Dove prendere un caffè a Roma

  • Postato il 10 ottobre 2024
  • Di Il Foglio
  • 1 Visualizzazioni
Dove prendere un caffè a Roma

A Roma l’approccio col bar è assai sbrigativo rispetto ad altre città. Si entra, si ordina qualcosa al bancone (il classico tramezzino-spremuta-caffè) e si corre via, perché si ha l’auto in doppia fila o si deve andare a prendere i figli a scuola, o c’è un appuntamento di lavoro e, col traffico micidiale e i cantieri, non si ha proprio tempo da perdere. Prima si parte e più si ha la speranza di arrivare. Si consuma e via, senza andare tanto per le lunghe. Qui c’è assai meno il rito del the o della cioccolata delle cinque come nei locali storici di Torino o Trieste, pure l’aperitivo è spesso un po’ tristanzuolo, e soprattutto non ci sono quelli che stazionano al bar per quasi tutto il pomeriggio (e magari ci lavorano pure col laptop) come è capitato di vedere in altri luoghi (ma succede ancora?). Negli anni Cinquanta e Sessanta giornalisti e intellettuali si ritrovavano da Rosati a piazza del Popolo, poi c’è stato il Bar della Pace, che però ha chiuso e ora ha riaperto ma è più un ristorante. Chissà se a Roma sarebbe stata possibile un’epopea come quella del milanese Bar Gattullo, dove si ritrovavano Jannacci, Pozzetto, Beppe Viola, Felice Andreasi e molti altri, dando vita a una combriccola che ha fatto scuola nella musica e nel teatro.

Con le dovute eccezioni – e le eccezioni esistono – a Roma c’è un po’ meno l’abitudine di ritrovarsi al bar del quartiere con gli amici o di fermarsi al bancone dopo essere usciti dall’università o dal lavoro, prima di tornare a casa. Quando in altri luoghi solo se viene a mancare un familiare stretto, e nemmeno sempre, si è giustificati a saltare il rito dell’aperitivo, del bicchiere di vino o della birretta prima di cena.

Questa premessa per dire che forse, mancando la cultura del bar nel senso più alto del termine - luogo d’incontro e di cazzeggio infinito - non sorprende che a Roma e nel Lazio i locali d’eccellenza, secondo la guida Bar d’Italia 2025 di Gambero Rosso, ovvero quelli che possono vantare 3 tazzine (locale eccellente) e 3 chicchi (caffè eccellente), siano solo due, di cui uno d’importazione. Il primo è Faro, vicino piazza Fiume, locale aperto nel 2017 “sempre affollatissimo”, recita la guida, “tra i primi in Italia dove si divulga a dovere la cultura del caffè e della sua filiera agricola”. Il secondo è Spazio Niko Romito Bar e Cucina, aperto dal famoso chef abruzzese, a piazza Verdi, dove molto conta il bar ma ancor di più la cucina, per la fortuna dei dipendenti dell’Antitrust che vi deambulano a pranzo.

In totale sono 88 le insegne laziali citate nella guida, di cui 58 nella capitale. Con 10 nuovi ingressi: Dolcemascolo, Le Levain Café, Love-Speciality Croissant, Otaleg, Sensorio Coffee Lab a Roma; Farm Coffee ad Aprilia; Zest ad Ardea; Koru Caffè a Frascati; L’Angolo del Caffè a Ostia; Holy Hemp a Rieti.

Scorrendo la guida 2025, non mancano molti grandi classici come Andreotti, Ciampini, Sant’Eustachio, Bar Hungaria, Mondi, Necci al Pigneto, Palombini all’Eur, Sciascia Caffè, Vanni. Ma si notano anche alcuni grandi assenti, come Sabotino (ex Antonini), Tornatora, Romoli, Cavalletti, Marinari, Faggiani, Dolci Desideri e Casa Dante.

Tra quelli citati, invece, da segnalare il Caffè Doria all’interno della galleria Doria Pamphili; il Caffè Merenda luogo di ritrovo per chi abita al Gazometro; Casa Manfredi a Viale Aventino; Coromandel in pieno centro; Cristalli di Zucchero e Caffè Innocenti a Monteverde Nuovo; Linari a Testaccio; il Bar Monti a Via Urbana; Panella a Via Merulana; Giuffrè forno e gelato a Trastevere; Barnum a Via del Pellegrino. Ma ci sono anche Gruè e Walter Musco, eccellenze romane nella pasticceria, che fanno anche servizio bar. Oggi, infatti, i confini non sono più netti: ci sono quei locali che vanno dalla colazione all’aperitivo, passando per il pranzo: di tutto un po’. Ci sono ristoranti che fanno anche servizio bar. Le pasticcerie con caffetteria e bistrot. Le sale da the che uniscono dolce e salato. Insomma, tutto un po’ si mescola e si confonde, e la guida di Gambero Rosso aiuta a districarsi in questo percorso e a scoprire locali nuovi degni di una visita.

Continua a leggere...

Autore
Il Foglio

Potrebbero anche piacerti