“È stata la svolta e ora ho lo spazio per respirare. Mi ha salvato la vita”: la storia di una mamma svizzera che ha scelto ChatGPT come “co-genitore” digitale

ChatGPT croce o delizia? Sicuramente una grande aiuto per i genitori. È la storia di una mamma svizzera, Lilian Schmidt, che in un video contenuto sul proprio profilo TikTok (che ha totalizzato oltre 750mila visualizzazioni) ha mostrato come la sua vita sia cambiata. Lilian ha due figli ha un lavoro a tempo pieno, gestisce la casa e la quotidianità dei figli. Una vita intensa come milioni di altri genitori alle prese con incombenze necessarie dalla pianificazione dei pasti alle liste di controllo per l’asilo nido, fino al cibo.

Lilian si sentiva sola, come ha spiegato a Newsweek, nonostante avesse un partner che la sostiene: “Non è che debba portare tutto da sola, ma spesso mi sento così. Anche se io e il mio compagno cerchiamo di dividerci le cose al 50/50, i nostri cervelli funzionano in modo diverso“. Poi l’arrivo del “terzo” incomodo in famiglia: ChatGPT.

Nel video, ormai diventato virale su TikTok, la Schmidt ha spiegato come utilizza l’intelligenza artificiale come sistema di supporto emotivo e logistico: quello che alcuni commentatori hanno definito “co-genitore”, “terapeuta” e persino “doula” (figura di supporto, non medica, che fornisce sostegno emotivo, fisico e informativo alla donna durante la gravidanza, il travaglio e il parto). Ma cosa serve davvero ChatGPT?

Per la Schmidt, il carico mentale non consisteva solo nel ricordare quando andava a prendere i bambini all’asilo. Si trattava di pianificare, anticipare, regolare le proprie emozioni e prendere mille piccole decisioni ogni singolo giorno.

Così ha iniziato ad assegnare questi compiti a ChatGPT: 1) Pianifica un’intera settimana di pasti che i suoi figli mangeranno davvero 2) Scrive liste della spesa 3) Suggerisce regali di compleanno adatti all’età 4) Crea liste di controllo per l’asilo nido e i viaggi 5) Offre risposte calme e ponderate quando è emotivamente sopraffatta. Il risultato? “È stata la svolta e ora ho lo spazio per respirare. Mi ha salvato la vita”, ha spiegato la mamma svizzera.

Diversi utenti hanno commentato favorevolmente questo escamotage, come ad esempio @jojo.reid: “Quando sono sopraffatta da così tante cose da fare con il lavoro, i bambini, la casa, ecc., faccio una lista di tutto e chiedo a chat di aiutarmi a essere seduta sul divano per l’ora x o a letto per l’ora x. Mi fornisce una lista di cose da fare programmata e funziona sempre“.

La Schmidt ha tenuto a chiarire, infine, che il suo compagno è un genitore attivo, non solo per il loro bambino di 3 anni, ma anche come principale caregiver del figlio di 14 anni. Ma anche nelle famiglie egualitarie, il ruolo genitoriale predefinito, e il carico cognitivo che ne consegue, ricade spesso sulle mamme.

Le ricerche dimostrano che le mamme sopportano una quota significativamente maggiore del carico mentale a casa. Un rapporto del 2023 del Council on Contemporary Families ha rilevato che “le madri con partner dedicano più del doppio del tempo dei padri al lavoro cognitivo, ovvero attività come pianificare, organizzare e tenere traccia delle esigenze familiari. Questo squilibrio non è solo frustrante, ma è legato a un aumento dello stress, del burnout e a un minore benessere generale per le mamme”.

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