Disco, nudo e leggendario: i suoni “proibiti” del cinema italiano anni ’70 ora diventano culto

  • Postato il 22 maggio 2025
  • Di Panorama
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Per la critica erano soltanto film di serie B e le colonne sonore che li accompagnavano espressioni musicali di infima categoria, sottofondo kitsch di spogliarelli di ragazze dalle pelle di luna, studentesse che seducono gli insegnanti e sensuali taxi girl. In altre parole, sottoprodotti da dimenticare in fretta. Ma non è andata così e quel repertorio 70’s di pellicole e suoni è oggi più che mai oggetto di culto. Non solo per nostalgia, ma anche perché  in un tempo come quello presente, silenziato dalle mille trame del politically correct, i film di cinque decenni fa sembrano venire da un altro pianeta. Parliamo di centinaia di pellicole, una sorta di età dell’oro del cinema nostrano, a volte low cost, tra commedie sexy, crimine, horror e comicità surreale. Un fenomeno tutto made in Italy, una rilettura non convenzionale dei controversi anni Settanta, un mix tra rivoluzione sessuale, rivendicazioni  femministe declinate in chiave nazional popolare e perbenismi borghesi. E poi ancora la comicità in formato bar del quartiere, i leggendari polizieschi e il genere horror al confine con il bagno di sangue. 

Un repertorio diventato iconico e immortale, come le le scene di nudo con Gloria Guida ed Edwige Fenech e l’erotismo di Zeudi Araya, perché perfettamente integrato con un universo sonoro sottostimato con disprezzo dai recensori, ma rimasto per sempre impresso tra i numerosissimi cultori di queste pellicole. Prendiamo un classico: Quando vuoi con chi vuoi, musica di Gianni Ferrio e voce di Gloria Guida, su una base di disco music, funk e gospel, un pezzo che sarebbe andato forte nei loft di New York, dove i primi deejay della storia animavano i party privati con un genere nato per far ballare e che poi sarebbe diventato universale grazie allo Studio 54 e alla Febbre del Sabato Sera. 

«Dico che piuttosto che niente, meglio tutto e subito qui, meglio un sì o un no prepotente che un mezzo nì…» canta Gloria nel film La liceale seduce i professori esibendosi in una discoteca ispirata, si fa per dire, ai dance club della Grande Mela. Classici di un tempo, spesso introvabili e ora raccolti in un doppio album intitolato Red Light Disco – Dancefloor seductions from Italian sexploitation cinema. A curarlo, un insospettabile appassionato del genere, Eli Roth, uno dei protagonisti di Bastardi Senza Gloria di Quentin Tarantino e regista di Hostel, il thriller sanguinolento che ha incassato oltre venti milioni di dollari raccontando la vacanza dell’orrore di due ragazzi in viaggio sui treni d’Europa. 

Disco, nudo e leggendario: i suoni “proibiti” del cinema italiano anni ’70 ora diventano culto
Cam Sugar

«Quando mi sono appassionato alle colonne sonore dei film italiani degli anni Settanta, questi brani erano impossibili da trovare al di fuori dei film» racconta Roth. «Quindi, li estraevo dai dvd per poterli ascoltare, spesso con i dialoghi annessi, perché non riuscivo a trovarli da nessun’altra parte come semplici tracce musicali. Quando l’etichetta CAM Sugar mi ha chiesto di curare questa raccolta, ho realizzato un sogno perché ho avuto accesso ad un archivio con migliaia e migliaia di tracce inedite. Canzoni che non si sentivano più dall’uscita dei film, tutte impeccabili, come se fossero state registrate oggi. Ascoltare questo vinile è come essere catapultati in una scena di queste pellicole» racconta. 

Un pezzo di storia del cinema riletto dalla prospettiva della musica da film. Amico di Roth da sempre, Quentin Tarantino è stato un precursore nella riscoperta del sound unico e inimitabile del cinema italiano dei Settanta inserendo all’interno della colonna sonora di Kill Bill Vol.1 il tema portante di 7 note in nero, il thriller di Lucio Fulci del 1977, con il commento sonoro scritto da super professionisti come Fabio Frizzi (fratello di Fabrizio), Cesare Andrea Bixio e dall’arrangiatore compositore e direttore d’orchestra, Vince Tempera, autore anche dell’indimenticabile sigla di Goldrake. 

Sì, perché è bene sottolinearlo, dietro le musiche di queste pellicole vintage, spesso bistrattate, ci sono compositori che sono nella storia della musica italiana. Come Ennio Morricone che ha scritto i brani di Milano odia: la polizia non può sparare (1974). O Come Riz Ortolani, un Golden Globe, tre David di Donatello e tre Nastri d’argento. 

Red Light Disco riporta alla luce L’erotomane, uno stralunato  funky psichedelico di Ortolani disseminato di urla, gemiti e sospiri, colonna sonora dell’omonimo film del 1974 basato sulle bizzarre débacle sessuali dell’avvocato Rodolfo Persichetti (impersonato da Gastone Moschin) con la moglie e pure con l’amante. Un anno dopo, l’icona mondiale della “disco”, Donna Summer, incise i diciassette minuti di Love To Love You Baby, infarcito di gemiti sexy e orgasmi simulati. 

E poi, ancora, sempre da Red Light Disco, e sempre nel segno della disco music, I’m Number one, tratta dal film cult Eros Perversion, una sorta di musical erotico ispirato a La dodicesima notte di William Shakespeare, con la colonna sonora di Nico Fidenco, autore di Legata a un granello di sabbia, forse il primo tormentone estivo di sempre, ma anche delle musiche che accompagnavano un altro film cult spagnolo del 1972, La strana legge del Dott. Menga (titolo originale No desearás a la mujer del vecino). 

In definitiva, i film e le musiche scritte per il cinema di cinquant’anni fa sono l’istantanea di una contaminazione totale tra alto e basso. Grandi compositori al servizio di un cinema “minore”, cantanti pop che si misurano con l’arte della colonna sonora, attrici che cantano, direttori d’orchestra che si dilettano sulle ritmiche funky. Come Vassil Tomov Kojucharov, classe 1937, direttore d’orchestra formatosi al conservatorio di Mosca e compositore del tema dance che accompagna le immagini di Nude Odeon (1978), un cosiddetto “Mondo Movie” in cui le voci fuori campo di un uomo e una donna commentano le pratiche sessuali più originali degli angoli più sperduti del mondo tra sex toys di prima generazione e acrobazie erotiche ispirate a rituali primordiali. Un delirio. Come gli anni Settanta. 

Autore
Panorama

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