D’oro – Il sesto senso partigiano: tutto esaurito il 25 aprile per lo spettacolo sulla Resistenza, ancora biglietti per il 27

  • Postato il 17 aprile 2025
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D'Oro senso senso partigiano

Genova. Tutto esaurito per la replica serale (ore 20:30) del 25 aprile di D’oro – Il sesto senso partigiano in scena al Teatro Ivo Chiesa. Ancora posti disponibili per la replica di domenica 27 alle 18. Riservata e a inviti quella a cui parteciperà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel pomeriggio del 25. Il testo si sviluppa sulla scia del lavoro di Laura Gnocchi e Gad Lerner iniziato nel 2019 e confluito in una sorta di romanzo collettivo Noi Partigiani (Feltrinelli, 2022) e nell’omonimo portale online che raccoglie le testimonianze di uomini e donne che ottant’anni fa, giovanissimi, decisero di rischiare la vita per la Libertà.

Sul palco quattro giovani attori (Monica Demuru, Valentino Mannias, Francesco Patanè, Aurora Peres) e i nuovi partigiani: Silvia Filza, Pietro Muzzini, Mouhamed Ndiay, Khadija Seye. Partecipa anche il coro di nuove partigiane e partigiani e di cittadine e di cittadini.

“È un progetto di cittadinanza, un progetto antifascista − specifica con forza la regista Giorgina Pi alla conferenza stampa di presentazione − un progetto che vuole restituire innanzitutto a questa città e poi al Paese, la memoria meravigliosa di quella che qui è stata una incredibile, storica, irripetibile quasi autoliberazione. Nel Paese è stata una grandissima esperienza di presa di coraggio, di impresa, di bene per la collettività, come appunto la Resistenza ha dimostrato essere possibile”. L’inganno delle celebrazioni è dietro l’angolo, il rischio è la creazione di qualcosa di fasullo, mette in guardia la regista, che ha incrociato per la prima volta la strada del Teatro Nazionale di Genova quattro anni fa per il progetto di memoria sul G8. “Ho conosciuto questa realtà attraverso ciò che ho vissuto sulla mia pelle”.

Le testimonianze tra le oltre mille raccolte da Laura Gnocchi e Gad Lerner nel progetto Noipartigiani hanno rappresentato il punto di partenza, per poi attualizzarle, spiega Giorgina Pi: “Siamo partiti dalle testimonianze di partigiani e partigiane, da quella memoria che in alcune persone è viva, in altre invece desidera essere risvegliata. E abbiamo incontrato sul cammino un grandissimo desiderio di essere coinvolti in questo viaggio, ma anche della possibilità di iniziarne uno nuovo. Quello che ci auguriamo è che questo 25 aprile sia il primo passo di un lungo cammino”.

Laura Gnocchi commenta: “Sono molto orgogliosa, si chiude un cerchio. Siamo partiti da persone anziane e anzianissime che ci hanno raccontato le loro scelte da giovanissimi e trasmettere le loro parole a giovani come erano loro è stata una grandissima emozione. L’idea di non condensare tutto in un’unica serata è una cosa unica che ha grande valore”.

Lerner aggiunge: “La risposta alla domanda ‘Dimmi cosa è il Fascismo?’ l’avremo nello spettacolo. È di una attualità straordinaria porsi questa domanda. Stiamo assistendo a tentativi autoritari in democrazie che pensavamo consolidate per sempre. Abbiamo sbirciato il copione e queste storie di vita sono straordinarie opere d’arte. Ormai ne abbiamo raccolte mille sul portale. La selezione è stata difficilissima e menomale che non è spettata a noi. Ho letto di Gianna Radiconcini, Mario Ghiglione, che non sono più con noi. Alcuni di quei protagonisti invece sono ancora vivi. Alcuni di loro riusciranno a esserci come Mirella Alloisio, 95 anni, che ha vissuto l’autoliberazione di Genova, ma anche Mario Caldotto”.

