Dopo un ultimo colpo di teatro il consiglio comunale di Genova approva il bilancio
- Postato il 19 dicembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Sarà stato l’influsso positivo di Babbo Natale, protagonista di un blitz in sala rossa, ma dopo una lunga e mai così travagliata votazione, il consiglio comunale di Genova ha approvato il bilancio di previsione. Questa mattina a palazzo Tursi, dopo tre giorni e una notte di discussione, la delibera di giunta sulla manovra ha ricevuto il via libera con il voto della maggioranza e il no dell’opposizione. E anche oggi non sono mancati i colpi di teatro e, sul finale, qualche momento di commozione.
Dopo la fine della votazione, uno a uno, di quasi 950 tra ordini del giorno ed emendamenti – ieri sera il momento è stato accolto da un applauso commosso dell’aula – questa mattina avrebbe dovuto esserci la discussione generale con le dichiarazioni di voto da parte dei vari gruppi.
Di fatto, però, la discussione si è conclusa dopo l’intervento del primo dei consiglieri di minoranza, il capogruppo di Vince Genova Pietro Piciocchi. La strategia che spesso viene utilizzata dai consiglieri, quella di ritardare a prenotare il proprio intervento per avere diritto di parola per ultimi, ha fatto sì che nessuno si sia prenotato per tempo e il presidente del consiglio comunale Claudio Villa ha quindi aperto la votazione vera e propria sulla delibera di bilancio in votazione.
A quel punto i lavori sul bilancio avrebbero potuto essere anche conclusi ma questo avrebbe significato tagliare del tutto le dichiarazioni della minoranza (e della stessa maggioranza). La discussione è stata “concessa” grazie a un escamotage: la sindaca Silvia Salis ha preso parola facendo scattare un cosiddetto articolo 55 e quindi il diritto a un intervento per ogni gruppo, un gesto che è stato comunque apprezzato dalla minoranza dopo giorni di scontro ininterrotto.
Una nota di colore, prima dell’avvio di seduta il vicesindaco Alessandro Terrile ha acquistato e distribuito sui banchi della minoranza alcune copie del Venerdì di Repubblica che proprio oggi, in prima pagina, aveva un’intervista alla sindaca. L’opposizione, tutto sommato, ha reagito con ironia. Da annotare che nei giorni scorsi la stessa minoranza aveva posto come condizione, in cambio dell’ok ad accorpare il voto sulle centinaia di ordini del giorno, il fatto che Salis non rilasciasse interviste o “facesse reel” durante le sedute di bilancio.
Il bilancio di previsione, che vale 1,2 miliardi e conferma di un calo dell’indebitamento, nel corso del 2026, da 876 a 837 milioni, introduce alcune discusse misure come l’aumento al massimo dell’aliquota sull’Irpef e l’addizionale sugli imbarchi portuali, ma anche il ritorno alla riduzione dell’Imu sui canoni concordati. Quasi 4 milioni in più a disposizione del sociale, oltre 1,3 milioni investiti nella manutenzione delle strade, 1 milione di euro per le scuole. Il programma triennale dei lavori pubblici cuba 496 milioni di euro nel triennio, di cui 274 milioni da attuarsi nel 2026. Sul bilancio incide notevolmente la crisi di Amt: in pochi mesi la giunta ha stanziato oltre 22,1 milioni di euro, che si aggiungono allo stanziamento ordinario.
Salis: “Orgogliosa del lavoro svolto”
La sindaca di Genova Silvia Salis, dopo l’approvazione del bilancio di previsione del Comune, ha detto: “Arrivati al termine di questa maratona desidero ringraziare gli uffici, sottoposti a uno sforzo straordinario, gli assessori, che hanno lavorato minuziosamente, il vicesindaco Alessandro Terrile, per il grandissimo lavoro di queste settimane, la maggioranza, per aver dato prova di compattezza a servizio della città e di resistenza anche fisica schivando i tentativi di blocco dei lavori da parte della minoranza, avevano il solo obiettivo di rallentare l’andamento del consiglio e danneggiare l’amministrazione. E poi ringrazio il presidente Claudio Villa e la vicepresidente Francesca Ghio, la segreteria, i lavoratori dell’aula e i tecnici”.
