Educazione sessuale nelle scuole, forse è lì che andrebbe fatto sentire il battito del feto, per incoraggiare al sesso protetto
- Postato il 5 maggio 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Solo sei quindicenni su 10 usano il preservativo, secondo un recente rapporto dell’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità. Un dato che dà l’idea dell’approccio dei giovanissimi alla sessualità, senza contare le pseudo sfide social che negli ultimi anni hanno coinvolto anche questo aspetto della vita privata, invitando gli utenti a sdoganarsi dai mezzi di protezione, primo fra tutti il profilattico.
Forse, è proprio in aula che andrebbe fatto ascoltare il cuore di un feto che batte, dando un primo sentore di ciò che potrebbe accadere con un approccio irresponsabile alla sessualità. Perché, come poi nella vita in caso di gravidanza si sentiranno ripetere continuamente tanto dai ginecologi quanto dagli psicologi, il figlio è di entrambi. Non si tratta di un invito a evitare l’aborto, ma di una presa di coscienza della realtà della vita.
Chi dovrà occuparsi di questo aspetto, possibilmente un educatore, dovrà farlo nel più dolce dei modi, rispettando anche la sensibilità dei più piccoli e trovando la strada giusta per non traumatizzarli (questa è forse la paura più grande dei genitori che temono l’educazione sessuale). Una persona formata, che può farli familiarizzare con il concetto di “consenso”, così come con i metodi che si possono mettere in atto per ritrovarsi in situazioni indesiderate. Lasciare che si apprenda invece tutto “dalla vita, più avanti” è quanto di più sbagliato.
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