È CACCIA AI FONDI PER TAGLIARE L’IRPEF

  • Postato il 21 novembre 2024
  • Notizie
  • Di Quotidiano del Sud
  • 1 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
È CACCIA AI FONDI PER TAGLIARE L’IRPEF

Sede del ministero delle Finanze

Share

Per tagliare l’Irpef servono fondi per circa 2,5 miliardi, se il gettito del concordato non bastasse si valuta un decreto con risorse ad hoc


È andato in scena ieri, 20 novembre 2024, con lo sciopero dei medici ospedalieri e degli infermieri, il primo atto della mobilitazione sindacale contro la legge di Bilancio, la terza targata Meloni. L’adesione all’agitazione organizzata dai sindacati dei camici bianchi (Anaao Assomed e Cimo-Fesmed) e degli infermieri (Nursing Up) ha raggiunto l’85%. Da piazza Santi Apostoli, a Roma, ne hanno ribadito le ragioni e le hanno messe anche nero su bianco in una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni, con allegata la richiesta di un incontro urgente: dall’insufficienza delle risorse stanziate in manovra per il comparto alla mancata detassazione di una parte della retribuzione, come dell’attuazione della normativa sulla depenalizzazione dell’atto medico e sanitario. Non pervenuti anche gli aumenti per l’indennità di specificità infermieristica.

Medici e infermieri sono scesi in piazza anche per protestare contro l’assenza di risorse per l’immediata assunzione di personale e la mancata attivazione di presidi di pubblica sicurezza negli ospedali. “Senza risposte dal governo andremo avanti spediti. Se non basta lo sciopero daremo le dimissioni di massa”, l’aut aut pronunciato dal segretario nazionale dell’Anaao Assomed, Pierino Di Silvestro. La protesta potrebbe allargarsi, coinvolgendo anche i medici di famiglia aderenti alla Fimmg. Il weekend si annuncia a rischio per chi deve viaggiare in treno per la chiamata del personale allo sciopero (dalle 21 di sabato allo stesso orario di domenica) da parte di alcuni sindacati autonomi nell’ambito della vertenza per il rinnovo contrattuale nazionale delle attività ferroviarie.

MANOVRA FINANZIARA 2025, LA POSIZIONE DEI SINDACATI

Il 29 è la giornata dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil all’indomani dell’ok del Consiglio dei ministri: il confronto a Palazzo Chigi con la premier Meloni non ha scalfito la posizione di Maurizio Landini e Pier Paolo Bombardi.
I sindacati spingono per correggere la manovra. E non sono i soli a ritenerlo necessario: “Ci sono tante cose da correggere”, ha detto il ministro degli Esteri e leader di FI, Antonio Tajani, a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Le “correzioni” sono affidate agli emendamenti segnalati dalle diverse forze politiche. I termini per la presentazione sono scaduti ieri e probabilmente si procederà all’individuazione dei “super segnalati”, anche perché, come ha spiegato il presidente della Commissione Bilancio, Giuseppe Mangiavalori, al termine dell’incontro governo-maggioranza-opposizioni, molti emendamenti sono stati segnalati da più gruppi, “quindi ci sarà una riduzione già in partenza”. Si punta a quota 300 dagli oltre 4.500 di partenza. Il tesoretto in campo per le modifiche resta “povero”, appena 120 milioni (520 in tre anni), ripartito, ha affermato Mangiavolori, “con il criterio della rappresentanza.

LA RICERCA DEI FONDI PER TAGLIARE L’IRPEF

Il governo, intanto, sta lavorando per mantenere la promessa di un’altra sforbiciata all’Irpef, al fine di alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio. L’obiettivo è portare dal 35 al 33% l’aliquota sul secondo scaglione allargandola ai redditi fino a 60mila euro, dagli attuali 50mila. Lo ha ribadito il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, a margine di un incontro nella sede di Assolombarda, a Milano. “Noi abbiamo spostato l’asticella in avanti perché abbiamo riaperto i termini per il concordato e li abbiamo fissati al 12 dicembre. Ci auguriamo che ci sia un gettito aggiuntivo” che verrà convogliato “nella riduzione dell’aliquota del ceto medio”. Il gettito della prima tranche vale circa 1,3 miliardi. Non è detto che la seconda arrivi alla stessa cifra, che permetterebbe di superare di poco oltre i 2,5 miliardi necessari per tagliare i due punti dell’aliquota.

La soluzione B sul tavolo del Mef contempla la possibilità di mettere in campo un decreto legge in cui far confluire altre risorse e che potrebbe essere varato anche successivamente alla manovra, ai primi di gennaio. Per ora la linea resta quella già espressa dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: prima si valutano le risorse a disposizione, poi si decide come usarle. Se ne discuterà in Consiglio dei ministri.

