Dopo le Marche, Meloni: “Finché c’è Schlein si vince”, Renzi: “Non si votava per Gaza ma per Senigallia”

  • Postato il 1 ottobre 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Riflessioni dopo le Regionali nelle Marche. Quando si perde, le sconfitte dovrebbero essere analizzate: capire perché è successo, dove si è sbagliato, quali sono state le mosse che in futuro non dovranno ripetersi.

Insegnamenti che non possono essere dimenticati in poche ore. Invece, chi è uscito con le ossa rotte dal voto nelle Marche non si dà per vinto e continua a sostenere le sue tesi.

Schlein in Calabria insiste con la Palestina

Dopo le Marche, Meloni: “Finché c’è Schlein si vince”, Renzi: “Non si votava per Gaza ma per Senigallia”, nella foto conte e schlein
Dopo le Marche, Meloni: “Finché c’è Schlein si vince”, Renzi: “Non si votava per Gaza ma per Senigallia” – Blitzquotidiano.it (foto ANSA)

È questo il caso di Elly Schlein che ieri in Calabria ha ripetuto i soliti slogan che non incantano più nessuno. Così, la segretaria viene messa sotto accusa dal suo stesso partito e, insieme con lei, i suoi fedelissimi, Francesco Boccia e Marco Furfaro, tanto per citare due nomi noti al pubblico che mangia ogni giorno pane e politica.

I riformisti del pd non si nascondono più, escono allo scoperto puntando il dito contro i rivoluzionari, cioè quegli esponenti del partito che si sono serviti della Schlein per virare a sinistra e dare un volto assai più progressista al Pd.

Netanyahu tremo: Ricci voleva riconoscere la Palestina

Il grande sbaglio che non si può perdonare agli sconfitti è quello di aver condotto una campagna elettorale completamente sballata. Hanno puntato su Gaza e sul massacro che stanno subendo i palestinesi (ignari e probabilmente contrari alla guerra) per prendere voti sicuri. come quelli di coloro che nei giorni scorsi hanno invaso le piazze di diverse città sventolando le bandiere di quel popolo.

Matteo Ricci, il candidato trombato, era andato ancora più in là affermando in un comizio che nel caso fosse diventato governatore, nella prima riunione di consiglio, avrebbe riconosciuto lo stato della Palestina.

Matteo Renzi ha finalmente pronunciato una frase giusta: “Con tutto il rispetto per la Flotilla qui si votava per Senigallia”. Vuol dire che i marchigiani non si sono lasciati  imbambolare dai propositi internazionali, perché i problemi di Ancona, Pesaro e Macerata e Ascoli Piceno erano e sono altri.

È finita con una batosta che nessuno avrebbe mai potuto immaginare, nemmeno i più pessimisti. Otto punti di scarto vogliono significare che chi è andato alle urne non ha avuto un attimo di esitazione ed ha votato per chi aveva sottolineato quali urgenze si sarebbero dovute affrontare immediatamente.

Adesso, i contrari alla segretaria aumentano, le loro file si ingrossano e ritengono che sia necessario al più presto un congresso che chiarisca chi è maggioranza e chi non. Con questa pletora di correnti, ogni decisione può essere respinta e si è di nuovo punto e da capo. 

Accade che nell’unico aereo che atterri a Lamezia Terme (il prossimo weekend si voterà in Calabria) trovino posto i big della politica: di destra e di sinistra: dalla Meloni a Schlein, da Taiani ai fratelli gemelli Fratoianni e Bonelli. Si sono salutati, certamente, hanno scambiato quattro chiacchiere senza scoprire i loro altari, ma qualche giornalista più curioso degli altri ha sentito una frase che potrebbe essere immaginaria o vera al cento per cento. Dice Meloni a Taiani: “Speriamo che non cambino Elly. Con lei alla segreteria vinciamo sempre facile”

Tridico non può darsi il voto

Già, la Calabria dove si voterà fra pochissimi giorni. I due candidati sono Roberto Occhiuto (un dimissionario che si ripresenta) e Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps, uno dei padrini del reddito di cittadinanza.

Le perdite che lo Stato ha subito con quella legge sarebbe inutile ripeterle, perché i conti sono stati sviscerati a più riprese.

Giorgia Meloni ha insistito su un punto, affermando che “in quattro anni si è fatto di più che in 40.

Al di là delle battute buone per una vigilia così difficile, non si debbono dimenticare i problemi che riguardano una delle regioni più povere del nostro Paese. Non servono le chiacchiere ma i fatti, i quali non si debbono fermare alla costruzione di un ponte fra i più suggestivi del mondo. Come assolutamente sterili e inconcludenti sono gli slogan che riguardano un passato ormai cancellato dalla storia.

A Tridico qualcuno assegna la palma di uno sbadato in tutti i sensi. Calabrese di nascita si è trasferito a Roma da oltre trent’anni ed è in questa città che ha la residenza. Un particolare di non poco conto se è vero, come è vero, che non potrà votare nemmeno per se stesso, visto che il suo domicilio è altrove.

Eddy Schlein non si dà per vinta, ritiene che solo il campo largo un giorno potrà “battere questa destra che sta portando l’Italia alla rovina”. Le critiche non le fanno cambiare idea, anzi. Ritiene che la maggioranza teme che questa alleanza si solidifichi e possa un giorno non lontano guidare il Paese. Chissà che cosa ne pensa a proposito Giuseppe Conte il quale insegue un solo traguardo: quello di essere presto lui il leader della sinistra e il vero successore della Meloni a Palazzo Chigi 

Fa un certo effetto leggere oggi che Maria Rosaria Boccia debba subire un processo per trentatre episodi persecutori nei confronti dell’allora ministro Gennaro Sangiuliano.

Chi ha dimenticato l’ondata di sdegno che provocò quel caso? Le tv (in specie quelle eccessivamente spostate a sinistra) facevano a gara per averla in trasmissione.  Lei voleva addirittura sapere le domande che le venivano rivolte, tanto è vero che Bianca Berlinguer le rispose con un no secco.

Ora che cosa diranno questi soloni dell’informazione che hanno un solo obiettivo: quello di seguire gli ordini di chi li ha raccomandati? Per il bene del giornalismo ci auguriamo che tale andazzo finisca, il più presto possibile.

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Autore
Blitz

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