Un riferimento anche all’opposizione: “Voglio ringraziare anche i consiglieri di minoranza, mettendo da parte l’inutile ostruzionismo che ci ha portato ad allungare i lavori, vi ringrazio per le diverse proposte che abbiamo accolto e che ci aiuteranno a migliorare il nostro lavoro a servizio della città. Visto il clima, avremmo potuto dare parere negativo su tutto, come spesso accade in altre situazioni e amministrazioni. Il bilancio è l’atto più importante che quest’aula si possa trovare ad affrontare, per me si tratta di una prima volta e sono orgogliosa di aver portato a compimento questo lavoro”.
Il vicesindaco Alessandro Terrile ha aggiunto: “Approviamo un bilancio di crescita e di sviluppo per la città, ci facciamo carico dell’emergenza Amt, aumentiamo le risorse per servizi sociali, scuola, manutenzioni e cultura. Torniamo a investire nei nostri municipi, stanziamo risorse rilevantissime per investimenti nella nostra città, e per sbloccare situazioni incagliate come il prolungamento della metropolitana, il parco di piazzale Kennedy e del Waterfront, il recupero del Teatro Nazionale di Molassana, il ripristino della passeggiata di Voltri”.
Bilancio comunale, gli interventi di maggioranza e opposizione
Durante la votazione di questa mattina, i gruppi di maggioranza e opposizione hanno espresso il loro pensiero sulla delibera di bilancio approvata. Il primo a parlare, l’unico con una vera e propria dichiarazione di voto, è stato il capogruppo di Vince Genova, ed ex vicesindaco, Pietro Piciocchi: “Il bilancio che oggi approviamo è un pasticciato atto politico che colpisce, nei fatti, soprattutto i più deboli della nostra città, in aperta contraddizione con i valori di equità e giustizia sociale che questa maggioranza dice di rappresentare, è un bilancio chiude con 9 milioni in avanzo, nonostante il centrosinistra abbia per mesi parlato del buco ereditato dalla precedente amministrazione”.
La capogruppo di Fratelli d’Italia Alessandra Bianchi, che ha parlato, come gli altri, nell’ambito dell’articolo 55, ha rincarato la dose: “Quello che abbiamo vissuto in queste giornate è stato surreale”, poi ha accusato il presidente del consiglio Claudio Villa per la gestione dell’aula. E ancora: “Avete lanciato continui allarmi su conti ma per le consulenze esterne non avete badato a spese, a partire da quella che partirà a gennaio per le politiche Lgbtqi+, questa è un’amministrazione che non esita a mettere le mani in tasca ai genovesi, diversamente dal nostro governo nazionale che sta lavorando per tagliare le tasse ai ceti bassi”.
Sergio Gambino, capogruppo del Misto, ha affermato: “In questi giorni si è palesata la vostra idea di politica, non far esprimere chi non la pensa come voi, non avete fatto un passo indietro in questo muro contro muro, è vero che avete accettato alcuni dei nostri ordini del giorno ma tutti con l’impegnativa modificata dall’invito a ‘valutare’, quindi vedremo quanti ne saranno poi attuati”. Anche la capogruppo di Orgoglio Genova – Noi Moderati, Ilaria Cavo, ha criticato la gestione dell’aula: “Non ci è stato permesso di prendere la parola e si è velocizzato il voto per la consapevolezza delle carenze di fondo, per prima l’inserimento dell’aumento dell’Irpef legato a un accordo con il governo dato per firmato ma che ancora non c’è”. Combattiva anche la capogruppo della Lega, Paola Bordilli: “Oggi ribadiamo il nostro no in nome di un dissenso basato sul rispetto del diritto, della legge” e aggiunge: “Questo documento dimostra pressapochismo, incompetenza e la tendenza alle false narrazioni come quella sul buco di bilancio che vi avremmo lasciato, ma che non c’è”.
Di seguito Filippo Bruzzone, capogruppo della Lista Salis, ha parlato proprio di risorse: “Negli anni scorsi su Genova è caduta una pioggia di soldi, dove sono finiti? Nei filobus mai utilizzati o nei cassonetti smart che non funzionano? Sì abbiamo speso 700mila euro in consulenze, ma prima di noi se ne spendevano 3 milioni, questo bilancio è di chi sceglie di tenere insieme i servizi della città”. Martina Caputo, capogruppo del Pd, ha ricordato che “in questi quattro giorni l’opposizione ha preferito l’ostruzionismo al dialogo, forse non è il bilancio che avremmo voluto ma è di certo è un bilancio che non mente ai cittadini, che decide di affrontare i problemi, e che abbiamo votato con grande responsabilità”.
