Donald Trump, i piani per «defenestrare» Nicolas Maduro e mettere le mani sul petrolio del Venezuela

  • Postato il 9 novembre 2025
  • Di Panorama
  • 2 Visualizzazioni

Una valanga di fuoco, dalle tre navi lanciamissili inviate nell’area a cominciare dalla Uss Gravely attraccata a Port Spain di Trinidad e Tobago, isolotti a 10 chilometri dal Venezuela. I droni MQ-9 Reaper di ricognizione e attacco decollano da Porto Rico, dove l’aeroporto Rafael Hernández ad Aguadilla è hub delle operazioni aeree con bunker costruito per i missili dei velivoli senza pilota. I sottomarini annidati nel Mar dei Caraibi lanciano i missili Cruise sui centri di comando e controllo delle scassate forze armate venezuelane. La squadriglia di 10 caccia F 35B, dislocata a Porto Rico, decolla per compiere attacchi aerei in profondità senza farsi individuare dai radar.

Sono questi i piani d’attacco per abbattere il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, accusato di tirare le fila dei narcos che inondano di droga gli Stati Uniti. Per questo nel Mar dei Caraibi Donald Trump schiera una possente forza militare che, al momento in cui andiamo in edicola, incombe pronta all’aggressione. Dopo la prima ondata che azzera le difese aeree sulle spiagge, potrebbero sbarcare 6.500 marines a bordo delle tre navi di assalto anfibio del gruppo Iwo Jima. Altri 3.500 militari americani sono di supporto, compresa una squadra di élite per Operazioni speciali che con elicotteri silenziati o lanci da alta quota arriverebbero ovunque, anche al palazzo presidenziale. 

Attacchi aerei e operazioni segrete

I bombardieri supersonici B-1 Lancer, decollati dalla base di Dyess in Texas, hanno già sorvolato le coste del Venezuela e la portaerei Gerald R. Ford, la più grande della flotta americana, in arrivo dal Mediterraneo, rende lo schieramento navale senza precedenti dai tempi della crisi dei missili a Cuba nel 1962.
«Un attacco americano farebbe cadere il regime venezuelano come un castello di carte». Non ha dubbi la fonte di Panorama nel Paese dell’America Latina, un italiano che parla in cambio dell’anonimato. «Bisogna stare attenti perché gli informatori sono ovunque» aggiunge. «Basta una frase sbagliata per finire in galera. L’80 per cento della gente ha votato contro Maduro alle ultime elezioni, compresi i militari».

Scaramucce iniziali e lotta ai narcos

Le prime scaramucce sono iniziate in settembre, quando la Casa Bianca ha dato il via a raid mirati per affondare i barchini veloci che trasportano la cocaina da Venezuela e Colombia verso gli Usa. In due mesi sono stati lanciati 14 attacchi, che hanno affondato altrettanti barchini uccidendo 57 presunti trafficanti.

Trump ha autorizzato la Cia a compiere operazioni segrete in Venezuela e dato il via libera alle incursioni a terra sulle rotte della cocaina dalla Colombia, sugli impianti di raffinazione o sulle piccole piste isolate da dove decollano gli aeroplani della droga. La Casa Bianca ha messo sulla lista nera i cartelli della droga e bande venezuelane come il Cartel de los Soles e Tren de Aragua come i gruppi jihadisti. «Il nostro messaggio a queste organizzazioni terroristiche» ha dichiarato il segretario alla Difesa, Pete Hegseth «è che verranno trattate come Al Qaida. Li scoveremo, scopriremo le loro reti, li daremo la caccia e li uccideremo».

Blitz e obiettivi in acque internazionali

I primi attacchi mirati sono avvenuti in acque internazionali dal 2 settembre, il sesto raid ha affondato un semi sommergibile e il 17 ottobre sarebbero finiti nel mirino tre scafisti dell’Esercito di liberazione nazionale, un gruppo armato marxista attivo in Colombia. Davanti alla base navale di Guayaquil, in Ecuador, campeggia un sommergibile sequestrato di 15 metri, che aveva un equipaggio di quattro persone. Il costo per vararlo di un milione di dollari sarebbe stato ampiamente ripagato dal carico di droga, che valeva 25 milioni sul mercato Usa.  

