Distrazioni d’arte: l’Italia dell’estate si scopre tra mostre, miti e meraviglie

  • Postato il 13 luglio 2025
  • Di Panorama
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Mollare la spiaggia marina o la riva lacustre per trascorrere un’ora o due al fresco di un museo; rinunciare, una mattina di tempo incerto, alla passeggiata su sentieri montani per godersi la bellezza di un dipinto; lasciare le vie commerciali della città che state scoprendo per estasiarsi davanti a opere classiche o moderne: sono le (benvenute) distrazioni d’arte, che rendono più ricca ogni vacanza.

Distrazioni d’arte: l’Italia dell’estate si scopre tra mostre, miti e meraviglie
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Distrazioni d’arte: l’Italia dell’estate si scopre tra mostre, miti e meraviglie

Se siete in Romagna, a distrarvi c’è Superman, che gli italiani d’un tempo conobbero come Ciclone o Nembo Kid. Dal 13 luglio, al Castello Malatestiano di Rimini, la kermesse Cartoon Club RiminiComix lo celebra con una mostra e un’installazione, realizzate con Warner Bros Discovery. Fino al 29 luglio, ogni sera la facciata del castello sarà colorata da una proiezione che ripercorre la mirabolante storia del supereroe. E nella Sala Isotta lo si omaggia (fino al 17 agosto) con tutti i crismi del mito: dalla kryptonite agli occhiali con cui diventa Clark Kent, alle tavole originali dei fumetti. Sull’albo collettivo internazionale appena uscito – chicca da collezionisti – l’Italia è rappresentata dal disegnatore Fabio Celoni e dallo scrittore Marco Nucci.

In Sardegna, merita una visita il Man di Nuoro, città patria degli scrittori Grazia Deledda (Premio Nobel 1926) e Salvatore Satta (giurista che con Il giorno del giudizio, opera postuma edita da Adelphi, ci ha dato uno dei maggiori romanzi italiani del Novecento). Il museo ospita la mostra Isole e Idoli fino al 16 novembre, a cura di Chiara Gatti e Stefano Giuliani, con il contributo di Matteo Meschiari. Tra neolitico e primi del Novecento, le oltre 70 opere, esposte in una sorta di arcipelago, indagano il legame stretto tra isole e simulacri, carichi di potere simbolico. Maestri quali Gauguin, Miró, Arp, Matisse hanno saputo mettersi in risonanza con le voci antiche. Da meditare l’approfondimento sulla Sardegna arcaica e gli idoli di un’isola ancora misteriosa. Ne approfittiamo per consigliare il romanzo di Sergio Atzeni, Passavamo sulla terra leggeri, nelle edizioni nuoresi Ilisso, lettura complementare di altissimo livello.

Due mostre con suggestioni fotografiche (e una serie di muti leoni) sono ottime distrazioni. Ad Aosta, al Centro Saint-Bénin, dal 19 luglio al 9 novembre c’é la retrospettiva Brassaï. L’occhio di Parigi, curata dal nipote del grande fotografo, Philippe Ribeyrolles, e prodotta da Silvana Editoriale. Il focus è su 150 stampe d’epoca, oltre a sculture, documenti e oggetti appartenuti al fotografo che come pochi seppe dare un’anima alla Parigi rifugio di artisti e scrittori. Con il suo obiettivo, ritrasse le notti e il popolo minuto della capitale francese, nei quartieri dove la legge stentava a farsi rispettare. Il tutto con l’attenzione del fotografo umanista, il quale sa che – per dirla alla De André – «dal letame nascono i fior».

A Venezia – città mai come adesso sotto i riflettori e percorsa da accese (e inutili) polemiche per via delle nozze di Jeff Bezos – una distrazione di forte contenuto culturale è No Stone Unterned. Conceptual Photography, dedicata al lavoro di John Baldessari, artista che visse e operò in un’altra Venezia: Venice, in California.

La mostra inaugura un nuovo capitolo della prestigiosa fondazione Querini Stampalia, diretta da Cristiana Collu. Si tratta della più ampia esposizione mai realizzata in Laguna sull’artista. È incentrata su fine anni Sessanta, quando la fotografia divenne fulcro della pratica concettuale di Baldessari, un precursore come Giovanni Querini. Altre opere in mostra includono video che presentano situazioni assurde, performance banali e buffe. Sempre per la fondazione Querini Stampalia, ecco i Leoni in campo di Davide Rivalta. Sculture che fino al 23 novembre si inseriscono in uno spazio urbano sospeso, intrecciando mito e realtà.

Maestosi e silenziosi, il leone e la leonessa sono simboli sempre rinnovati di potenza e libertà, testimoni di una secolare storia di pietra e acque che conserva un affascinante lato selvaggio.

Segnatevi l’esistenza di un luogo da scoprire: Oasi Dynamo, sull’Appennino Pistoiese. Fino al 7 novembre, è visitabile il percorso nella riserva naturalistica, detto Oca (acronimo di Oasy contemporary art and architecture), curato dal direttore artistico Emanuele Montibeller.

Si può passeggiare tra opere originali di architetti e artisti quali Alejandro Aravena, Mariangela Gualtieri, Michele De Lucchi, Kengo Kuma, Quayola, David Svensson, Pascale Marthine Tayou, Matteo Thun.

Il dialogo silenzioso tra arte e natura – ammesso vi siano differenze tra le due realtà – è quanto di più contemporaneo ci sia: permette di vivere una sosta rigenerante lontano dalle finzioni della giornata quotidiana, di solito impostata sull’aspetto meno ludico dell’esistenza. Alle presenti, si aggiungeranno altre opere, come fossero arti di un organismo vivo, in perenne evoluzione.

Cosa non trascurabile: al centro visitatori, il ristorante Casa Luigi offre un ristoro gourmet molto apprezzato da chi si è messo in cammino. Ricordatevi anche di visitare la mostra L’arte è wow!, che presenta una selezione delle oltre 2 mila opere realizzate a Dynamo art factory, progetto speciale di Dynamo camp con Terapia ricreativa Dynamo.

Ci accorgiamo, compulsando agende e cataloghi, che le distrazioni d’arte, nella rovente estate italiana, sono un’infinità, segno di grande fermento sotto il cielo. A Monreale, nel complesso monumentale normanno, fino all’8 dicembre sono esposte un centinaio di opere con un filo conduttore: la ceramica dei grandi artisti, da Picasso a Warhol (mostra a cura di Vincenzo Sanfo).

E a Villa Carlotta (Tremezzina, Como), nel giardino botanico forse più bello d’Europa, ecco il progetto artistico di Maria Dompè, dal titolo chilometrico alla Wertmüller: A tutte quelle donne cui non è permesso realizzare i propri sogni. Si tratta di uno spazio plastico intimo e fiorito, un intervento a verde permanente, un’offerta al bosco, dalle donne per le donne.

Autore
Panorama

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