E’ morto a 31 anni il regista Tommaso Merighi: “Ha portato il cinema dove non c’è più e dove non c’è mai stato”

  • Postato il 4 novembre 2025
  • Cinema
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Addio a Tommaso Merighi. Il regista bolognese aveva 31 anni ed è morto a causa di una malattia. Il tragico annuncio è stato dato da Cinemovel, la fondazione romagnola che “ha portato il cinema dove non c’è più e dove non c’è mai stato”, sulla propria pagina Instagram. “Ciao Tommaso, fa buon viaggio”, scrivono i colleghi e amici di Cinemovel. “Ci uniamo al dolore della famiglia perché per noi Tommaso era molto di più di un giovane talento del cinema: era parte della nostra storia, un compagno di viaggio. Da quando aveva sette anni lo abbiamo visto crescere e diventare un giovane uomo talentuoso con cui condividevamo sogni e passioni”.

Come scrivono sempre su Cinemovel, Merighi nel 2014 documentò a Ferrara la tappa locale di Libero Cinema in Libera Terra, poi l’anno successivo filmò per Repubblica i volti e i ricordi dei migranti nel liceo occupato di Jean Quarré a Parigi, un centro profughi autogestito. In quegli anni si laurea in Lettere Moderne a Bologna poi si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano e inizia a collaborare con IlPost di Luca Sofri. Nel 2020 è assistente alla regia di Gabriele Salvatores nel docufilm collettivo Fuori era primavera, mentre nel 2024 insieme a Niccolò Barca vince il Premio RAI al Festival del Cinema di Trento per Il ritorno del lupo.

L’ultimo suo lavoro, quello più importante, è Allacciate le cinture – Il viaggio di Io, Capitano in Senegal, documentario dove si racconta l’allestimento in Senegal degli schermi itineranti per la proiezione del film di Garrone e gli incontri tra spettatori e gli attori locali del film. “Poter girare questo film è stato un meraviglioso tuffo in acque inesplorate”, raccontava Merighi pochi mesi fa. “La nostra regola è stata quella di non aspettarci nulla, di essere pronti e di accogliere qualsiasi istanza perché potesse essere elaborata, ma non maneggiata; perché venisse ascoltata nella sua originalità. Questo è stato il nostro approccio: spogliarci di ogni nostro preconcetto nel bene e nel male, per poter essere al servizio dell’autenticità delle persone e delle loro voci, per raccogliere parte di questa esperienza dolorosa, una partenza verso l’ignoto”. Tommaso era figlio di Claudio Merighi, ex vicesindaco di Bologna nella breve amministrazione di Flavio Delbono (2009), e più volte consigliere comunale e capogruppo del PD.

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Il Fatto Quotidiano

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