Sono state scelte le storie di Gianna Radiconcini, Luciana Romoli, Gustavo Ottolenghi, Aldo Tortorella, Mario Candotto, Mario Ghiglione, Mirella Alloisio, Ivonne Trebbi, Paolo Orlandini.

In scena cosa si vedrà? “Vedremo cosa accade quando un gruppo di adolescenti che sognano di incontrare dei partigiani, che desiderano capire fino in fondo che cosa è stata la Resistenza, vedranno realizzarsi questo sogno − spiega la regista − e dunque queste persone adolescenti potranno incontrare in carne e ossa partigiani e partigiane che a loro modo rimetteranno insieme vari pezzi della storia del nostro Paese e soprattutto l’importanza di continuare a essere partigiani”.

Il titolo è in parte un omaggio alla medaglia d’oro di Genova, ma ricorda anche qual è il sesto senso partigiano. “Come raccontato nel libro di Gnocchi e Lerner − spiega Pi − è quell’allerta, quella incapacità di stare fermi e di non prendere posizione quando si alzano i fascismi, quando si alzano i nazionalismi, quando l’omofobia e il razzismo diventano la regola. Ecco, il sesto senso partigiano è un tremore che diventa immediatamente azione e che ci impedisce di rimanere indifferenti nell’orrore. Noi possiamo e dobbiamo essere partigiani e sostenere i giovani che hanno il desiderio di costruire una nuova resistenza”.

Il dramaturg del Teatro Nazionale di Genova Andrea Porcheddu ha definito questo progetto un collegamento tra generazioni, con i progetti collaterali che hanno già raggiunto almeno tremila persone, soprattutto giovani, il direttore artistico Davide Livermore, in collegamento dalla Cina, ha ricordato quanto il teatro possa essere militanza, riflessione su fatti storici, per raccontare “la festa di tutti gli italiani che sono dentro la legge, perché all’epoca si sacrificarono in tanti, monarchici, cattolici, liberali, repubblicani, socialisti, comunisti, per regalarci la libertà che stiamo godendo e di cui forse non siamo consapevoli. È la festa della nostra democrazia. Abbiamo creato una chiamata alle arti. Spesso non ricordiamo la grandezza della città di Genova e il senso di fratellanza e comunità in cui dal più ricco al più povero hanno combattuto anche a costo della vita per la libertà”.

La presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella rappresenta molto per Giorgina Pi: “È lo stesso presidente della Repubblica a ricordare che il nostro Paese è antifascista, che il 25 aprile è la festa di tutti, non è una festa divisiva, che la Costituzione non si tocca e che il teatro è un luogo importante, il teatro è un luogo importantissimo per ripartire”. Per Davide Livermore “inorgoglisce la città, la regione e tutti i teatri italiani. Vorrei condividere ciò con tutti i teatri d’Italia. Il teatro è arte perché fa crescere l’anima della comunità. La cultura crea memoria e dà senso dell’identità”.

Eventi collaterali

Sono attualmente in corso gli incontri I pensieri e le parole della Resistenza, che coinvolgono in particolare modo Scuole e Università, lungo un arco temporale di quasi due mesi. L’ultimo appuntamento è in programma il 16 maggio, una lectio magistralis di Augusto Antonio Barbera.

Il 22, 23 e 24 aprile Genova sarà ‘invasa’ da flash mob e azioni di comunità chiamate incursioni partigiane, il cui coordinamento è stato di Mercedes Martini: “Ci siamo incontrati e stretti la mano per organizzare questo progetto, abbiamo ricreato il seme della comunità. Abbiamo riletto la Costituzione e capito che le parole diventano azioni e promesse di saggezza. Abbiamo riconosciuto il valore di ogni parola scelta. La Costituzione è imbattibile, è poesia, è una promessa. Crediamoci ancora”.

Autore
Genova24

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