Effetto Valditara, la preside blocca il corso all’affettività con la psicologa (anche se i genitori erano già stati avvertiti)

  • Postato il 12 dicembre 2025
  • Scuola
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Il corso di educazione all’affettività si farà ma quando il disegno di legge Valditara sul consenso informato sarà votato anche al Senato e diverrà norma definitiva”. Laura Di Perna, la dirigente dell’istituto “Rita Levi Montalcini” ha deciso di bloccare tutto in attesa del Parlamento, nonostante non ci fossero state indicazioni in questo senso. “Scelta ingiustificata e eccessiva”, secondo i genitori che protestano soprattutto perché la psicologa era già stata individuata e il via libera di mamme e papà era già arrivato.

Detto in altre parole, si chiama effetto Valditara. Nei giorni scorsi, la Camera, ha approvato con 151 voti favorevoli e 113 contrari, e il disegno di legge sull’educazione alla sessualità e all’affettività che per quanto riguarda le elementari (la classe in questione è una quinta ndr) è chiaro: “Per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria sono escluse, in ogni caso, le attività didattiche e progettuali nonché ogni altra eventuale attività aventi ad oggetto temi attinenti all’ambito della sessualità”.

Ovvero, la riproduzione la puoi spiegare se fai il maestro di scienze ma chiamare un consulente esterno non è più possibile. Alla “Levi Montalcini” hanno da sempre valorizzato la dimensione affettiva e relazionale. Per la dirigente è uno dei tanti fiori all’occhiello della scuola tant’è che quest’anno era già stata individuata una psicologa che avrebbe dovuto fare degli interventi nelle classi. Un percorso ben visto dai genitori che, tuttavia, nei giorni scorsi si sono trovati di fronte ad una circolare della preside che annunciava l’annullamento del corso. Uno stop che non è piaciuto a mamme e papà che immediatamente hanno denunciato pubblicamente la scelta della preside.

A spiegare a ilfattoquotidiano.it la vicenda è proprio Di Perna: “Nessuna cancellazione. Il 3 dicembre la Camera ha approvato il disegno di legge ora è corretto attendere il passaggio definitivo al Senato prima di prendere decisioni affrettate. Noi presidi dobbiamo attenerci alla norma e in questo caso ci troviamo in difficoltà”. A onore del vero Di Perna non parla di un intervento sull’educazione sessuale pertanto alla luce di quanto espresso nel ddl non ci sarebbero problemi ma quel “temi attinenti all’ambito della sessualità” non lascia in pace i capi d’istituto.

“Ora – sottolinea Di Perna – non voglio che il mio intervento venga preso come una rinuncia. Ho già chiarito la mia posizione in un’ulteriore circolare ma allo stato attuale non ci sono linee guida, non c’è nulla che ci permetta di compiere una scelta in serenità”. La “Rita Levi Montalcini” è solo la prima delle realtà che a fronte della nuove disposizioni ha fatto un passo indietro ma i sindacati e le associazioni già prevedono che molte scuole assumano lo stesso atteggiamento. Ovvero quello di evitare ogni possibile intervento che possa scatenare l’attenzione del ministro o di qualche ispettore degli uffici scolastici provinciali o regionali.

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Il Fatto Quotidiano

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