È il presunto stalker di un’avvocata, ma nella nota della Questura di Roma diventa un “assistito dal cuore infranto”

  • Postato il 20 agosto 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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È un presunto stalker ritenuto potenzialmente pericoloso, ma per la Questura di Roma diventa un “assistito dal cuore infranto”. La Polizia di Stato negli ultimi anni si è impegnata moltissimo nella formazione del proprio personale, chiamato a intervenire direttamente laddove le donne si sentano o siano in pericolo. Vengono effettuati corsi e creati nei commissariati appositi uffici dedicati al codice rosso, vengono organizzate campagne di sensibilizzazione e incontri nelle scuole. Eppure, lo scivolone è sempre in agguato.

Questa mattina, dall’ufficio stampa della Questura di via di San Vitale – che il Fatto ha poi provveduto a contattare – è giunto ai cronisti un comunicato recante per titolo: “Roma. Dall’amore non corrisposto allo stalking: assistito perseguita il suo avvocato di fiducia. Arrestato dalla Polizia di Stato all’esito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica”. E già parlare di amore, in un presunto reato da codice rosso, non è corretto da un punto di vista comunicativo.

Nel testo, poi, viene spiegata la vicenda: “Un giovane, trentaduenne di origini rumene, avrebbe frainteso la fiducia professionale dell’avvocato che l’avrebbe più volte assistito”. Però non si tratta di due uomini: nel 2025, viene ancora utilizzata la parola “avvocato” declinata al maschile per indicare una avvocata. L’Accademia della Crusca – la massima istituzione linguistica italiana – già nel 2023 invitava i giudici della Cassazione a fare “uso largo e senza esitazioni dei nomi di cariche e professioni volte al femminile”. Tra gli esempi citati, c’era proprio “avvocato/avvocata”. Ma perché un parere attraversi il Tevere evidentemente ci vuole tempo.

La Questura di Roma procede: “Il suo amore non corrisposto, però, è degenerato nel tempo in un’ossessione sfociata in continui atti persecutori”. Salvo poi, poche righe più tardi, smentirsi parlando di “ossessione travestita da amore”.

Quello che, a giudizio di chi scrive, appare però realmente grave è la chiusa del comunicato stampa: “L’assistito dal cuore infranto è ora a Regina Coeli, sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere”.

Come spiega bene il vademecum “Oltre le parole. Stalking, maltrattamenti, violenze, stupro, femminicidio: come comunicare la violenza contro le donne” stilato nel febbraio scorso dall’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’associazione Giulia, tra le pratiche scorrette c’è il “Romanticizzare: non accostare termini come amore, passione, gelosia ai crimini commessi”.

Il vademecum è liberamente scaricabile online.

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Il Fatto Quotidiano

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