È morto David Lynch, il regista visionario che ha dato vita al lato meraviglioso del mistero

  • Postato il 16 gennaio 2025
  • Di Panorama
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È morto David Lynch, il regista visionario che ha dato vita al lato meraviglioso del mistero



Una sensazione di shock profondo accoglie la notizia più brutta: David Lynch è morto. «Come farsene una ragione?», scrive su Instagram la critica cinematografica e direttore artistico dei David di Donatello Piera Detassis. Il regista americano, capace di creare labirintiche visioni che hanno segnato la storia del cinema, aveva 78 anni.

La notizia della morte diffusa dalla famiglia

Fumatore accanito, David Lynch aveva annunciato l'anno scorso di soffrire di una grave forma di enfisema, che l’avrebbe costretto a non lasciare più casa per dirigere nuovi film. Twin Peaks, The Elephant Man, Mulholland Drive: sono alcune delle sue opere più misteriose e straordinarie, frutto di una sperimentatore geniale e anticonformista, che mancherà così tanto.

«È con profondo rammarico che noi, la sua famiglia, annunciamo la scomparsa dell'uomo e dell'artista David Lynch», si legge in un post di Facebook. «Apprezzeremmo un po' di privacy in questo momento. C'è un grande buco nel mondo ora che non è più con noi. Ma, come diceva lui, "Tieni d'occhio la ciambella e non il buco". È una splendida giornata con luce dorata e cieli azzurri dappertutto».

I misteri irrisolti di David Lynch

Solo un Oscar raccolto nella sua carriera senza pari, tributato alla carriera. Eppure David Lynch è riuscito ad essere regista di culto già in vita, come capita solo ai giganti. Nelle sue opere fondeva elementi di horror, di noir, di giallo e di surrealismo. Indagando sul trascendente e sull'insondato.

Regista, ma anche pittore, i suoi esordi risalgano a cortometraggi sperimentali da studente d'arte. Il successo arrivò subito con il film di debutto Eraserhead - La mente che cancella, nel 1977, uno sguardo inquietante e acuto sulla paura di un uomo di essere padre.
The Elephant man (1980), struggente, ha consacrato Anthony Hopkins e John Hurt.

Dune, l'adattamento cinematografico del monumentale romanzo di Frank Herbert, fu un flop, ma alcune sue visioni sono rimaste nell’immaginario collettivo, tanto che, a distanza di anni, è diventato un cult.

Velluto blu (1986),film sconvolgente e surreale, preparò il terreno al capolavoro della serialità, I segreti di Twin Peaks, che ha riempito gli anni ’90 di nani dai poteri soprannaturali, di signore ordinarie con un ceppo di legno in braccio, di forze oscure e degli occhi di ghiaccio della defunta Laura Palmer. C’è stato un prima e un dopo Twin Peaks.

E che dire di Mulholland Drive (2001), il film che ogni volta cambia forma? Che sulle noti dolente di Llorando spolpa emozioni, rimescola chiavi psicologiche, entra nell’inconscio. È un rebus da scomporre e ricomporre, che mai perde fascino.

Non ci sono parole oggi. C’è solo sconforto. Piera Detassis scrive: «Le visioni che ci ha regalato hanno cambiato e segnato il cinema, le nostre vite, il nostro modo di guardare, vedere, pensare. So long David...».

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Autore
Panorama

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