Elly Schlein alla scoperta degli imprenditori che non vogliono vederla arrivare
- Postato il 28 gennaio 2025
- Di Libero Quotidiano
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Elly Schlein alla scoperta degli imprenditori che non vogliono vederla arrivare
Poiché il mondo del lavoro non l'ha ancora vista arrivare - e forse è la sola ragione per la quale i dem sono saliti nei sondaggi -, Elly Schlein, a due anni dalla conquista della segreteria, è partita per un tour. Scopo: farsi conoscere dagli imprenditori, abituati a scorgerla solo sui palchi del gay pride piuttosto che alla testa di cortei sindacali.
Beninteso, la candidata dall'opposizione a sfidare Giorgia Meloni per Palazzo Chigi non ha nulla da dire, e tantomeno da insegnare, alle cosiddette piccole e medie imprese. Il suo è un giro d'ascolto, per sentire le sensibilità, tastare i polsi. Forse un po' tardivo, visto che solitamente il politico prima si prepara ed elabora una proposta e solo poi si candida. Nel Pd però non funziona così. Lì si va al rovescio: prima l'incarico, quindi la stesura di un programma e alla fine, forse, lo studio. E poi c'è l'esigenza di far capire che la segretaria è diversa dal leader della Cigil, Maurizio Landini, dal quale Elly ha capito che deve prendere le distanze, se non vuole che mezzo partito le volti le spalle.
Fatale che l'imprenditore, quando incontra Elly che gli vuol parlare, faccia la stessa espressione di Corrado Guzzanti che prova a dialogare con l'aborigeno per poi concludere: «Ma aborigeno, io e te, che c... abbiamo da dirci?». Niente, parliamo linguaggi che non possono comunicare e stiamo agli antipodi, uno nella realtà del lavoro, l'altra nel bla-bla dei principi. Hai voglia infatti a spiegare i problemi di chi deve confrontarsi ogni giorno con il mercato a (Clarab)Elly, perla quale le aziende sono quote rosa, rispetto della diversity, abbattimento delle barriere, diritit e diritti, e salari da alzare, a prescindere dal valore del bene che si produce, che poi è la voce che determina il prezzo della prestazione.
Non che si voglia infierire, per carità. Sono fatti. Nel settembre scorso, Elly lanciò il suo autunno militante. Chi l'ha visto? Per la cronaca, la sola cosa che ha fatto è mobilitarsi per promuovere un referendum contro l'autonomia. Bocciato dalla Corte Costituzionale. Alla voce lavoro, l'idea su cui la segretaria puntava era la riduzione dell'orario a parità di salario, progetto di oltre vent'anni fa dell'infausto Bertinotti, fallito ovunque.
L'alternativa, perla signora, è aumentare il salario a parità di orario. Tutta una questione di misure, in cui manca quella principale: quanta ricchezza crea il lavoratore e come aumentarlo.
Esilarante la politica industriale, sempre lanciata agli albori dell'autunno militante: puntare tutto sulla conversione ecologica, dalla quale il mese successivo perfino l'Unione Europea ha iniziato a prendere le distanze. E poi in Italia il problema non è convertire le fabbriche, ma non farle chiudere, dacché i nostri marchi storici hanno venduto alle multinazionali straniere che i predecessori di Schlein non sono riusciti a trattenere in Italia. Chissà se Elly, all'imprenditore intende paventare anche la patrimoniale, cavallo di battaglia della casa anche prima del suo arrivo...
Forse la soluzione al mistero l'ha fornita un sondaggio pubblicato ieri da Repubblica, che chiedeva agli elettori dei vari partiti quale fosse la caratteristica più importante per un buon politico. Alle voci “capire i problemi della gente” i fan del Pd si sono classificati ultimi. Ma questa è la bella notizia, perla segretaria. Quella brutta è che l'elettore dem, secondo solo a quelli di Calenda e Renzi, sogna un leader capace e competente. E questo suona molto come un avviso di sfratto all'attuale inquilina del Nazareno.
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