Droni e multe in Cina contro l’epidemia di Chikungunya, ritirata l’iniziale (e inutile) quarantena

  • Postato il 6 agosto 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Sono passati cinque anni e nessuno si dimentica l’incubo delle conseguenze della pandemia di Covid. Men che meno la Cina che sta affrontando un’epidemia di virus Chikungunya che ha spinto le autorità ad adottare misure preventive, tra cui zanzariere e disinfettanti, multe per chi non provvede a eliminare l’acqua stagnante e persino l’impiego di droni per individuare i luoghi di riproduzione degli insetti. Chi non svuota bottiglie, vasi da fiori o altri contenitori all’aperto può essere soggetto a multe fino a 10.000 yuan e alla sospensione dell’elettricità.

Oggi sono stati segnalati oltre 7.000 casi, concentrati principalmente nel polo industriale di Foshan, vicino a Hong Kong. Secondo le autorità, il numero di nuovi casi sembra diminuire lentamente. Il virus è trasmesso dalle zanzare e provoca febbre e dolori articolari, simili alla febbre dengue, con i giovani, gli anziani e le persone con patologie preesistenti maggiormente a rischio.

I pazienti sono stati costretti a rimanere in ospedale a Foshan per un minimo di una settimana e le autorità avevano imposto una quarantena domiciliare di due settimane, che è stata poi revocata poiché la malattia non è trasmissibile tra le persone. Sono emerse anche notizie di tentativi di fermare la diffusione del virus con pesci che mangiano le larve delle zanzare e persino zanzare più grandi per mangiare gli insetti portatori del virus. Sono state organizzate riunioni e adottati protocolli a livello nazionale.

La televisione di Stato cinese ha mostrato lavoratori che spruzzavano nuvole di disinfettante nelle strade della città, nelle zone residenziali, nei cantieri edili e in altre aree dove le persone potrebbero entrare in contatto con zanzare portatrici del virus che nascono nell’acqua stagnante. I lavoratori hanno spruzzato il disinfettante in alcuni luoghi prima di entrare negli edifici degli uffici, un ritorno alle controverse strategie intransigenti utilizzate per combattere il Covid-19.

Intanto gli Stati Uniti hanno emesso un avviso di viaggio in cui raccomandano ai cittadini di non recarsi nella provincia cinese del Guangdong nonché in paesi come la Bolivia e le nazioni insulari dell’Oceano Indiano. Il Brasile è tra gli altri paesi duramente colpiti dal virus. Le forti piogge e le alte temperature hanno aggravato la crisi in Cina, fenomeno comune nelle zone tropicali ma particolarmente intenso quest’anno.

Dal 1 gennaio al 29 luglio 2025 al sistema di sorveglianza nazionale risultano in Italia 32 casi confermati di Chikungunya (30 casi associati a viaggi all’estero e 2 casi autoctoni, età mediana 46,5 anni, 53% di sesso maschile, nessun decesso).

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