Dopo la strage in discoteca, guerriglia in Macedonia: assalto al municipio, il Paese nel caos
- Postato il 17 marzo 2025
- Di Libero Quotidiano
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Dopo la strage in discoteca, guerriglia in Macedonia: assalto al municipio, il Paese nel caos
Esplode la rabbia in Macedonia, dopo che 59 giovani sono morti in un incendio divampato in discoteca a Kocani. Le proteste sono rivolte non solo contro il sindaco “che per 31 ore è rimasto in silenzio” prima di dimettersi “senza neanche dare le condoglianze alle famiglie o far visita ai feriti”, o contro la polizia “che non li ha mai controllati”, a detta di chi manifesta, ma contro l'intero sistema. Migliaia di persone si sono date appuntamento nella piazza del centro culturale di Kocani questa mattina. “In Serbia hanno capito come fare. Noi macedoni dobbiamo insorgere come loro o qui non cambierà mai nulla”, ha affermato una manifestante del posto, Maja, come riporta Repubblica.
E così, a poco più di 24 ore dalla tragedia, migliaia di cittadini hanno lanciato uova, pietre, bottiglie, pezzi di asfalto e pannelli contro la facciata del municipio. Un vero e proprio assalto, che solo un fitto cordone di polizia è riuscito in parte a contenere. “Devono pagare”, ha urlato il padre di Dimitri, uno dei ragazzi morti nel rogo. “Giustizia, giustizia”, gli ha risposto la folla. “Qui non c'è persona che non conosca almeno quattro o cinque ragazzi uccisi o feriti - ha detto Danijela - il paese è piccolo, siamo 11mila, almeno cinquanta delle vittime sono di qua”. Il corteo di manifestanti, una volta raggiunto il municipio, ha tuonato contro le finestre: “Giustizia e verità, giustizia e verità”.
Un gruppo di persone a un certo punto si è staccato dal corteo per andare a devastare la caffetteria di proprietà del titolare della discoteca. Un altro gruppo, invece, si è messo davanti alla stazione di polizia urlando “verità, verità”; un altro ancora è andato verso il tribunale. Altri sono tornati nella piazza principale della città, dove hanno lasciato un pensiero, un segno, per le vittime dell'incendio. Tutti, comunque, si sono dichiarati contro il sistema: “Ha ucciso i nostri ragazzi, adesso tutti devono pagare”.
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