Donna di Torino ritrova buoni postali degli Anni ’70 dal valore di 98mila euro, ma per le Poste non può incassare
- Postato il 1 luglio 2025
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- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Una donna di Torino, nata nel 1963, ha ritrovato in una vecchia valigetta nascosta nella casa materna di Brindisi, la signora ha scoperto 15 buoni postali fruttiferi emessi negli anni ’70, intestati alla madre defunta. Il valore nominale originario ammontava a 7,5 milioni di lire, un investimento dimenticato nel tempo.
La titolare originaria dei buoni, purtroppo scomparsa nel 2020 a causa del Covid-19, aveva subito negli anni 2000 una grave forma di Parkinson, che ne aveva limitato le capacità e contribuito a farle “dimenticare” questo patrimonio. Grazie a una valutazione di un consulente legale dell’Associazione Giustitalia (a cui la dona si è rivolta), la somma potenzialmente riscossa oggi, calcolata includendo interessi legali, rivalutazione e capitalizzazione, supera i 98.700 euro.
La figlia, erede legittima, ha così affidato il mandato agli avvocati dell’Associazione Giustitalia per attivare tutte le procedure necessarie al recupero della somma, rivolgendo le proprie richieste a Poste Italiane e al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Questi enti, secondo la normativa vigente, sono obbligati a onorare anche i debiti più datati, risalenti persino a prima dell’istituzione della Repubblica Italiana.
La prescrizione del rimborso
Un punto cruciale del caso riguarda la presunta prescrizione del diritto al rimborso. Poste Italiane aveva infatti eccepito la prescrizione, ma l’articolo 2935 del Codice Civile stabilisce che “la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”. Nel caso in questione, la grave patologia invalidante della signora – secondo gli avvocati dell’Associazione – ha interrotto il naturale decorso della prescrizione, che quindi ricomincia solo dal momento in cui i buoni sono stati ritrovati e il diritto può essere esercitato dall’erede.
In Italia 10 milioni di titoli di credito antichi
Questa vicenda apre una finestra su un tema molto più ampio: in Italia, infatti, si stima che ci siano circa 10 milioni di titoli di credito “antichi” (tra buoni postali, libretti bancari, BOT, e altri strumenti finanziari) non riscossi ma ancora potenzialmente riscuotibili.
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