Dopo 2 anni riparte l'indagine sull'esplosione al porto di Beirut
- Postato il 17 gennaio 2025
- Di Agi.it
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Dopo 2 anni riparte l'indagine sull'esplosione al porto di Beirut
AGI - Il giudice istruttore libanese, Tarek Bitar, incaricato di indagare sulla gigantesca esplosione avvenuta nel porto di Beirut del 2020, ha ripreso le sue indagini e avviato procedimenti contro dieci nuove persone, secondo quanti rivelano fonti giudiziarie. Il 4 agosto 2020, una delle più grandi esplosioni non nucleari della storia ha devastato ampie zone della capitale libanese, uccidendo più di 220 persone e ferendone più di 6.500.
Bitar, giudice indipendente, ha dovuto interrompere le sue indagini nel gennaio 2023, incontrando l'ostilità di gran parte della classe politica, in particolare Hezbollah, nonchè una serie di procedimenti legali. La ripresa delle indagini avviene dopo l'elezione del nuovo presidente libanese Joseph Aoun e la nomina di Nawaf Salam a primo ministro, rese possibili dall'indebolimento di Hezbollah dopo l'ultima guerra contro Israele e la caduta di Bashar al-Assad in Siria. Aoun e Salam si sono impegnati a garantire l'indipendenza della magistratura e a impedire qualsiasi interferenza nel lavoro dei giudici, in un Paese in cui prevale la cultura dell'impunità.
Una fonte giudiziaria ha dichiarato all'Afp, a condizione di mantenere l'anonimato, che il signor Bitar ha "ripreso le indagini sul caso e avviato procedimenti contro tre dipendenti del porto e sette ufficiali di alto rango dell'esercito, della sicurezza generale e della dogana". Ha affermato che gli interrogatori inizieranno il 7 febbraio. Sono previste sessioni di interrogatorio anche per marzo e aprile con altri imputati, tra cui ex ministri ed ex parlamentari. Secondo la stessa fonte, Bitar intende quindi chiudere l'indagine e trasmetterla al procuratore generale presso la Corte di Cassazione per un riesame, al fine di redigere un atto di accusa.
L'esplosione è stata causata da un incendio in un magazzino in cui tonnellate di nitrato di ammonio erano conservate con noncuranza, nonostante i ripetuti avvertimenti. Il primo giudice incaricato delle indagini nel 2020 ha dovuto gettare la spugna, dopo aver incriminato l'ex primo ministro Hassan Diab e tre ex ministri. A sua volta, Bitar aveva attaccato i leader politici, ma si era trovato ad affrontare gli stessi ostacoli e la richiesta di Hezbollah di rimuoverlo dal suo incarico.
Ritornò al lavoro tra la sorpresa generale nel gennaio 2023, incriminando diverse personalità di alto rango, prima di essere processato per insubordinazione dal procuratore generale, una prima volta nella storia libanese. I familiari delle vittime e numerose Ong internazionali hanno ripetutamente chiesto la costituzione di una commissione d'inchiesta internazionale, ma hanno sempre ricevuto un rifiuto ufficiale dal Libano.
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