“Dirige l’orchestra Beppe Vessicchio”: addio al maestro gentile che ha insegnato all’Italia ad ascoltare la musica (e il silenzio). Da Sanremo ad Amici, una vita con la bacchetta in mano
- Postato il 8 novembre 2025
- Musica
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Dirige l’orchestra Beppe Vessicchio”. L’Italia dice addio al celebre direttore d’orchestra, compositore e arrangiatore musicale napoletano. Giuseppe “Beppe” Vessicchio aveva 69 anni. Il suo volto rassicurante e il suo sereno portamento verranno ricordati per la sua costante presenza al Festival di Sanremo come direttore d’orchestra di decine di cantanti in gara a partire dal 1990 quando diresse l’ensemble dei musicisti che accompagnavano Mia Martini in La nevicata del ‘56. Nato a Napoli e li formatosi musicalmente, Vessicchio è stato per anni l’eminenza musicale, il “terzo”, del trio comico dei Trettrè fino a quando gli subentrò Gino Coliandro e la sua carriera volse totalmente verso la musica.
Diplomato in pianoforte, muove i primi passi come arrangiatore per artisti partenopei come Nino Buonocore, Edoardo Bennato, Peppino di Capri, Lina Sastri. Negli anni Ottanta con Gino Paoli compone le melodie di Ti lascio una canzone, Cosa farò da grande e Una lunga storia d’amore. Nel 1990 inizia la sua avventura al festival di Sanremo e lo vincerà per quattro volte accompagnando nel 2000 gli Avion travel con sentimento, nel 2003 Alexia con per dire di no, nel 2010 Valerio Scanu con Per tutte le volte che, nel 2011, Roberto Vecchioni con Chiamami ancora amore. La sua prima volta come arrangiatore di un brano del festival risale al 1986 quando compone assieme a Zucchero il brano Canzone Triste. Nel 2023 la sua improvvisa assenza dall’elenco dei direttori d’orchestra in gara scatena un simpatico putiferio sui social. Da diversi anni era diventato insegnante di musica nel programma di Maria de filippi, Amici. Inoltre da diversi anni si era dedicato ad un esperimento enologico di tutto rispetto.
Vessicchio aveva inventato il metodo FreMAN -Frequenze e Musica Armonico-Naturale- dove le frequenze della musica riuscivano secondo lui “ad intervenire sull’equilibrio della composizione del vino, sui tannini, sui polifenoli, quindi riescono miratamente a darci un nuovo equilibrio”. Aveva così prodotto diverse annate di vini rossi in primis un ottimo Barbera.
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