Dramma Nepal, dopo la strage di alpinisti italiani altri 5 irraggiungibili. La Farnesina accende le speranze: “Stanno bene”

  • Postato il 6 novembre 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Alpinismo italiano nel dramma. Dopo le cinque vittime degli ultimi giorni in Nepal per valanghe e meteo avversi mentre scalavano le vette più alte del mondo dell’Himalaya, altri cinque alpinisti, originari della provincia di Como, preoccupano: dati in un primo momento “dispersi” sono vivi ma sono stati persi i contatti. Comunque la Farnesina ha acceso le speranze: l’ambasciatore di Calcutta Riccardo Dalla Costa, responsabile anche per il Nepal, è a Kathmandu per seguire da vicino il dramma restando in costante contatto con la Farnesina.

Sono intanto arrivate a Kathmandu le salme del 28enne milanese Alessandro Caputo (studente e maestro di sci) e del 50enne vicentino Stefano Farronato (esperto di montagna) sono state trasportate nella capitale. I due sono stati i primi ad essere stati ritrovati alle pendici del monte Punbari (6.883 metri); erano nella loro tenda al campo 1 in attesa che la bufera gli permettesse di riprendere la discesa con gli sci. Confermato anche il decesso di Paolo Cocco, fotografo abruzzese di 41 anni. Una nota della Farnesina precisa inoltre che “per Marco Di Marcello e Markus Kirchler ci sono scarse probabilità di sopravvivenza”.

Soccorsi tutt’altro che scontati

Le polemiche divampano ma è il caso di ricordare che con nevicate abbondanti e ripetute in zone poco battute, le difficoltà nelle comunicazioni sono notevoli e i soccorsi (gestiti da 40 società tra burocrazia e decolli lenti) risultano  quasi impossibili. Un soccorso come quello sulle Alpi (che garantisce interventi immediati anche nelle condizioni più estreme) in Nepal è tutta un’altra cosa.

Va detto che la ricerca di colpevoli per quel che riguarda le valanghe che hanno provocato così tante vittime nei giorni scorsi è una deriva di comodo come spiega Sandro Filippini sulla “rosea”. Facile che le previsioni meteo abbiano contribuito a trarre in inganno gli alpinisti che sono stati coinvolti negli incidenti quando pensavano di essere al sicuro.

Il meteo proibitivo

Maurizio Folini è un pioniere dell’elisoccorso in Nepal ha parlato di meteo proibitivo. Gli elicotteri sono poco efficienti oltre i 7.000 metri, è quindi il caso di ricordare che queste vette sono sempre più affollate. Bisogna dunque muoversi sempre con una agenzia. Le scalate non si improvvisano.

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Blitz

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