Djokovic non molla: "Avanti fino a LA28". E risponde a chi nel 2005 lo prendeva in giro per l'aspetto esile
- Postato il 29 dicembre 2025
- Di Virgilio.it
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A maggio le candeline sulla torta saranno 39, ma non dite a Novak Djokovic che è tempo di appendere la racchetta al chiodo. “Non credo succederà a breve, almeno non fino all’estate del 2028, quando a Los Angeles proverò a conquistare un’altra medaglia per la mia gente”, ha ribadito al World Sports Summit di Dubai, dove al solito è stato tra i protagonisti più attesi e acclamati. Non che la cosa non fosse nota da tempo: Nole ha sempre detto di voler chiudere con il torneo olimpico, lui che è campione in carica avendolo vinto a Parigi nel 2024, ma ribadirlo ai quattro venti è comunque sempre un bel modo per far sapere che nulla è cambiato.
- La "minaccia" ai colleghi: "Ho ancora fame... come nel 2005..."
- Su Sinner e Alcaraz: "Bella rivalità, ma posso inserirmi..."
- L'orgoglio per quanto fatto e la ripartenza da Adelaide
La “minaccia” ai colleghi: “Ho ancora fame… come nel 2005…”
A secco di slam da due anni, da quando conquistò il 24esimo titolo vincendo gli US Open battendo Medvedev in finale, Djokovic al 2026 proverà a chiedere quel titolo numero 25 che lo proietterebbe davvero in un’altra dimensione, visto che tanto a livello maschile quanto a livello femminile nessuno conta tanti tornei dello slam in bacheca.
“Finché c’è una possibilità di farcela non sarò certo io a tirarmi indietro. Insomma, il circuito è cambiato negli ultimi anni, adesso ci sono ragazzi che vanno veramente forte, e dunque per me è più difficile riuscire a conquistare un torneo, a maggior ragione slam. Però continuerò a provarci, perché l’ambizione è rimasta quella di sempre”.
Anzi, la fame è rimasta quella di sempre: in un video rispolverato del 2005, quando ancora doveva debuttare in un torneo slam, alcuni addetti ai lavori ironizzavano sul suo fisico esile, arrivando ad affermare che “questo ragazzo dice di avere molta fame, e vedendolo sembrerebbe che ce l’abbia in senso letterale e figurato”. La risposta di Nole, 20 anni dopo, è stata da fuoriclasse: “Avevano ragione, perché ho ancora fame”.
[iol_placeholder type="social_twitter" url="https://x.com/ChadDinas/status/2005544423560712534" profile_id="ChadDinas" tweet_id="2005544423560712534"/]Su Sinner e Alcaraz: “Bella rivalità, ma posso inserirmi…”
Incalzato sulla data del possibile ritiro, e ribadito che lui a LA28 vuole andare non per fare presenza o per concedersi un sunset boulevard (del resto i viali californiani si presterebbero benone, eccome…), Djokovic ha spiegato cos’è che continua a spingerlo ad andare avanti.
“I giochi di Los Angeles sono un target, ma onestamente non esiste un limite. Io voglio semplicemente continuare a giocare, colpire ancora tante palline e competere con i migliori. Finché il corpo me lo consente, perché dovrei rinunciare a questo piacere? Capisco che c’è molta gente che vuole speculare sul mio futuro, ma sono ancora il numero 4 del ranking mondiale e sebbene Alcaraz e Sinner stiano dando vita a una nuova e bellissima rivalità, io penso di avere ancora spazio per osservare le nuove generazioni e confrontarmi con loro”.
L’orgoglio per quanto fatto e la ripartenza da Adelaide
Per Djokovic, insomma, il tempo pare essersi davvero fermato. Ed è stato lui stesso a ribadire di non voler appendere ancora la racchetta al chiodo, non prima almeno di aver raggiunto determinati traguardi a portata di mano. “Passione, amore e dedizione sono da sempre i miei capisaldi: sono stato il primo e unico tennista serbo a raggiungere le vette del circuito, pur se da piccolo avevo pochi soldi e ho dovuto saltare tanti tornei che mi avrebbero aiutato a crescere prima e meglio. Però sono orgoglioso di quello che ho fatto e dei sogni che grazie all’impegno dei miei genitori sono riuscito a realizzare. Il tennis è arrivato per me come un segno del destino e non se ne andrà tanto facilmente”.
Non prima di aver messo nel mirino altri grandi traguardi: se LA28 è l’ultima tappa (almeno così dovrebbe essere), il 25esimo slam e i due tornei che lo dividono dai 103 vinti nel circuito da Roger Federer sono altri stimoli “forti”, con Jimmy Connors distante 8 lunghezze a quota 109. La prima tappa 2026 sarà ad Adelaide: quattro anni dopo aver vissuto nel “limbo”, l’Australia è pronta a riaprirgli, anzi a spalancargli le porte. Come si conviene solo a una leggenda vivente dello sport.