Elezioni Acquaro, Barilaro non si arrende e ricorre al Consiglio di Stato
- Postato il 31 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Elezioni Acquaro, Barilaro non si arrende e ricorre al Consiglio di Stato

L’ex sindaco di Acquaro, Giuseppe Barilaro, dopo la bocciatura della propria lista da parte del Tar non si arrende e ricorre al Consiglio di Stato: «In gioco la sostanza della democrazia locale»
ACQUARO (VIBO VALENTIA) – Dopo la decisione del TAR che ha escluso la lista guidata da Giuseppe Barilaro, il caso approda al Consiglio di Stato. Al centro del dibattito: la tutela della partecipazione democratica nei piccoli comuni.
È stato depositato nella mattinata odierna il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza emessa dal TAR, che ha confermato la ricusazione della lista “Uniamo Acquaro”, capeggiata da Giuseppe Barilaro. Una vicenda che, pur riguardando un piccolo comune di circa mille abitanti, assume un significato più ampio e profondo per la democrazia locale italiana. Nel ricorso si sottolinea come Acquaro rappresenti una di quelle comunità dove la partecipazione civica ha un valore diretto e concreto: ogni cittadino conosce il proprio vicino e la possibilità di scegliere liberamente i propri rappresentanti costituisce il cuore stesso della vita democratica.
L’esclusione di una lista in un contesto così ristretto — si legge nelle motivazioni — non priva soltanto alcuni candidati del diritto di concorrere alle elezioni, ma nega a un’intera comunità la possibilità di esprimere liberamente la propria volontà democratica. Un atto che ridurrebbe artificiosamente le opzioni di scelta, in una competizione che dovrebbe invece essere la più aperta e pluralista possibile.
ACQUARO, BARILARO RICORRE AL CONSIGLIO DI STATO, LE MOTIVAZIONI
Il ricorso contesta inoltre l’approccio “eccessivamente formalistico” seguito dal TAR, che avrebbe finito per sacrificare la sostanza democratica sull’altare di irregolarità meramente procedurali. Tale impostazione, sostengono i ricorrenti, contrasterebbe con i principi consolidati della giurisprudenza amministrativa, che da sempre privilegiano la “favor partecipationis” e la tutela della rappresentanza effettiva, soprattutto nei piccoli centri dove ogni voce conta e ogni esclusione assume un peso sproporzionato. Ora la decisione passa al Consiglio di Stato, chiamato a valutare non solo la correttezza formale degli atti, ma anche la necessità di salvaguardare il diritto dei cittadini di Acquaro a partecipare pienamente alla vita democratica del proprio paese.
Il Quotidiano del Sud.
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