Poi di nuovo per l’opposizione, Mario Mascia, capogruppo di Forza Italia: “L’amministrazione è annegata nel bilancio come in un bicchier d’acqua, un bilancio che ha falle e che punta più al far cassa che al bene comune, ma colgo spiragli di luce, come l’approvazione di alcuni nostri suggerimenti come i documenti sui servizi e le reti di prossimità per anziani, disabili e minori”.
Lorenzo Garzarelli, Avs, ha detto: “In questi giorni è emersa una differenza, non solo politica ma anche istituzionale, nel come si intende stare qui dentro, da una parte il rispetto delle istituzioni, dall’altro puro ostruzionismo e atteggiamenti provocatori, si è cercato di far saltare il bilancio della sesta città d’Italia per capricci personali, come chiedere che la sindaca, per questi quattro giorni, non rilasciasse interviste”. Marco Mesmaeker, capogruppo del M5s, ha attaccato l’opposizione: “Dopo otto anni avete lasciato Genova in balia di buchi stradali e non solo, è vero che avete preso Genova con un Comune indebitato ma nonostante i tanti investimenti fatti su questa città lo avete lasciato in uno stato ancora peggiore”. Accusa respinta da Piciocchi: “Non abbiamo aumentato il debito del comune, dal 2017 a oggi si è ridotto di oltre 300 milioni di euro”. L’ultima a intervenire è stata Marialuisa Centofanti, di Riformiamo Genova: “Il bilancio non è un insieme di desiderata, è uno strumento che mette insieme risorse e necessità, le tasse sono un mezzo a disposizione per garantire le priorità per i cittadini”.
Il comunicato stampa dei gruppi di opposizione
“Nella seduta odierna del consiglio comunale di Genova, l’opposizione e il gruppo misto hanno espresso voto contrario al bilancio di previsione e ai documenti programmatici 2026–2028. Al tempo stesso prendiamo atto con stupore che nessun esponente della maggioranza ha pronunciato in aula dichiarazioni di voto a sostegno del documento: un atto politicamente senza precedenti. Un bilancio che si conferma un atto politico pasticciato, poco coraggioso, senza prospettiva, fondato su una narrazione emergenziale rivelatasi infondata. Per mesi la maggioranza ha parlato di un presunto “buco” da 50 milioni di euro, utilizzato come giustificazione per aumenti di tasse e tariffe. Oggi i numeri dicono altro: l’esercizio si chiude con un avanzo di circa 9 milioni di euro. Quel buco non c’era.
È bene ribadirlo con chiarezza: l’attuale amministrazione non ha ereditato una città allo sbando, ma una città in movimento, lanciata verso il futuro, con otto bilanci consecutivi chiusi in avanzo e una riduzione del debito comunale di circa 300 milioni di euro negli ultimi otto anni. Questi sono fatti, non narrazioni. Nonostante ciò, la giunta ha scelto di aumentare la pressione fiscale, colpendo famiglie e cittadini più fragili. Il bilancio non tutela le fasce deboli, le penalizza. Emerge così una contraddizione evidente: una maggioranza che si definisce progressista adotta nei fatti una politica fiscale regressiva, lontana dai valori di equità sociale che dichiara di rappresentare.
Grave anche il metodo. Molte realtà associative cittadine hanno denunciato di non essere state ascoltate né coinvolte. Corpi intermedi fondamentali per la vita della città sono stati esclusi da un processo decisionale chiuso e unilaterale, in aperto contrasto con la retorica della partecipazione. Il piano triennale delle opere pubbliche conferma questa impostazione: manutenzioni ridotte, accordi strategici depotenziati, oltre trenta interventi sulle scuole rinviati, meno risorse per frane, creuze storiche e cimiteri, interi Municipi privi di interventi puntuali. Si aggiungono i tagli alla cultura e l’assenza di una strategia sull’edilizia residenziale pubblica. Manca qualsiasi visione innovativa. Anche le politiche sociali, tanto decantate da questa giunta, non evidenziano alcun elemento innovativo. Per tutte queste ragioni, l’opposizione e il gruppo misto hanno votato contro un bilancio che utilizza il passato come alibi, colpisce i più deboli, esclude la città dal confronto e rinuncia a costruire una vera visione di futuro”.
Il comunicato stampa del Partito Democratico