Dopo "Megalopolis" tonfo al box office Usa anche per "Joker: Folie à deux"

  • Postato il 7 ottobre 2024
  • Di Tgcom24
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Dopo "Megalopolis" tonfo al box office Usa anche per "Joker: Folie à deux"

 



Stroncato dalla critica  Altrettanto impietoso il verdetto dei critici su "Joker: Folie à Deux": "E' una sfacchinata così cupa e spiacevole da rendere difficile capire perché sia stato realizzato o per chi", ha stigmatizzato il New York Times ricordando che il primo "Joker" aveva vinto il Leone d'Oro a Venezia, rastrellato più di un miliardo worldwide e ottenuto 11 candidature agli Oscar e una statuetta per Joaquin Phoenix come miglior attore. Il flop di Joker non è l'ennesima prova di una crisi del cinema nelle sale: "Deadpool & Wolverine", un altro film rated R derivato da un comic book, ha incassato 1,3 miliardi worldwide spodestando proprio il primo Joker. Stavolta "non è un problema di mercato, è un problema di sviluppo creativo", ha detto un esperto di marketing.

 

 

Coppola sta con Joker  Ha replicato Coppola, che a sua volta a fine settembre ha incassato appena quattro milioni di dollari per "Megalopolis" avendone spesi 140 di tasca sua: "Da quando ha fatto il meraviglioso Una Notte da Leoni, Phillips è sempre stato un passo avanti rispetto al pubblico", ha scritto su Instagram l'85enne regista de "Il Padrino" e "Apocalypse Now" evocando la tesi del "genio incompreso" applicata, con false citazioni, alla campagna di marketing poi ritirata con cui Lionsgate aveva lanciato il suo ultimo progetto con Adam Driver protagonista.

 

 

Il flop al botteghino  Il primo Joker, costato 55 milioni di dollari nel 2019, aveva incassato 90 milioni il primo fine settimana nelle sale. Il secondo è stato girato in solo due location - l'Arkham Asylum, dove Arthur Fleck/Joker è rinchiuso dopo aver ucciso sei persone e il tribunal dove è sotto processo - ma i costi sono lievitati a causa dei generosi cachet delle sue star sotto i nuovi capi della produzione di Warner Michael De Luca e Pamela Abdy: 20 milioni a Phoenix e 12 milioni per Lady Gaga. A Joker 2, presentato come il primo a Venezia, potrebbe applicarsi ora la definizione con cui il Times ha salutato il tonfo di Megalopolis - "il flop del film d'autore" - ricordando altri colossali fallimenti al box office: nel 1963 il Cleopatra di Joseph Mankiewicz con Elizabeth Taylor portò la 20th Century Fox vicino alla bancarotta senza mai riuscire a recuperare il budget record per l'epoca di 44 milioni di dollari. E poi "Finalmente Arrivò l'Amore" di Peter Bogdanovich del 1975, "I Cancelli del Cielo" di Michael Cimino, "Waterworld" di Kevin Costner e, sempre di Costner, quest'anno, "Horizon: An American Saga - Chapter One".

 

 

 

Joaquin Phoenix è tornato Joker  Presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia," Joker: Folie a deux" è arrivato in sala in Italia il 2 ottobre con Warner. Joaquin Phoenix è tornato a interpretare il personaggio che più lo ha caricato di premi, il cattivo targato DC Comics. Nel sequel, Arthur Fleck è recluso nel manicomio di Arkham in attesa di essere processato per i crimini commessi come Joker. Mentre lotta con la sua doppia identità, Arthur scopre l'amore nell'imprevedibile Harley Queen (Lady Gaga), ma trova anche la musica che ha sempre avuto dentro di sé. "Tutti noi abbiamo una personalità pubblica e una privata. Quella di Arthur/Joker è la versione più estrema di questo concetto. Perché qualcuno dovrebbe essere interessato a me? Perché piaccio a qualcuno? Naturalmente nel primo film il vero desiderio di Arthur è quello primario di tutti gli esseri umani, ovvero essere accettato e amato. Poiché non ha mai vissuto quell'esperienza da bambino, è quello che cerca disperatamente ora. Alla fine del film ottiene quello che pensa di volere, l'adorazione delle persone", racconta l'attore. "Ma che succede quando hai 50 anni? Pensano non voglio farlo più, non voglio più essere una rockstar, vorrei avere una vita semplice. Ma le persone che si sono innamorate dei loro personaggi potrebbero esserlo anche delle persone dietro la maschera? Da una parte c'è Arthur che non si sente a proprio agio nella sua pelle e Joker che è molto self confident e in controllo di ciò che accade. Questo pensiero è stato all'origine della nuova esplorazione di questo personaggio", spiega ancora. Joker è una persona triste, che soffre. Quanto riflette i tempi che stiamo vivendo oggi? "Non c'era l'intenzione di un'affermazione politica, ma ovviamente i tempi che viviamo possono aver influenzato. Ma poi c'è la musica che è gioia, speranza d'amore. Ci sono canzoni che sono canzoni di Arthur e canzoni che sono canzoni del Joker. Quelle di Arthur sono canzoni d'amore, molto emotive, mentre quelle del Joker sono molto diverse, assomigliano a quelle di un adolescente innamorato per la prima volta, che vuole gridarlo al mondo perché si sente forte e potente, mentre poi quando invecchi sull'amore sei molto più scettico". 

 

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Tgcom24

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