Elezioni Marche: l’ammucchiata della sinistra non basta, la regione rimane al centrodestra
- Postato il 29 settembre 2025
- Di Panorama
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Si è concluso alle 15 il voto regionale per l’elezione del nuovo Governatore delle Marche. Dopo ore di conteggio delle schede appare ormai chiara la vittoria del Governatore uscente Francesco Acquaroli, che batte dunque il candidato del centrosinistra (+ il Movimento 5 Stelle) Matteo Ricci. Delude l’affluenza, che raggiunge il 50,01% (alle scorse regionali era stata del 59,7%).
il centrodestra si riconferma
La vittoria del presidente uscente Acquaroli rappresenta un significativo consolidamento per il centrodestra, ottenuto nonostante una campagna elettorale del centrosinistra che aveva puntato fortemente sulla riconquista di quella che un tempo era una sua “roccaforte”.
Per l’occasione Pd e compagni erano arrivati al voto con una coalizione ampia, la cosiddetta “Alleanza del Cambiamento”, che riuniva per la prima volta in una competizione regionale non solo il Partito Democratico, ma anche il Movimento 5 Stelle e altre forze minori come Alleanza Verdi e Sinistra, con l’obiettivo esplicito di riconquistare la regione, la classica ammucchiata.
La scelta del candidato era ricaduta su Matteo Ricci, un politico di lungo corso: ex sindaco di Pesaro per dieci anni, ex presidente della provincia e, più recentemente, europarlamentare eletto nel 2024 con un ottimo risultato personale di oltre 106mila preferenze, l’identikit perfetto.
Nonostante questo profilo esperto e un’ampia coalizione, l’esito delle urne ha dato invece ragione al centrodestra. Un chiaro sintomo del clima politico nel Paese dopo tre anni di governo del centrodestra, l’operato del governo convince, anche in un ex fortino rosso come le Marche.
“Affidopoli”, lo scandalo che ha coinvolto Ricci
Uno degli elementi che ha caratterizzato la campagna elettorale è stata l’inchiesta giudiziaria di “Affidopoli”, che ha coinvolto direttamente il candidato del centrosinistra.
Ricci, insieme ad altre 23 persone, è attualmente sotto indagine della procura di Pesaro per la gestione, durante il suo mandato da sindaco, di alcuni appalti per opere pubbliche, come murales e installazioni per eventi cittadini.
L’ipotesi investigativa principale non è un arricchimento personale, ma un vantaggio “non patrimoniale”, ovvero un presunto ritorno in termini di consenso politico ottenuto attraverso l’assegnazione di questi lavori.
L’europarlamentare si era dichiarato “amareggiato e sorpreso”, respingendo sempre ogni accusa, affermando di non aver mai avuto rapporti diretti con le associazioni coinvolte e di aver sempre agito nella massima fiducia verso i suoi collaboratori.
Il ritorno di Vittorio Sgarbi
Un’altra notizia positiva che ha destato particolare attenzione è il ritorno alla ribalta pubblica di Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte, nonché ex sindaco, apparso dimagrito ma sorridente e accompagnato dalla compagna Sabrina Colle, ha condiviso sui social le immagini della sua giornata al seggio, ricevendo numerosi messaggi di affetto dai sostenitori.
La sua presenza ha peraltro un significato politico concreto: aveva preannunciato che in caso di vittoria di Acquaroli si sarebbe reso disponibile come assessore regionale alla Cultura.
La vittoria di Acquaroli nelle Marche si delinea quindi come il risultato di una tenuta del consenso non scontata per il centrodestra, che ha saputo resistere all’assalto dell’autoproclamata “Alleanza per il cambiamento”, con il cambio che è stato rimandato a data da destinarsi.