Ecco i nuovi volti che abbiamo scovato alla Milano Fashion Week. Tra sperimentazione e responsabilità

  • Postato il 2 ottobre 2025
  • Moda
  • Di Artribune
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La Milano Fashion Week non è soltanto lo scenario privilegiato delle grandi maison, ma un ecosistema culturale in cui la moda si rigenera attraverso nuove voci. Un ruolo determinante in questo processo è svolto dal Fashion Hub promosso dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, che si conferma luogo di incontro di progetti innovativi. Aperto al pubblico e alla città, ha messo in luce una generazione di creativi che fonda la propria ricerca su responsabilità, inclusività e innovazione. Un approccio che non riguarda solo il prodotto, ma il modo stesso di concepire la moda come disciplina artistica, sociale e culturale.

GIO Giovanni Gerosa
GIO Giovanni Gerosa

La forza del CNMI Fashion Hub

All’interno del Fashion Hub si sono distinti nomi capaci di coniugare ricerca estetica e impegno etico. Chelsea Jean Lamm ha presentato una collezione che supera i confini dell’abbigliamento tradizionale. Ogni capo, realizzato con materiali recuperati e sviluppi tessili personalizzati, propone una collezione consapevole, in cui la sostenibilità non è limite ma occasione per ridefinire i codici della bellezza. L’ossessione per il dettaglio artigianale e la capacità di dare nuova vita agli scarti rivelano un approccio che combina rigore estetico e responsabilità etica. Accanto a lei, Liwen Liang ha portato a Milano un progetto che fonde moda e patrimonio culturale. Originario di Jingdezhen, capitale cinese della porcellana, Liang ha introdotto un’innovazione che segna una svolta: sottilissimi fogli di ceramica ultrasottile, dello spessore di 0,4 mm, vengono fusi con tessuti per dar vita a capi leggeri, flessibili e scultorei. Una tecnica sviluppata in oltre tre anni di sperimentazione, che rende la fragilità un valore e l’imperfezione un linguaggio visivo. L’uso di denim riciclato e stampe industriali reimpiegate rafforza l’impegno sostenibile, mentre la ceramica diventa materiale del futuro, ponte tra tradizione e innovazione. Con un registro diverso ma ugualmente incisivo, Maxivive, guidato da Papa Oyeyemi, ha presentato la collezione 7562RJ, un lavoro che affronta in maniera diretta temi come il trauma, la memoria e la resilienza. In dialogo con i dipinti di Ronald Ophuis, i capi diventano testimonianze visive di esperienze intime e collettive. Realizzati con materiali upcycled e impreziositi da ricami complessi, si trasformano in narrazione corporea di dolore e sopravvivenza. Non è una moda pensata per il consumo immediato, ma un atto politico e culturale che sfida lo spettatore, ricordando come il vestire possa diventare dispositivo di denuncia e riflessione.

Liwen Liang
Liwen Liang

KNWLS

Se il Fashion Hub rappresenta il cuore sperimentale della settimana, la presenza di KNWLS ha segnato uno dei momenti più attesi. Per la prima volta al di fuori di Londra, Charlotte Knowles e Alex Arsenault hanno portato a Milano la loro collezione primavera/estate 2026, intitolata Sinergy. La collaborazione con Nike ha reso possibile un dialogo tra artigianato e tecnologia, dando vita a capi ibridi che uniscono performance e design. In passerella, corsetti scultorei realizzati con Flyknit, tecnologia solitamente riservata alle calzature, gonne in tessuti impermeabili e fotoriflettenti, completi in jersey lavato e top babydoll con dettagli sportivi hanno delineato un’estetica che fonde futurismo e suggestioni vittoriane. La sneaker-ibrido, a metà tra sabot e Air Max, ha incarnato la sintesi più evidente di questo incontro, proponendo un oggetto che è al tempo stesso funzionale e concettuale. La sfilata, ambientata in un paesaggio che evocava i rave londinesi, ha confermato la capacità del duo di collocarsi al crocevia tra cultura underground e alta moda, consolidando Milano come tappa fondamentale della loro evoluzione.

Îacaré
Îacaré

I brand indipendenti alla Milano Fashion Week primavera estate 2026

Un altro debutto che ha attirato l’attenzione è quello di Îacaré, maison fondata dall’imprenditrice boliviana Sarah Maria Gutierrez. Il brand si distingue per un’idea di lusso che unisce esclusività e responsabilità, con una ricerca centrata sulla pelle di caimano Yacaré. La prima, intitolata Origins, è stata presentata presso la galleria Rossana Orlandi attraverso un allestimento immersivo curato da Mandalaki Studio e accompagnato da un paesaggio sonoro di Paolo Tocci. Poi GIO di Giovanni Gerosa con la sua maglieria altamente creativa; Guess Jeans di Nicolai Marciano con sessioni di workshop speciali insieme ad artisti come Diego Flores , Flavia Veronesi e Valentina De Zanche; Francesco Murano, Giuseppe di Morabito e INSTI.

Erika del Prete

L’articolo "Ecco i nuovi volti che abbiamo scovato alla Milano Fashion Week. Tra sperimentazione e responsabilità" è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

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