Dopo la sentenza Rinascita si apre il caso Pittelli nella massoneria, possibile espulsione

  • Postato il 20 dicembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Dopo la sentenza Rinascita si apre il caso Pittelli nella massoneria, possibile espulsione

Giancarlo Pittelli

Sentenza Rinascita, la svolta nella massoneria con la Tavola d’accusa al medico di Messina Denaro potrebbe portare all’espulsione di Pittelli


CATANZARO – Dopo la maxi sentenza Rinascita, la svolta legalitaria del GOI, la più grande obbedienza massonica nazionale, potrebbe approdare presto anche in Calabria. L’apertura della “Tavola d’accusa” nei confronti di Alfonso Tumbarello, il medico che avrebbe protetto l’ex super latitante Matteo Messina Denaro ed è stato condannato in primo grado, il 10 dicembre scorso, per concorso esterno in associazione mafiosa, potrebbe far scattare un effetto domino.

Analoga iniziativa potrebbe essere promossa, adesso, nei confronti dell’avvocato catanzarese ed ex parlamentare di FI Giancarlo Pittelli, massone di alto rango. Almeno questo vorrebbe la coerenza. Le due posizioni sono analoghe. Anzi, quella di Pittelli è ancora più grave rispetto a quella del medico che avrebbe fornito aiuto a Messina Denaro poiché, per la medesima ipotesi di reato, il penalista è stato condannato in due distinti processi. E in un caso è già intervenuta conferma in Appello.

IL GARANTISMO RELATIVO

Secondo gli osservatori più attenti di quanto si muove nella massoneria italiana, quella annunciata nei giorni scorsi a Cagliari dal calabrese Antonio Seminario, gran maestro aggiunto uscente e candidato gran maestro, è una svolta storica. Una svolta destinata ad avere ripercussioni e conseguenze. La conseguenza più importante sarebbe quella di spazzare via zone d’ombra che hanno caratterizzato l’operato dei vertici del GOI in caso di infiltrazioni mafiose accertate dall’autorità giudiziaria. Finora, infatti, è prevalso, all’interno del GOI, il criterio del garantismo assoluto. Il massone arrestato o condannato anche in via definitiva rimaneva sospeso e non espulso, mantenendo così le sue prerogative, comprese quelle del rispetto, della lealtà e dell’assistenza da parte dei “fratelli”.

IL PRECEDENTE

Seminario prima ha proposto un nuovo criterio d’interpretazione dell’articolo 187 del regolamento del GOI, in materia di “fratelli” che delinquono. Il criterio del garantismo relativo. La Tavola d’accusa va istituita, secondo Seminario, in caso di condanna di primo grado. Questo è fondamentale per arrivare ad eventuali provvedimenti di espulsione in caso di comportamenti antimassonici. Tumbarello, condannato a 15 anni in primo grado, avrebbe tradito gli ideali massonici con l’appoggio fornito a uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Uno che acconsentì allo scioglimento nell’acido del quindicenne Giuseppe Di Matteo, dopo 779 giorni di prigionia.

SVOLTA STORICA

Poi, Seminario è passato ai fatti. Il probabile futuro gran maestro, sconfessando il grande oratore Michele Pietrangeli, che sosteneva che occorre aspettare la sentenza definiva, ha dato mandato all’Oratore collegiale competente di attivare la Tavola d’accusa nei confronti di Tumbarello. La “colpa massonica”, per i “fratelli”, rappresenta un tradimento di ideali e valori etici incompatibile con l’appartenenza all’associazione. Non era mai successo che un futuro gran maestro assumesse una posizione così netta rispetto a un “fratello” accusato di vicinanza alla mafia.

