"Ecco perché ho messo il Tricolore sulla panchina rossa": La Russa, lezione (epica) alla sinistra
- Postato il 23 novembre 2024
- Di Libero Quotidiano
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"Ecco perché ho messo il Tricolore sulla panchina rossa": La Russa, lezione (epica) alla sinistra
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha voluto rispondere, in una lettera a La Stampa, alle polemiche suscitate dal fatto di aver fatto disegnare un piccolo tricolore sul bordo della nuova panchina rossa nel Giardino degli Aranci nel cuore di Palazzo Madama. "La questione a mio avviso deve essere considerata un'emergenza nazionale e quindi 'deve appartenere a tutta l'Italià, ovvero deve riguardare anche chi culturalmente è legato a schemi patriarcali e maschilisti" scrive La Russa. "Fino ad oggi, ad esempio, nessuna panchina rossa si trovava al Senato o nelle altre principali sedi istituzionali" aggiunge il presidente del Senato.
E ancora: "Mi sembrava un'ovvietà, ma evidentemente si preferisce pensare che esporre un tricolore sia un gesto "sovranista" anziché un messaggio di consapevolezza da parte delle istituzioni. Dunque si preferisce strumentalizzare una parola e un gesto di attenzione verso le donne che riconoscere l'apertura delle istituzioni a un tema delicatissimo che non mi lascia affatto indifferente. Se poi si vuole attribuire il mio richiamo alle statistiche a chissà quale tesi razzista, mi limito ad osservare che le stesse sono interpretabili in modi diversi e fotografano una realtà che ho invitato ad osservare, senza avvalorare nessuna tesi".
Infine aggiunge: " In definitiva cercare di attribuirmi chissà quale cultura discriminatoria e maschilista proprio mentre, con l'adesione di maggioranza e opposizione al completo, inauguravo per la prima volta in assoluto una panchina rossa nel cuore del Senato, appartiene al teatro dell'assurdo e al pregiudizio di chi, anche su un tema come questo, preferisce cercare effettivamente 'l'uomo nero', cioè il sottoscritto, anziché apprezzare il richiamo alla consapevolezza di una battaglia comune contro la violenza alle donne".
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