Elezioni Regionali: nessuna sorpresa dalle urne, Veneto alla destra, Campania e Puglia alla sinistra, ma il vero nemico è l’astensionismo

  • Postato il 24 novembre 2025
  • Di Panorama
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Archiviata anche questa tornata di elezioni regionali è tempo di iniziare a tirare le somme delle ultime consultazioni. Partiamo dal dato più preoccupante, che accomuna Veneto, Puglia e Campania, e ripresentatosi con continuità negli ultimi anni elettorali: l’astensionismo.

L’astensione continua a crescere

La tendenza inquietante che accompagna gli ultimi appuntamenti con le urne nel nostro Paese è stata ancora una volta confermata. L’affluenza definitiva registra un crollo preoccupante in tutte e tre le regioni, con dati che lasciano poco spazio all’interpretazione e segnalano una frattura sempre più profonda tra il corpo elettorale e la politica italiana.

In Campania il dato definitivo si attesta al 44,06% degli aventi diritto, un calo di ben undici punti percentuali rispetto alle regionali del 2020, quando aveva votato il 55,52% della popolazione.

La Puglia registra un’emorragia ancora più drammatica di partecipazione, con un 41,83% che rappresenta un calo di quattordici punti rispetto al 56,43% di cinque anni fa.

Ma il dato più critico arriva dal Veneto, dove l’affluenza scende a un preoccupante 44,64%, inferiore di oltre sedici punti e mezzo rispetto al 61,16% del 2020.

Questo non è un fenomeno isolato. La tendenza è risultata evidente già nelle tornate precedenti: si è manifestata durante le elezioni politiche del 2022, dove la partecipazione del 63,9% degli aventi diritto fu un calo del 9% su quelle precedenti, è proseguita con le europee del 2024 (48,31%, -6,19 rispetto alle precedenti) e ora si consolida definitivamente nelle elezioni regionali di questa stagione. Il quadro è chiaro e allarmante.

A ogni turno di consultazioni elettorali, sempre meno cittadini ritengono importante recarsi alle urne.

La Lega resta primo partito in Veneto

Nel Veneto il centrodestra si è imposto in modo netto e inequivocabile, come da attese, con Alberto Stefani che ha conquistato il 61,3% dei voti e che diventerà il nuovo governatore di Regione, succedendo al “Doge” Luca Zaia dopo quindici anni di governo.

Il dato più importante, però, era quello relativo al primo partito. Il Carroccio, in base alla proiezione del ‘Consorzio Opinio Italia per Rai’, si riconferma partito più votato dai veneti, con il 36% delle preferenze, a seguire FdI con il 18,8%. La coalizione di centrodestra nel suo complesso raccoglie il 63,9%, mentre l’opposizione di centrosinistra riesce a contenere al 30,44% il proprio totale.

La premier Giorgia Meloni, attraverso un comunicato ufficiale sui social network, ha voluto esplicitamente complimentarsi con Stefani per la vittoria, qualificandola come il risultato tangibile del “lavoro e della credibilità della nostra coalizione”, Meloni ha colto l’occasione anche per estendere i propri auguri ai vincitori delle altre due regioni, Antonio Decaro in Puglia e Roberto Fico in Campania.

Le regioni si confermano “feudi”

Quello che emerge dalle elezioni regionali di quest’anno, e che si accentua con il risultato della Campania, della Puglia e del Veneto, è un disegno politico cristallizzato. Le regioni italiane appaiono sempre più come fazioni consolidate, veri e propri feudi dove il medesimo polo politico ha preso il controllo e lo mantiene saldamente.

Nel Veneto il centrodestra domina incontrastato da oltre vent’anni, con una stabilità, un buongoverno e una profondità di radicamento che sembrano praticamente incrollabili. Situazione analoga, ma per il centrosinistra, in Emilia-Romagna, in Toscana (quest’ultima Regione è sempre stata governata dalla sinistra) e ora, è il caso di dirlo, in Puglia, dove la sinistra governa dal 2005.

La tendenza all'”infeudamento elettorale” sembra però aver raggiunto un livello superiore, guardando l’intera tornata elettorale che ha coinvolto sette regioni nel 2025 (Marche, Valle d’Aosta, Calabria, Toscana Veneto, Campania e Puglia), il quadro mostra uno schema ripetitivo: laddove presenti, tutti i governatori uscenti sono stati riconfermati, in alternativa la coalizione di riferimento ha comunque trionfato.

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Panorama

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