CASO PITTELLI

Spostiamoci dalla Sicilia alla Calabria. Il tema è particolarmente sentito nella regione con la più elevata concentrazione di massoni. Da un’inchiesta del Quotidiano del Sud – Calabria è emerso che sono circa 200 le logge tra regolari e “irregolari”. Lo è soprattutto all’indomani della sentenza d’Appello con cui è stata confermata, per Pittelli, la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa nel processo Rinascita, anche se la pena è scesa da 11 anni a 7 anni e 8 mesi. Nei mesi scorsi, Pittelli era stato condannato in primo grado, per la medesima accusa, in un altro processo, quello denominato Malapigna, a 14 anni.

IL PROCESSO RINASCITA

Perché nel processo Rinascita la pena è stata diminuita? Perché i giudici hanno escluso, per molti imputati del maxi processo, compreso Pittelli, l’aggravante dell’infiltrazione economica contestata all’associazione mafiosa capeggiata dal boss di Limbadi Luigi Mancuso. Inoltre, la Corte d’Appello di Catanzaro ha riqualificato l’accusa rivelazione di segreti, dal terzo comma, che prevede due fattispecie aggravate (indebito profitto patrimoniale e danno ingiusto), al primo comma dell’articolo 326 del codice penale. Parliamo della cosiddetta vicenda “Naselli Delfino”, in cui Pittelli era implicato insieme a un altro “eccellente”, il tenente colonnello Giorgio Naselli, comandante provinciale dei carabinieri di Teramo e già in forza al Reparto operativo di Catanzaro. Naselli, secondo l’accusa, avrebbe girato a Pittelli notizie riservate su una “pratica” relativa alla Mc Metalli, pendente presso la Prefettura di Teramo, su istigazione dell’imprenditore Rocco Delfino, dominus dell’azienda, l’amministratore effettivo Giuseppe Calabretta e il fratello Giulio, avvocato.

LEGGI ANCHE: Rinascita, i pm: «Pittelli scelto da massoneria e ‘ndrangheta per “aggiustare” i processi dei boss» – Il Quotidiano del Sud

CONCORSO ESTERNO

Resta in piedi, anche all’esito del giudizio d’appello, il concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l’accusa, il massone Pittelli era a disposizione delle cosche più potenti della ‘ndrangheta per “aggiustare” i processi. Nella memoria depositata pochi giorni prima della sentenza di secondo grado, i pm Antonio De Bernardo, Anna Maria Frustaci e Luigi Maffia dedicano buona parte alla posizione di colui che viene considerato la figura cerniera tra ‘ndrangheta e grembiuli. A Pittelli, inoltre, la Corte ha riconosciuto le circostanze attenuanti generiche, prevalenti sulla residua aggravante. Così la sua pena è scesa.

GIUSTIZIA MASSONICA

Pittelli continua a difendersi, sostenendo che i suoi comportamenti sono stati sempre ineccepibili. Ma il cambio radicale che Seminario intende avviare nella massoneria potrebbe essere metabolizzato anche in Calabria. Senza Tavola d’accusa nel GOI non ci può essere espulsione. Neppure il gran maestro può espellere motu proprio. Soltanto un provvedimento della giustizia massonica può portare, nel GOI, all’espulsione. Nessun massone può “uscire” dalla massoneria con scelta autonoma. Ci si può “assonnare”, ma si resta soggetti alla giustizia massonica. Il noto penalista catanzarese venne sospeso dopo l’arresto ma nessuna Tavola d’accusa gli è stata mai elevata dal grande oratore competente.

“FRATELLI” IN ATTESA

Dopo quella elevata a carico di Tumbarello, la prima mai improntata dall’ordinamento massonico per fatti di mafia, adesso potrebbe toccare proprio a Pittelli. L’avvocato riceverebbe così la seconda Tavola d’accusa nella storia del GOI per fatti di mafia. Per questo l’attenzione della comunità massonica è alta su di lui nelle ultime ore. E c’è attesa per le determinazioni del corregionale Seminario, che col caso Tumbarello ha voluto imprimere un segno tangibile del cambio di rotta.

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