Ecco la prima “riforma Bucci”, più poteri ai dirigenti. L’opposizione: “Depotenziato il Consiglio”
- Postato il 28 gennaio 2025
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- Di Genova24
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Genova. È scontro aperto in Regione sulla “razionalizzazione” normativa voluta da Marco Bucci che estende le competenze dei dirigenti riducendo quelle della giunta. A prevederlo è una delibera approvata due settimane fa e supportata oggi da un apposito articolo in un disegno di legge omnibus approvato in aula che la rende definitivamente esecutiva.
Secondo la “riforma Bucci”, che si applica a partire da oggi, sono di competenza della giunta regionale gli atti di programmazione, quelli di indirizzo politico e di carattere generale, di natura istituzionale, quelli che indicano criteri e modalità di ripartizione di fondi, linee guida e in generale quelli attribuiti a questi organi da norme comunitarie, leggi e regolamenti. Tutto il resto rientrerà nelle competenze di segretario generale, direttori generali e dirigenti della giunta regionale, senza necessità di passaggio dagli organi politici, né giunta né tantomeno Consiglio. Saranno poi le singole direzioni a individuare le materie di rispettiva pertinenza.
Ma l’opposizione non ci sta. “Ancora una volta, con l’arroganza che lo contraddistingue, il presidente Bucci, insieme alla sua giunta, decide di depotenziare il consiglio regionale per lasciare il potere decisionale in mano a pochi impedendo un confronto democratico e costruttivo in aula. Una scelta inaccettabile – attacca il consigliere del Partito Democratico Federico Romeo -. L’articolo 2 conferisce alla giunta la potestà di modificare disposizioni normative vigenti tramite semplici delibere, bypassando il consiglio regionale, organo titolare della potestà legislativa. Inoltre, attraverso la delegificazione, assegna una delega in bianco, priva di chiari limiti, che risulta incompatibile con i principi di legalità e separazione dei poteri.
“Tutto questo – rileva Romeo – solleva evidenti dubbi di costituzionalità sull’articolo 2. Con il rischio che, qualora la norma fosse impugnata in via incidentale dinanzi la Corte Costituzionale, e qualora dichiarata incostituzionale, si assisterebbe a un effetto a cascata, con la nullità di tutti gli atti amministrativi adottati in base a questa delegificazione. Inoltre, una disposizione di questo tipo svuoterebbe il Consiglio regionale dei poteri attribuitigli per legge, quale organo detentore della potestà legislativa”.
“Ancora una volta è chiara la volontà della maggioranza di procedere nella direzione di uno svuotamento delle prerogative dell’assemblea legislativa regionale, è una mossa inaccettabile – aggiunge la consigliera Pd Carola Baruzzo -. In questo modo si apre la strada a un’alterazione dei rapporti tra atti dell’indirizzo politico-amministrativo e gli atti della gestione amministrativa, dietro la quale leggiamo la volontà di scaricare sulla dirigenza la responsabilità di atti potenzialmente scomodi e di governare, di fatto, per determinazioni. La presentazione di dispositivi omnibus rende di fatto impossibile la discussione approfondita di elementi anche importanti di riforma dell’ordinamento regionale. Ciò a discapito della qualità della legislazione e soltanto allo scopo di coprire le difficoltà degli assessorati a produrre documentazioni organiche a sostegno delle iniziative di legge. Il modo di lavorare di questa giunta si dimostra poco chiaro e trasparente. Noi non lo condividiamo né nel metodo né politicamente. Una modalità che contrasteremo e che chiederemo venga rivista perché inammissibile”.
“È vergognoso – la replica del presidente Marco Bucci alle accuse dell’opposizione -. L’articolo 2 riguarda la giunta, non riguarda il Consiglio. Riguarda solo la giunta e i dirigenti. Il Consiglio non c’entra nulla. In consiglio ci vanno alcune cose precise stabilite dagli Statuti, quelle non sono mica toccate: se io faccio una cosa che deve andare in Consiglio, va in Consiglio in ogni caso. Quindi è fuori dal discorso. Non c’è nessuna interferenza sul Consiglio, però chi vuol fare polemica fa polemica sempre”.
D’altra parte Bucci aveva già anticipato a fine novembre le sue intenzioni, lasciando intendere che tra queste ci fosse proprio la riduzione dell’attività consiliare: “Cercheremo di accorciare i tempi il più possibile perché puntiamo all’operatività, penso che su questo siano d’accordo tutti. Molte cose vanno per legge e secondo me non è necessario, bastano determinazioni dirigenziali o delibere di giunta. Con le leggi si creano situazioni che possono essere cambiate solo con altre leggi. L’iter normale è in media di due mesi, ci sono cose che devono essere fatte in fretta“, aveva detto.