Elezioni presidenziali in Polonia, il voto della diaspora potrebbe rivelarsi decisivo. L’intervento di Billi (Lega)

  • Postato il 23 maggio 2025
  • Esteri
  • Di Formiche
  • 1 Visualizzazioni

L’affluenza al primo turno delle elezioni presidenziali polacche di domenica 18 maggio ha raggiunto il 67,31%, il valore più alto registrato per un primo turno dal 1989. Un risultato che segna una svolta anche per la partecipazione dei cittadini polacchi residenti all’estero: 509.000 elettori si sono registrati per votare fuori dal Paese, su una diaspora stimata in circa 20 milioni di persone nel mondo. Tra i registrati, ha votato l’89,21%, pari a circa il 2,5% della diaspora complessiva.

Per garantire la più ampia partecipazione possibile, il ministero degli Affari Esteri ha allestito 511 seggi elettorali all’estero, un numero mai raggiunto prima in una tornata presidenziale. I seggi sono stati istituiti dalle autorità consolari e pubblicati ufficialmente almeno tre settimane prima del voto. I cittadini polacchi residenti all’estero potevano esprimere il proprio voto in presenza, recandosi presso le ambasciate, i consolati o altre sedi diplomatiche. Era necessario registrarsi preventivamente entro il 13 maggio attraverso il portale del ministero degli Esteri, oppure contattando direttamente il proprio consolato di riferimento.

In alternativa, chi si trovava temporaneamente all’estero poteva votare utilizzando un certificato elettorale (zaświadczenie o prawie do głosowania), rilasciato dal proprio comune in Polonia, che consentiva di votare in qualsiasi seggio, inclusi quelli all’estero, senza dover risultare registrato presso il consolato. Questo significa che il numero effettivo di votanti all’estero potrebbe essere stato persino superiore a quello dei registrati ufficialmente.

Il voto per corrispondenza non era previsto per queste elezioni

Va ricordato che, secondo il Codice Elettorale polacco, il voto postale (głosowanie korespondencyjne) per i cittadini residenti all’estero è consentito, ma solo in casi specifici e regolati. In passato era previsto principalmente per le persone con disabilità o per chi non poteva recarsi fisicamente al seggio. Durante la pandemia da Covid-19, il governo cercò di estendere questa possibilità a tutti, suscitando polemiche e critiche per presunte violazioni delle norme costituzionali, difficoltà amministrative e di costo. Alla fine, le presidenziali del 2020 furono rinviate e si svolsero con modalità tradizionali, tramite voto fisico nei seggi diplomatici.

Nel contesto attuale, la presenza della diaspora polacca nel mondo resta estremamente rilevante: si stima che circa 20 milioni di persone di origine polacca vivano stabilmente fuori dai confini nazionali. Le comunità più numerose si trovano in Germania, circa 866.000 residenti, Regno Unito, oltre 840.000, Francia, tra 500.000 e 1.000.000, Italia, circa 100.000, Canada, oltre 1,1 milioni e Australia, circa 209.000.

Questi dati non solo confermano la diffusione capillare della diaspora, ma sottolineano anche la necessità di continuare a garantire modalità di voto accessibili, trasparenti e sicure per i cittadini polacchi all’estero.

Per quanto riguarda i risultati del primo turno tra gli elettori fuori dalla Polonia, Rafał Trzaskowski, candidato centrista della Coalizione Civica, ha raccolto il maggior numero di preferenze, ottenendo il 36,8% dei voti (oltre 171.000). È stato seguito da Sławomir Mentzen, esponente dell’estrema destra, con circa il 17% (oltre 77.000 voti), e da Karol Nawrocki, sostenuto dal partito Diritto e Giustizia (PiS), con poco più del 16% (circa 75.000 voti). Trzaskowski ha ottenuto i risultati più rilevanti nelle città con forte presenza della diaspora polacca, come Chicago, New York, Londra e Berlino.

I risultati ufficiali hanno visto Trzaskowski al 31,36% e Nawrocki al 29,54%. Dunque, il secondo turno si terrà domenica 1° giugno, con Trzaskowski e Nawrocki a contendersi la presidenza. In una sfida così equilibrata, il voto della diaspora potrebbe rivelarsi decisivo.

Autore
Formiche

Potrebbero anche piacerti