Diplomazia e opinione pubblica internazionale per una pace giusta in Ucraina
- Postato il 23 novembre 2025
- Esteri
- Di Formiche
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Donald Trump ha dichiarato che i 28 punti per l’ Ucraina sono trattabili. E c’è di più. Secondo quanto ha scritto stanotte il Washington Post in una corrispondenza da Halifax alcuni senatori Repubblicani e Democratici hanno parlato con il segretario di Stato Marco Rubio il quale avrebbe negato che il piano sia frutto dell’ amministrazione Usa, ma che esso contiene la lista dei desideri (wishful list) dei russi. È seguita una smentita, ma resta una certa confusione in materia. Nel frattempo Vladimir Putin ha dichiarato che si tratta di una buona base per i negoziati a condizione che la Casa Bianca convinca gli ucraini e gli europei della bontà delle proposte.
In questa situazione di incertezza oggi tutti i riflettori sono puntati sull’ incontro a Ginevra tra la delegazione Usa guidata dallo stesso segretario di Stato Rubio e una squadra di negoziatori ucraini inviati dal presidente Vladimir Zelensky. All’incontro parteciperanno a fianco dell’Ucraina rappresentanti di Regno Unito, Italia, Germania e Francia e Ue. Per Palazzo Chigi sarà presente il Consigliere Diplomatico di Giorgia Meloni , Fabrizio Saggio. Ieri al al G20 in corso a Johannesburg sono state espresse alcune significative critiche alla bozza del piano. Come sintetizza il Messaggero, le criticità dei leader politici (e condivisi anche da Meloni) riguardano le concessioni territoriali alla Russia e l’indebolimento delle forze armate ucraine. Si è inoltre sottolineata la assoluta necessità di un ruolo proattivo che Nato e Ue dovranno avere all’interno dei negoziati di pace.
In questa fase convulsa intendo focalizzare tre punti all’attenzione dei decisori: a) l’avvio dei negoziato dovrebbe prevedere (come è avvenuto nel caso di Gaza) una precisa scadenza per l’avvio del cessate il fuoco; b) come parte integrante delle garanzie di sicurezza si dovrebbe indicare la composizione della forza militare multinazionale che avrà il compito di sorvegliare la buffer zone senza preclusioni pretestuose e sotto l’egida del Consiglio di Sicurezza che stranamente non è mai citato nei 28 punti; c) e, infine, rivedere radicalmente quanto previsto nel punto 21 comma D relativo al ritiro delle forze ucraine. Questo aspetto è centrale per la comunicazione di Putin.
Mentre all’Ucraina basterebbe un onorevole “pareggio”, a Vladimir Putin non basta salvare la faccia. Dopo 4 anni di risultati davvero modesti e l’immensa perdita di vite umane dei militari russi, Putin deve apparire come vincitore. Sotto questo profilo la possibilità di filmare i carri armati e la fanteria ucraina che si ritira dalle posizioni mantenute per quattro anni di guerra (a durissimo prezzo) rappresenta ciò che a Putin interessa di più. In genere chi si ritira è l’ aggressore, non l’aggredito se non in caso di resa. Sotto questo profilo ha ragione Zelensky quando sostiene che è in gioco la dignità della Nazione, altro che pace giusta! Se si vuole creare una zona cuscinetto (buffer zone) va benissimo, ma entrambe le parti dovrebbero ritirarsi in modo simmetrico. Vedremo nei prossimi due o tre giorni quali saranno gli sviluppi diplomatici.
L’auspicio è che cessino al più presto presto i bombardamenti russi che giorno e notte colpiscono con ferocia la popolazione e le città dell’Ucraina. Ma anche l’opinione pubblica internazionale conta. Mentre a Ginevra si incontrano le delegazioni dei governi, oggi a Roma (come in altre città europee) si volgerà una grande manifestazione di solidarietà con l’Ucraina. Io ci sarò. In queste ore drammatiche considero, infatti, un preciso dovere morale solidarizzare con il popolo ucraino. Spero che all’ accorato appello e alla manifestazione lanciata dalle associazioni degli ucraini in Italia aderisca il maggiore numero di cittadini.
Aggiungo che è fondamentale anche l’adesione e la partecipazione dei partiti politici (leader e attivisti). Sarà la prova della coerenza di comportamento della politica italiana. Lega, AVS e Movimento 5 Stelle hanno posizioni ambigue sull’Ucraina. Certo chi non può mancare è Arianna Meloni per FdI ed Elly Schlein per il Pd… Sarà interessante verificare, infine, quanti pacifisti (e quanti pro-Pal) saranno in piazza nel corteo che partendo dal piazza dell’ Esquilino alle 15 arriverà a San Giovanni. Se diserteranno la manifestazione sarà la prova della faziosità dei finto-pacifisti.