Egonu, Giannelli, Velasco, De Giorgi ma non solo: perché nel 2025 l'Italia del volley ha vinto tutto

  • Postato il 25 dicembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Come il tennis, forse addirittura di più. C’è uno sport in cui l’Italia spadroneggia in modo assoluto, totalizzante. Tanto tra gli uomini quanto tra le donne. È la pallavolo. Sport in cui gli altri paesi ci ammirano, un po’ ci invidiano, magari tentano – con alterne fortune – di imitarci. Il 2025 è stato un anno magico, forse irripetibile, per i colori azzurri. L’Italia, con le Nazionali e coi suoi club di spicco, ha vinto semplicemente tutto quello che c’era da vincere. Tanto che Gary Lineker potrebbe benissimo rivedere la sua celebre massima – “il calcio è quello sport dove 22 giocatori si danno battaglia per 90 minuti e alla fine vincono sempre i tedeschi” – con “il volley è quello sport dove vincono sempre gli italiani”.

Il 2025, l’anno magico dell’Italia del volley: campioni di tutto

Piccolo riassunto di quanto accaduto nel 2025. A livello maschile la Nazionale di Fefé De Giorgi si è confermata sul tetto del mondo nelle Filippine, dopo aver centrato per la prima volta il podio nella Volleyball Nations League, chiusa con una storica medaglia d’argento. In Champions League ha trionfato Perugia, per la prima volta. Titolo poi arricchito dal recente trionfo mondiale di Giannelli e soci in Brasile. A livello femminile, en plein assoluto. L’Italia di Julio Velasco, già campione olimpica, ha vinto Mondiali e VNL. Conegliano ha fatto sua la Champions League, Scandicci il Mondiale per Club, Novara la CEV Cup e Roma la Challenge Cup, nonostante il club capitolino sia retrocesso in A2.

Volley, Italia al top per strutture, competenze, organizzazione

Possibile che quelli bravi nascano tutti da noi? O ci sono altre ragioni, più profonde, dietro i successi delle squadre italiane? Va sottolineato come il movimento pallavolistico tricolore abbia un’organizzazione con poche eguali al mondo. Forse solo in Giappone e, più recentemente, in Polonia o in Turchia, sono stati messi in piedi strutture simili, a livello logistico e organizzativo. I campionati italiani, nonostante la concorrenza proprio di Polonia (al maschile) e Turchia (al femminile) restano i più visti e seguiti al mondo, ma anche quelli più ricchi di giocatori e stelle. Campionati che, a differenza del calcio e del basket, propongono ancora delle partite “gratis”, fruibili a tutti. Il volley, insomma, resta uno sport “visto”.

La scuola italiana degli allenatori: Blengini, Santarelli e tanti altri

Non è un caso, poi, che gli allenatori italiani facciano scuola ovunque. Sono i più richiesti, pur con le varie differenze hanno una preparazione, metodologie e appeal capaci di far la differenza in ogni angolo nel mondo. Nelle finali mondiali coi maschi De Giorgi ha dovuto battere il suo predecesore, Blengini, Ct della Bulgaria. Velasco quello che potrebbe diventare il suo successore, Santarelli, guru e deus ex machina della Turchia. Ma gli esempi di allenatori italiani vincenti all’estero sono tanti e noti. È la conferma che la tradizione del volley tricolore ha ancora (e chissà per quanto) una marcia in più.

Le stelle del volley azzurro: da Michieletto a Orro, quanti fuoriclasse

Poi, certo: la differenza la fa chi va in campo. E in questo caso fortuna e abilità sono andati di pari passo, perché i talenti vanno coltivati e messi nelle condizioni di dare e ottenere il massimo. L’Italia del volley ha eccellenze incredibili al maschile – Giannelli, Michieletto, Romanò, Bottolo, solo per fare qualche nome – e al femminile, con le varie Egonu, Orro, Sylla, Antropova, Danesi, De Gennaro e via di seguito. Ma ha anche dei vivai capaci di sfornare sempre nuovi talenti. Merito delle società che vi investono, della federazione che c’ha visto lungo. E di un amore per questo sport spesso nato durante l’ora di educazione fisica a scuola, se non davanti ai cartoon giapponesi in tv. E che, da queste parti, non smetterà mai di pulsare.

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Virgilio.it

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