Elkann e la giostra Juventus: bruciati dirigenti, allenatori e soldi

  • Postato il 28 ottobre 2025
  • Di Panorama
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C’era una volta la Juventus granitica e piantata nelle sue radici. Solida e inscalfibile, vincente quasi sempre e mai rassegnata alla mediocrità. Un lungo filo rosso teso attraverso periodi lunghi come ere (calcistiche) geologiche. C’era una volta quella Juventus e adesso non c’è più. È diventata una sorta di albergo con porte girevoli continuamente in movimento, sinonimo di improvvisazione e anticamera di sconfitte.

Il balletto degli allenatori – Spalletti sarà il numero 6 negli ultimi 52 mesi – è solo il sintomo più visibile ma, non per questo il più preoccupante della malattia che ha colpito il mondo Juventus. Tudor è stato cacciato per le sue colpe, indiscutibili, così come era capitato a quelli prima. Ma il tecnico croato, così come quelli che lo hanno preceduto, non è l’unico responsabile del disastro.

Juventus, dal 2021 a oggi l’alternanza di dirigenti e allenatori

La Juventus di John Elkann, innestata sull’ultimo periodo di quella di Andrea Agnelli, assomiglia a un’azienda esposta ai venti di cambiamenti frequenti ed eccessivi. In rapida sintesi: dal giorno 1 luglio 2021, nomina di Maurizio Arrivabene ad amministratore delegato per rimettere a posto conti che non tornavano, al 7 novembre prossimo (data dell’assemblea che sancirà la promozione di Damien Comolli a capo azienda), la Juventus ha alternato 2 presidenti, 3 amministratori delegati, 4 direttori sportivi o football director o come volete chiamarli e – appunto – 6 allenatori compresi i traghettatori Montero e Brambilla.

Montagne russe da farsi venire il capogiro e, infatti, la Juventus di John Elkann ha completamente smarrito in questo periodo storico la retta via della competitività. Il balletto di nomi, ruoli, deleghe e promozioni ha lasciato in eredità la miseria di una coppa Coppa Italia firmata da Allegri nel maggio 2024, quella dell’esplosione di ira contro Giuntoli e del licenziamento per giusta causa. In campionato solo affannose rincorse alla qualificazione in Champions League, tra terzi e quarti posti poco sopra quota 70 punti. In Europa nulla di meglio di un ottavo di finale in Champions League (stagione 2021-2022) e della semifinale di Europa League del 2023, come conseguenza di un’umiliante prima fase nella coppa più grande. Fine dei giochi.

Elkann, tutti i soldi investiti (e bruciati) nella Juventus

Esiste un evidente problema di gestione del club e siccome l’unico tratto in comune degli ultimi 52 mesi sono la proprietà e la figura di Elkann, è lì che vale la pena puntare i riflettori. Se c’è una cosa che non è mai mancata alla Juventus, è stato l’apporto finanziario del padrone: un miliardo di euro investito negli ultimi otto anni. Visti i risultati, però, si tratta di un’aggravante e non di un’esimente.

La Juventus di Elkann ha bruciato una quantità enorme di denaro per tornare sempre al punto di partenza. Dire che sia stato tutto effetto delle ultime scelte della presidenza Agnelli può essere comodo, ma non aiuta a centrare il punto che è la mancanza di stabilità e progettualità di una società perennemente condannata a vivere l’anno zero. La sintesi dei numeri non lascia scampo: Nei 52 mesi delle porte girevoli la Juventus ha speso oltre 700 milioni di euro in mercati fallimentari (nessun altro si è potuto permettere questo lusso nel calcio italiano) e ha accumulato perdite per 621. Ora si parte con un nuovo giro di giostra e i tifosi bianconeri incrociano le dita perché sia l’ultimo, almeno per un po’.

Autore
Panorama

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