Dossieraggio su Silvia Salis durante la campagna, centrosinistra all’attacco: “Sarebbe fatto gravissimo”

  • Postato il 17 giugno 2025
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Genova. Dopo l’uscita della notizia di una inchiesta su presunte indebite rivelazioni di segreti di ufficio che vederebbero coinvolti l’ex assessore Sergio Gambino e il comandante della Polizia Locale Gianluca Giurato, non sono tardate le prime reazioni politiche.

“Quanto emerge in queste ore dalle indagini della Procura di Genova è inquietante. Un presunto dossieraggio costruito a tavolino, in piena campagna elettorale, per screditare Silvia Salis. Un fatto gravissimo che, se confermato, travalica ogni limite del confronto politico e mina le basi della nostra democrazia – così il consigliere regionale Gianni Pastorino, capogruppo della lista “Andrea Orlando Presidente” e rappresentante di Linea Condivisa – Credo profondamente nei principi dello Stato di diritto: chi è indagato ha diritto a difendersi e nessuno può essere condannato prima che la magistratura abbia svolto fino in fondo il suo lavoro. L’ho sostenuto in molte altre occasioni e lo ribadisco oggi”

“Ma non posso non aggiungere due considerazioni. La prima: la campagna elettorale di queste settimane a Genova è stata tra le più velenose a cui abbia mai assistito. Un’aggressività personale, quella rivolta contro Silvia Salis, che non ha precedenti, pur avendo partecipato e osservato decine di competizioni elettorali. La seconda: quando la politica smette di confrontarsi sui programmi e inizia a colpire sul piano personale, quando emergono strategie per demonizzare l’avversario anziché convincere le cittadine e i cittadini, si esce dal perimetro democratico. Questo non è più confronto: è sabotaggio del dibattito pubblico. Se tutto questo fosse vero, ci troveremmo di fronte non solo a reati ma a un uso distorto delle istituzioni, dei ruoli pubblici, persino della Polizia Locale. Ecco perché, al di là degli esiti giudiziari, è urgente aprire una riflessione sui poteri che i politici esercitano e su come imparare a difenderci da chi abusa del proprio ruolo per fini personali o partitici”.

Rincara la dose il senatore M5S Luca Pirondini: “Quanto sta emergendo in queste ore sulla campagna elettorale a Genova, riportato dal Fatto Quotidiano, è gravissimo e inquietante. Secondo la Procura, dietro la pubblicazione di un fatto di cronaca risalente a un anno prima e uscito solo a ridosso del voto per le comunali, ci sarebbe un disegno politico volto a colpire Silvia Salis. Ci sarebbe stata una vera e propria attività di dossieraggio, con atti secretati passati ai giornalisti da un comandante della Polizia municipale e un ruolo chiave giocato da un ex assessore di Fratelli d’Italia. Attendiamo ovviamente che la magistratura faccia piena luce, ma è chiaro che siamo di fronte ad accuse di una gravità estrema. Ci rivolgiamo a Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia: non ritenete necessario prendere subito una posizione e adottare provvedimenti? Su un’accusa così pesante, Meloni non può tacere”.

“Non entro nel merito della vicenda giudiziaria e saranno i giudici a stabilire le responsabilità, ma è chiaro che questa situazione già allora mi aveva insospettito. Il verbale dell’incidente emerso chissà come durante la campagna elettorale, con l’immediato post di Gambino, poi corretto, mi era sembrato parte integrante di una campagna denigratoria nei confronti di Silvia Salis”. Questo invece il primo commento di Francesca Ghio, consigliera comunale di AVS a Genova che aggiunge: “Non avendo argomenti e non potendo difendere il proprio operato, il centrodestra ha fatto ricorso a mezzucci, insulti e attacchi personali, che però gli si sono girati contro. I genovesi hanno capito che una politica seria non si affida a certe pratiche diffamatorie che nulla hanno a che vedere con il buon governo di una città. La loro macchina del fango ha fallito”.

“Quanto sta emergendo sul presunto dossieraggio ai danni di Silvia Salis durante la campagna elettorale è, se confermato, un fatto politicamente gravissimo. Pur nel pieno rispetto del lavoro della magistratura, cui spetta accertare eventuali rilievi penali, ciò che emerge è una dinamica che va condannata con forza sul piano politico e istituzionale”. Lo dichiara Armando Sanna, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale della Liguria, che aggiunge: “L’uso di informazioni personali e meccanismi opachi per screditare un avversario rappresenta uno scivolamento inquietante verso una politica che nulla ha a che fare con il confronto democratico. Chi ha promosso, tollerato o anche solo coperto metodi simili dovrà risponderne davanti ai cittadini, al di là delle eventuali responsabilità giudiziarie. Genova merita una politica alta, trasparente, rispettosa delle persone. I cittadini genovesi hanno già dato una risposta forte con il voto, premiando una figura come Silvia Salis, alla quale va tutta la mia solidarietà per i colpi bassi e gli attacchi subiti in campagna elettorale di cui ora pare si comprenda l’origine. Da garantista, non entro nel merito dell’inchiesta, ma è necessario che venga fatta luce su ogni aspetto di questa vicenda. I cittadini hanno diritto alla verità, e la politica ha il dovere di fare chiarezza. Serve trasparenza ora, senza ambiguità o silenzi complici”.

Laconico il primo commento del presidente di Regione Liguria Marco Bucci: “Penso oramai in otto anni di aver abituato che io non commento mai nessuna attività giudiziaria della quale ho la massima fiducia, l’ho sempre detto e continuerò ad avercela”

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Genova24

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