Elkann scarica Leclerc e Hamilton ma il flop Ferrari è solo colpa sua

  • Postato il 11 novembre 2025
  • Di Panorama
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La Ferrari è un patrimonio della nostra nazione che sopravvive a decenni di insuccessi. Sono passati diciotto anni dall’ultimo titolo Mondiale di Formula 1 vinto da un pilota alla guida di una Rossa, era il 2007 e la firma era stata quella di Kimi Raijkkonen. Ancora più lontani i tempi d’oro, a inizio anni 2000 con le cinque vittorie consecutive firmate da Michael Schumacher. Eppure il mito del marchio inventato da Enzo Ferrari resiste a tutto, milioni di tifosi con addosso le maglie rosse invadono gli autodromi di tutto il mondo, Monza è il tempio dei fans che nonostante tutto sperano sempre in un successo di un pilota che guida una macchina di Maranello. Ma la realtà del 2025 è tristissima, nessun gran premio vinto, prestazioni imbarazzanti e ci mancavano solo le dichiarazioni di John Elkann che si è accorto del disastro del team dopo 21 gran premi e l’unica cosa che è stato capace di fare è stato attaccare i suoi piloti.

Autogol incredibile

Non è un bel momento per il numero uno di Exor nè a livello personale e tanto meno per i ruoli che ha nelle aziende che dirige. Lui, il fratello Lapo e la sorella Ginevra  sono stati indagati per truffa ai danni dello Stato e evasione fiscale, dopo che è stata scoperta una massa ereditaria e dei redditi non dichiarati, e per questo John ha accettato la “messa alla prova” dopo aver pagato 183 milioni di euro. Per quanto riguarda Stellantis, la gestione di Elkann ha privilegiato i dividendi agli azionisti a discapito degli investimenti industriali e dell’occupazione, e la fusione Fca-Psa ha comportato una perdita di controllo decisionale per l’Italia. Poi c’è l’aspetto sportivo e qua le cose vanno ancora peggio. Da quando ha fatto fuori il cugino Andrea Agnelli la Juventus ha rimediato solo figuracce in Italia e in Europa. Non vince lo scudetto da cinque stagioni, brucia allenatori in continuazione (dopo Sarri che ha vinto lo scudetto Pirlo, Allegri, Thiago Motta, Tudor e ora Spalletti), nello stesso periodo sono stati buttati 600 milioni di euro.

Hamilton e Leclerc

Poi c’è la Ferrari e qui dal punto di vista sportivo Elkann è riuscito a fare ancora peggio. Invece di pensare allo sviluppo della macchina e puntare tutto su un pilota di grande talento come Charles Leclerc alla fine della scorsa stagione Elkann ha voluto a tutti i costi portare a Maranello Lewis Hamilton, ingaggio da 60 milioni l’anno. Un pilota di quarant’anni che ha già vinto sette titoli mondiali non può più avere grandi stimoli e l’inglese ha confermato la facile previsione degli scettici. Non si è mai neanche avvicinato ai tempi di Charles Leclerc, in compenso si è sempre lamentato delle prestazioni della macchina. Per tutta la stagione Leclerc e Hamilton hanno sottolineato i problemi della macchina, un’evidenza chiara a tutti. E resta inspiegabile la decisione di Elkann di confermare il team principal Vasseur anche per la prossima stagione. Non c’è stata evoluzione della macchina, i pochi risultati ottenuti sono stati tutti merito di Leclerc, l’unico che ha dimostrato di essere all’altezza del mito Ferrari. Un mito ancora calpestato da Elkann che ha voluto far sentire la voce del padrone in clamoroso ritardo: “Abbiamo bisogno di piloti che pensino più alla Ferrari e meno a se stessi, parlino meno e si concentrino sulla guida”. Quando i piloti (o i calciatori) si lamentano è perchè chi gestisce il team non ha la forza di tenere tutto sotto controllo. Negli ultimi anni a Maranello hanno fallito fuoriclasse del volante come Fernando Alonso e Sebastian Vettel. John Elkann si chieda perchè. La risposta è facile, senza una macchina all’altezza nessun pilota, neanche il più bravo fa miracoli. E’ ovvio che a Maranello operai e ingegneri lavorano col massimo impegno, ma il problema è nella scelta degli uomini guida. Ecco perchè non ha senso prendersela con Leclerc e Hamilton.

Autore
Panorama

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