Doping Sinner, la CEO dell’ITIA spegne le polemiche di Halep: “Nessun trattamento di favore per Jannik e Swiatek”
- Postato il 22 dicembre 2024
- Di Virgilio.it
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Dopo le tante polemiche attorno ai casi doping di Jannik Sinner e Iga Swiatek, accusati di aver ricevuto un trattamento di favore in virtù della loro importanza nei rispettivi circuiti, la CEO dell’ITIA, Karen Moorhouse, ha voluto chiarire una volta per tutte che i giocatori sono sempre sottoposti alle stesse regole e procedure, facendo anche l’esempio del caso di Simona Halep, che più volte aveva accusato una disparità di trattamento tra quello a lei riservato e quello nei confronti del n°1 ATP.
- Nessun trattamento di favore nei confronti di Sinner e Swiatek
- La differenza tra i casi di Swiatek e Halep
- Le regole e le procedure che valgono per tutti
Nessun trattamento di favore nei confronti di Sinner e Swiatek
Tra la positività di Jannik Sinner e la fuoriuscita della notizia sono passati circa cinque mesi. Una lunga attesa che ha portato molti giocatori ad accusare un trattamento di favore nei confronti dell’attuale n°1 ATP. Trattamento di favore che da parte dell’ITIA non ci sarebbe mai stato, come ci tiene a sottolineare la CEO Karen Moorhouse: “Ogni caso di doping va analizzato in maniera separata, perché sono tutti diversi. Jannik Sinner e Iga Swiatek non hanno ricevuto un trattamento speciale rispetto a giocatori come Simona Halep dopo i loro test antidoping falliti”.
La differenza tra i casi di Swiatek e Halep
Moorhouse ha poi spiegato le differenze tra i casi di Swiatek e Simona Halep, che subito dopo la notizia della positività di Sinner lo aveva accusato di aver ricevuto un trattamento di favore in confronto a quello che era stato riservato a lei: “Prendiamo Swiatek e Halep. Il tribunale CAS ha scoperto che l’integratore di Halep era contaminato. Nel caso di Swiatek invece il prodotto contaminato era un medicinale regolamentato, per cui era ragionevole pensare che contenesse solamente gli ingredienti elencati, per questo il livello di colpa è stato il più basso possibile, perché non avrebbe potuto fare nulla per evitare la contaminazione.
Pertanto, il livello di colpa che poteva accettare era il più basso possibile, poiché non avrebbe potuto fare molto di più per ridurre ragionevolmente il rischio di contaminazione del prodotto. Essendo quella di Halep dovuta invece a un integratore di collagene, la sua responsabilità è stata ritenuta maggiore”.
Le regole e le procedure che valgono per tutti
Molti giocatori hanno accusato l’ITIA di aver in un certo senso “insabbiato” le positività e le sospensioni provvisorie inizialmente inflitte a Sinner e Swiatek per salvaguardarne l’immagine e avere più facilita e tempo per difendersi dall’accusa, ma la CEO dell’ITIA ci ha tenuto a specificare che le regole e le procedure sono state le stesse applicate per tutti: “Secondo il codice WADA, tutti gli sport hanno l’obbligo di imporre una sospensione provvisoria quando si ha un risultato positivo a un test su una sostanza non specificata.
Dopodiché, possono usare discrezione nell’annunciare sospensioni provvisorie e il tennis ha deciso di non annunciarle per almeno 10 giorni. Questo dà il tempo di testare il campione e dà al giocatore il tempo di contestare la sospensione provvisoria. Se tale ricorso ha successo e viene presentato entro 10 giorni, non annunciamo la sospensione provvisoria. Swiatek e Sinner, hanno fatto ricorso contro quelle sospensioni provvisorie entro dieci giorni, hanno avuto successo e quindi non abbiamo annunciato nulla. Quelle sono le regole e le procedure, che valgono per tutti i giocatori”.