È sempre colpa dell’occidente, per i cavalli di troia dei regimi
- Postato il 7 gennaio 2025
- Di Il Foglio
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È sempre colpa dell’occidente, per i cavalli di troia dei regimi
Al direttore - Caro Cerasa, ho fatto un sogno. Sono in un teatro. Sul palco c’è un docente di Economia emigrato in America, noto per le sue intemperanze verbali. Sbraita infatti contro chi non vuole confrontarsi con lui, accusandolo di farsela sotto. E propone, poiché la comunità ebraica italiana lo sostiene, di organizzare una manifestazione di protesta contro il governo Netanyahu davanti a una sinagoga. Entra allora in scena un imprenditore, con cui sta fondando un partito di nuovo conio. Afferma che gli “israeliani sono delle merde”. Il suo socio politico non batte ciglio. A questo punto, dalla platea si ode una voce: “Non è che siete antisemiti a vostra insaputa?”. La voce era la mia. Ovviamente si tratta solo un sogno, peraltro ambientato in un teatro, dove – come diceva Gigi Proietti – tutto è finto e niente è falso.
Michele Magno
“L’antisemitismo non è mai lo scopo, è sempre e soltanto il mezzo, la misura di contraddizioni senza via d’uscita. L’antisemitismo è lo specchio dei difetti del singolo, della società civile e del sistema statale. Dimmi di che cosa accusi gli ebrei, e ti dirò quali colpe hai” (Vasilij Grossman).
Al direttore - Ti prego di ringraziare da parte mia Adriano Sofri (che non vedo da mezzo secolo) per le bellissime parole. Solo Dio sa quanto ho da imparare sui buoni sentimenti. Lo dico sinceramente con quel che resta del mio cuore: è un territorio, come quello delle conversioni, per me del tutto ignoto. Da parte mia, cercando minimamente di ricambiare, ho passato la mattina a spiegare ai molti che mi chiamavano sconcertati solo perché non aggiornati (poverini, rimasti agli scritti giovanili) quanto impegno abbia profuso Sofri in questi anni per le cause più giuste. Lo dico senza un briciolo di ironia. Grazie, grazie, grazie. Anche a nome del mio amico Piercarlo che giustamente Adriano mi invidia perché lui quei buoni sentimenti li aveva anche 50 anni fa. Sia per i bambini che per i loro papà. Passo e chiudo.
Sandro Parenzo
Al direttore - Dalla Piccola posta del 4.01.25 sul Foglio: “L’uso di scudi umani da parte di una delle parti in conflitto non libera l’altra dalle obbligazioni del diritto internazionale umanitario…”. Quindi, carissimo Adriano, se ho capito bene, vuol dire nella corrente interpretazione, che Hamas – il quale come dici tu notoriamente non ha coscienza né gliene frega un piffero del “diritto umanitario internazionale” – può farla da padrona quando vuole e come ha promesso di fare alla prima occasione, stuprando, sventrando, immolando e macellando civili israeliani, e filmando il tutto con delle bodycam da proiettare poi in piazza per il godimento di innocentissimi palestinesi in visibilio, basta che si premuri di farlo dietro un muro o dentro un tunnel ben provvisto di “scudi umani” come a Gaza. E Israele può squittire imbelle e al massimo lanciare qualche razzo ma poi deve abbassare la testa e sopportare che Hamas si riorganizzi e ritorni a finire il lavoro del 7 ottobre. In nome del diritto umanitario internazionale. Grazie per la chiarezza.
Anselma Dell'Olio
Al direttore - "Noi siamo estranei ai delitti che sono stati compiuti nell’Unione Sovietica, ma non siamo stati fino in fondo innocenti”. Parole, quelle di Achille Occhetto, ultimo segretario del Pci, che meritano un convinto applauso.
Luca Rocca
Al direttore - La “banda della complessità” che in questi anni non ha esitato a giustificare Putin per l’aggressione dell’Ucraina e i terroristi di Hamas per il massacro del 7 ottobre ha toccato il fondo della vergogna, con Elena Basile che, in un articolo sul Fatto quotidiano (Dio li fa poi li accompagna) ha definito Cecilia Sala “una giovane giornalista, mandata allo sbaraglio e non protetta sufficientemente dal suo giornale”. Per fornire un assist agli ayatollah viene chiamato in causa anche lei, caro Cerasa. Se lo aspettava?
Giuliano Cazzola
E’ sempre colpa dell’occidente, specie quando i nemici dell’occidente, i cavalli di troia dei regimi, non hanno argomenti solidi per spiegare perché i loro paladini si comportano in modo coerente rispetto al loro essere delle pericolose canaglie.
Al direttore - Dopo il parcheggio malandrino della figlia, James Senese ha evitato il carbone all’Epifania (che era anche il suo compleanno) con un video di scuse all’onorevole Francesco Emilio Borrelli. L’opportunità gli ha suggerito di rettificare la frase detta a caldo al deputato: “Tu fai bene a fare quello che fai, ma ricordati una cosa, che qua nun ce sta niente a fa’”. Insomma Napoli non cambia, “cambiate Mantova, Rovigo”, come disse Troisi in un film dove proprio Senese maltrattava un impacciato giornalista. Chi ricorda, rimanendo ai parcheggi, la guapputa minaccia di de Magistris neosindaco di spedire gli abusivi al confino (Ponza, Lipari?), e come poi siano andate le cose, non può dire che finora Senese abbia tutti i torti. Senza offesa a chi crede, tra schiaffi e applausi, di difendere la legalità come Paperinik. Negli ultimi giorni Borrelli s’è indignato con la figlia di Raffaele Cutolo per un post in memoria del superboss; s’è indignato per i bambini che festeggiavano San Silvestro con le pistole; s’è indignato con la (cinquantacinquenne) rampolla del musicista che ribatteva: “Sono la figlia di James Senese”, tipo marchesa del Grillo. Sfoggiò altro stile l’artista che accompagnai in macchina tanti anni fa: “Guaglio’, so’ Nunzio Gallo”, scandì al parcheggiatore cui avevo dato mille lire e che mortificato le restituì: “Scusate!”. All’epoca Borrelli andava a scuola, Senese era quello che è e Pino Daniele, che era già lui, aveva ormai lasciato Napoli. Nel decennale della morte, cospicuamente celebrato, ricordiamo perché.
Francesco Palmieri
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