar, lascia presagire un’entrata di SpaceX nel mercato della connettività mobile.
Lo spettro EchoStar e la visione di Musk
La stessa scelta dello spettro radio da acquisire è stata strategica, trattandosi di frequenze compatibili con i chipset degli smartphone di prossima generazione. Musk intende trasformare questi “canali” in una dorsale satellitare capace di parlare direttamente ai telefoni, superando le zone d’ombra che ancora affliggono le reti terrestri.
Secondo SpaceX, oltre 650 satelliti Starlink già in orbita dispongono di payload “direct-to-cell”, ovvero sono in grado di comunicare con gli smartphone; i lanci dei prossimi mesi ne porteranno in quota qualche migliaio, aumentando di venti volte la capacità della costellazione.
La smania di Musk non è però fine a sé stessa: l’obiettivo è un servizio globale che fonda connessione domestica, mobilità e-IoT in un’unica offerta, creando un vero “operatore orbitale” in grado di erogare banda larga, voce e messaggistica anche in mezzo all’oceano o nel deserto.
Il patron di SpaceX ha spiegato al podcast All-In che ci vorranno almeno due anni perché i principali produttori inseriscano nei telefoni i modem compatibili e che, nell’immediato, la priorità resterà la copertura d’emergenza via SMS. Intanto però, l’operazione EchoStar ha ricevuto il plauso di Brendan Carr, presidente della Commissione federale per le comunicazioni degli Stati Uniti, che l’ha definita un «potenziale punto di svolta» per la connettività rurale.
L’espansione di SpaceX e gli scenari futuri
La mossa strategica di Starlink, che ad oggi conta 8,5 milioni di abbonati e, secondo Morgan Stanley, genera circa il 70% dei 15,9 miliardi di dollari di ricavi stimati per SpaceX in questo anno, arriva in un periodo di intensa attività per l’ecosistema Musk.
A Wall Street, Tesla ha registrato un balzo del 6% dopo l’annuncio di un riacquisto di azioni da parte di Musk per 1 miliardo di dollari. Gli analisti del settore, tuttavia, invitano alla cautela: «Il vero ruolo di Starlink sarà probabilmente quello di integrarsi con i grandi operatori, offrendo copertura satellitare ovunque, più che sostituirli» spiega Jeff Moore di Wave7 Research.
Il modello che si profila rafforza gli operatori esistenti, consentendo loro di estendere la rete senza investire in torri nelle aree a bassa densità; in cambio, Starlink ottiene accesso a licenze nazionali, core di rete e canali di vendita.
Musk stesso parla di un progetto di lungo termine destinato a far confluire internet domestico e mobile in un solo ecosistema, un po’ come accade con X, l’app che il patron di Tesla aspira a rendere “totale”, con un IA integrata, metodi di pagamento e molto altro ancora, in quella che vuole essere una replicazione dell’esperienza della cinese WeChat.
Se la scommessa riuscirà, l’utente finale avrà un account unico: a casa navigherà tramite parabola, in viaggio passerà in modo impercettibile al satellite, in città si aggancerà alla rete 5G, tutto senza cambiare operatore. I tempi, però, saranno lunghi: servono chipset multibanda, autorizzazioni regolatorie in decine di Paesi e soprattutto un modello di business che eviti di saturare la costellazione nei grandi centri urbani.
Nel frattempo, T-Mobile negli Usa, Rogers in Canada e Optus in Australia stanno già testando la messaggistica d’emergenza via Starlink. Per le compagnie di telecomunicazione tradizionali la partita non è dunque di sopravvivenza di fronte all’uragano Musk, ma di alleanza: chi saprà integrare per primo la componente orbitale potrà offrire “copertura totale” e ridisegnare il proprio vantaggio competitivo nell’era della connettività ubiqua.