Disabili e concerti: Una Legge Live For All “per un accesso equo al mondo degli spettacoli dal vivo”. Ecco le dieci proposte concrete presentate in Senato

  • Postato il 4 luglio 2025
  • Musica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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In Senato, ieri giovedì 3 luglio, con una conferenza stampa il Comitato per i concerti accessibili e l’Associazione Al.Di.Qua.Artists (Alternative Disability Quality Artists) hanno illustrato un elenco di istanze “volte a realizzare un sistema dello spettacolo equo e paritario per le persone con disabilità nel pubblico e per i professionisti sul palco”. Da qui nasce il manifesto Una Legge Live For All.

In esame la proposta di legge n. 1536 in materia di partecipazione agli spettacoli dal vivo delle persone con disabilità, ferma ormai da mesi in Commissione Cultura alla Camera dei deputati. Sono stati presentati gli emendamenti ad hoc ispirati Una Legge Live For All. “Dall’altro lato, si richiede l’assunzione di impegni precisi da parte del Governo – si legge nella nota diramata alla stampa – per garantire i diritti di artisti e lavoratori dello spettacolo con disabilità, assicurando pari opportunità e il pieno riconoscimento della loro professionalità”.

Una Legge Live For All si concentra su dieci obbiettivi in particolare. Per l’accesso agli spettacoli dal vivo per il pubblico di persone con disabilità: 1) prenotazione e acquisto in condizioni di parità rispetto a tutti gli altri, secondo procedure chiare, accessibili, trasparenti e non modificabili di volta in volta a discrezione dell’organizzatore 2) Comunicazione pubblica, obbligatoria e trasparente del numero massimo disponibile di posti accessibili, definiti in base a criteri percentuali univoci, predeterminati e verificabili preventivamente dal pubblico 3) Visibilità e fruibilità piene per ogni spettatore, con ogni tipo di disabilità fisica, sensoriale e cognitiva 4) Eliminazione della pratica delle “aree dedicate”, separate e discriminatorie, per consentire alle persone con disabilità di partecipare agli eventi insieme al proprio gruppo di amici 5) Applicazione rigorosa dei principi della progettazione universale per tutte le strutture di nuova costruzione e per qualsiasi intervento di riqualificazione o ristrutturazione di quelle esistenti.

Per l’accesso agli spettacoli dal vivo per lavoratrici e lavoratori con disabilità: 6) Istituzione di un fondo dedicato per coprire i costi di accessibilità necessari a garantire autonomia ed eque condizioni professionali nelle fasi di produzione e tournée 7) Messa in accessibilità di tutte le Open Call di settore 8) Messa in accessibilità dei programmi di formazione delle accademie e preparazione degli insegnanti a pratiche e metodologie inclusive e accessibile, finalizzate a promuovere una cultura paritaria e antidiscriminatoria fin dai primi stadi dell’educazione artistica 9) Alla luce della natura intermittente del lavoro artistico, rivalutazione delle norme sul limite di reddito che fanno decadere da sostegni assistenziali (ad esempio la pensione di invalidità) in caso di superamento anche solo per un’annualità 10) Rimozione di tutte le barriere – fisiche, sensoriali, cognitive e culturali – per garantire l’accesso professionale di artisti con disabilità in tutti gli ambiti dello spettacolo: formazione, produzione e distribuzione.

“Quello alla cultura è un diritto garantito non solo dalla Convenzione ONU ma anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo – ha detto Lisa Noja, avvocata, consigliera in Regione Lombardia già deputata della XVIII Legislatura -. Ma senza norme chiare e perentorie questo diritto è costantemente violato, come sperimentiamo ogni giorno sulla nostra pelle. Non è più il tempo delle concessioni lasciate alla buona volontà dei singoli, il Parlamento deve approvare una legge davvero rispettosa principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione e che rispetti davvero i diritti di tutte le persone con disabilità. Allo stesso modo, è necessario che il Governo assuma misure efficaci e strutturali per garantire a professionisti dello spettacolo con disabilità parità di accesso e pari opportunità”.

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Il Fatto Quotidiano

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