Se parliamo di biodiversità, la mente va immediatamente a foreste lussureggianti e isole lontane: e se invece vi dicessimo che un luogo pieno di biodiversità è ... il bagno di casa?
È quanto sostiene un gruppo di ricercatori che ha analizzato spazzolini da denti e soffioni della doccia di diverse persone, scoprendo un pullulare di virus. Niente di allarmante, anzi: non si tratta di virus pericolosi per gli umani, ma di microrganismi batteriofagi – ovvero che infettano i batteri.
«Abbiamo scoperto molti virus poco conosciuti e altri totalmente mai visti», commenta Erica M. Hartmann, coordinatrice dello studio pubblicato su Frontiers in Microbiomes.. Il progetto, spiega Hartmann, è nato dalla curiosità di sapere quali microbi vivessero nelle nostre case. Sulle superfici "secche" come tavoli o muri era difficile trovare qualcosa, perché la maggior parte di questi microrganismi preferisce ambienti umidi. Per questo hanno pensato al bagno, e in particolare a spazzolini e docce.
Dopo aver raccolto i campioni provenienti da diverse case, Hartmann e i colleghi hanno sequenziato il DNA dei virus trovati, scoprendone 614 diversi.. Un'arma contro i micobatteri. Gli studiosi hanno trovato soprattutto virus micobatteriofagi, ovvero che infettano i micobatteri – bacilli che causano malattie come la lebbra, la tubercolosi e infezioni croniche ai polmoni. Secondo Hartmann, un giorno si potrebbero utilizzare questi virus per trattare le patologie legate ai micobatteri, e «magari per ripulire dai patogeni il sistema idraulico di casa», commenta.. Covo di virus sì, ma innocui. Sapere che il bagno è un covo di centinaia di virus potrebbe mettere in allarme, ma niente panico: sono tutti innocui per gli umani, e non è necessario procedere ad alcuna disinfestazione per eliminarli.
L'unico consiglio è cambiare lo spazzolino regolarmente (e questo è necessario anche per non danneggiare lo smalto dei denti) e immergere di tanto in tanto in aceto il soffione della doccia per rimuovere il calcare accumulato.
«I microbi sono ovunque, e la maggior parte di essi non ci fa ammalare», spiega Hartmann, che conclude con un monito: «Più li attacchiamo con disinfettanti, più è probabile che sviluppino una resistenza o diventino difficili da debellare. Dobbiamo solo imparare a conviverci»..