NON SOLO SOLDI PER TAGLIARE L’IRPEF, SERVONO ANCHE I FONDI PER L’AUMENTO DELLE PENSIONI MINIME

La partita degli emendamenti segnalati prova a ridisegnare la legge di Bilancio. Forza Italia rilancia la modifica della web tax che, ha sostenuto Tajani, “che deve essere inflitta ai grandi e non ai piccoli”, e la rimozione della norma che prevede la presenza dei revisori dei conti indicati dal Mef nella società che ricevono finanziamenti pubblici – che il leader azzurro ha bollato come “cose da paesi dell’Est” – mentre Lega e Fratelli d’Italia chiedono di innalzare la soglia almeno a 1 milione di euro dai 100mila previsti.

Oltre alla riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33% e l’estensione dello scaglione fino a 60mila euro, tra i 56 segnalati dagli FI c’è anche l’incremento delle pensioni minime nel 2025 del 2,7% anziché del 2,2% previsto nel ddl di Bilancio, l’esclusione dei Corpi di polizia e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco dal blocco parziale del turnover nella Pa, il differimento dell’entrata in vigore della sugar tax dal primo luglio 2025 al primo luglio 2026.

LA FLAT TAX E IL CANONE RAI

La Lega sembra aver rinunciato all’estensione della flat tax al 15% per gli autonomi fino ai 100mila euro, dagli 85mila attuali, ripiegando sull’innalzamento del tetto della flat tax da 30 a 50mila euro per i lavoratori dipendenti. “Se si trovano le risorse è sicuramente una soluzione percorribile”, ha detto Leo. Matteo Salvini ha confermato che il Carroccio porterà avanti la battaglia per la riduzione del canone Rai: “Non so se sarà nella manovra o in un altro provvedimento, ma – ha rimarcato – l’obiettivo è non aumentare il canone e avere la riduzione come l’anno scorso”. Si punta poi a riportare l’aliquota sulle criptovalute dal 42% al 28% e ad aumentare i fondi in dote al Ponte sullo Stretto per circa 14,7 miliardi fino al 2032, di cui 7 miliardi presi delle risorse del Fondo per lo sviluppo.
Fratelli d’Italia propone un contributo di 500 euro all’anno per ogni figlio under 14 per le attività extra scolastiche, sportive e di apprendimento delle lingue, grazie ad un apposito ‘Fondo Dote Famiglia’ con 30 milioni per il 2025.

I LAVORI PER LA METRO C DI ROMA E LE RICHIESTE DEI MINISTERI

Fra i segnalati c’è poi il nuovo semestre per la scelta da parte del lavoratore di spostare il trattamento di fine rapporto dall’azienda alla previdenza complementare con la regola del silenzio-assenso, a cui si accompagna l’emendamento leghista che dà ai datori di lavoro, dal prossimo anno, la possibilità di usare anche premi aziendali per agevolare l’uscita. In lista anche il ripristino dei fondi per la Metro C di Roma (con uno stanziamento di 50 milioni all’anno dal 2025 al 2027, 100 milioni annui per gli anni 2028-2029, 200 milioni nel 2030-2031, 500 nel 2032-2033 e 450 milioni nel 2034), l’esclusione di militari e forze di polizia dal blocca parziale del turn over e l’incremento di 50 milioni del fondo per gli inquilini morosi incolpevoli.

Anche i ministeri sarebbero in pressing sulla manovra. E starebbero mettendo a punto, secondo quanto viene riferito, le proprie richieste da inserire nella legge di bilancio: tra i temi quelli dei fondi alla Difesa – anche per le forze Nato – e per le missioni internazionali ma anche l’Ires premiale chiesta dal ministro Adolfo Urso o la defiscalizzazione dell’indennità di specificità per i medici.
Sul fronte dell’opposizione spiccano i 90 segnalati dal Movimento 5 Stelle, tra cui figura la proposta si ripristinare il reddito di cittadinanza, di aumentare le risorse alla Sanità pubblica (65 miliardi in più in 5 anni), prevedendo – al contempo – un piano straordinario di assunzioni di personale; l’introduzione del salario minimo a 9 euro l’ora; l’aumento delle pensioni minime (100 euro in più al mese) e per sostenere il reddito dei lavoratori in Cig.

Share

Il Quotidiano del Sud.
È CACCIA AI FONDI PER TAGLIARE L’IRPEF

Autore
Quotidiano del Sud

Potrebbero anche piacerti