Maduro sotto pressione e suoi alleati

L’“armada” dei Caraibi potrebbe anche convinvere Maduro a mollare il potere volando in Qatar, dove ha il suo tesoretto. «La vice, Delcy Rodríguez, è meno aggressiva e suo fratello presidente dell’Assemblea» spiega la fonte. «Potrebbero essere un’alternativa all’opposizione, già in contatto con gli americani». Per ora la vicepresidente ha denunciato un complotto della Cia e la cattura di «un gruppo mercenario infiltrato da Trinidad e Tobago per organizzare un attacco sotto falsa bandiera». Il segretario di Stato, Marco Rubio, figlio di esuli cubani, e il direttore della Cia, John Ratcliffe, sono le punte di lancia di Trump, che ha raddoppiato la taglia su Maduro a 50 milioni di dollari. Rubio ha bollato Maduro come «ricercato della giustizia americana» e capo  di «un’organizzazione terroristica e criminale». Alla fuga di 8 milioni di profughi, il regime viene imputato anche il 15 per cento entrato negli USA.

Mobilitazione venezuelana e esercitazioni USA

Maduro ha mobilitato 4,5 milioni di miliziani che si ispirano al patriota Simon Bolivar. «Carne da cannone» spiega la fonte italiana nel Paese. Nelle città si attende il cambio di regime, ma resta una sacca di lealisti senza nulla da perdere. Il presidente Trump «è impazzito», denuncia Maduro, «pensa di fare lo sceriffo del mondo. Ma si sbaglia di grosso. Nessuno ci fa paura, nemmeno l’Impero». Le esercitazioni dei marines a Trinidad e Tobago sono state bollate come «provocazione ostile».

Il ruolo di Russia, Cina, Iran e Cuba

Trump vuole mettere le mani sul petrolio del Venezuela, ma il Paese gode dell’appoggio di russi, cinesi e iraniani. I consiglieri cubani nei servizi segreti garantiscono la sicurezza del presidente. «I cinesi mandano armi, ma i russi hanno evacuato il personale non indispensabile. I cubani sono i giannizzeri del regime». Il 27 ottobre Putin ha ratificato il trattato di partnership con il Venezuela, che non prevede però assistenza militare diretta.

Reazioni italiane e movimenti pro Maduro

Maduro ha scritto una lunga lettera a Trump dichiarandosi non coinvolto nel traffico di droga. Gli “amici” anche in Italia si mobilitano in sua difesa: i grillini mantengono un basso profilo, mentre il Comite Internacional de America Latina y Caribe e il grupo 26 de Julio con base a Milano, connessi alla Rete dei comunisti, cavalcano la protesta.

Il leader della Rete è il docente di economia della Sapienza, Luciano Vasapollo, immortalato con Maduro durante una visita in Venezuela, definito «una speranza, non una minaccia». Mobilitati anche Cambiare rotta e Osa, organizzazioni studentesche di estrema sinistra. L’opposizione ha un piano segreto «per i primi 100 giorni». Maria Corina Machado, Nobel per la pace e leader dell’opposizione venezuelana, ringrazia Trump per la pressione su Maduro. Edmundo Gonzalez, in esilio in Spagna, si prepara a rientrare: dal 2024 sostiene di aver vinto le presidenziali, ma Maduro si è riconfermato grazie a brogli denunciati dagli osservatori internazionali. 

Obiettivi strategici e scenari finali

Nel mirino di Trump c’è anche il capo di Stato della Colombia, Gustavo Petro, sanzionato con tutta la famiglia e il ministro dell’Interno Armando Alberto Benedetti, accusati di favorire i cartelli della droga. La fonte italiana racconta: «Ho visto barchini veloci iraniani armati di razzi. Le forze armate venezuelane piazzano batterie anti aeree sulle spiagge». Questi sono i primi obiettivi per droni e missili della guerra nei Caraibi.

Autore
Panorama

Potrebbero anche piacerti