Dimissioni, elezioni, nuovo premier. Cosa succede ora in Francia?

  • Postato il 6 ottobre 2025
  • Estero
  • Di Agi.it
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Dimissioni, elezioni, nuovo premier. Cosa succede ora in Francia?

AGI - In Francia si moltiplicano reazioni contrastanti e critiche al discorso del primo ministro uscente Sebastien Lecornu, che da Matignon ha spiegato i motivi delle sue dimissioni. Plauso del leader socialista Olivier Faure a Lecornu che "si è appena dimesso con dignità e onore". Il primo segretario del Partito Socialista ha reso un sentito omaggio al primo ministro dimissionario Lecornu, dopo il suo discorso: "Mi chiedevo se fosse rimasto un solo gollista in questo Paese. Ce n'era uno, e si è appena dimesso con dignità e onore", ha scritto su X.

Secondo diversi analisti politici, che citano esponenti sia della maggioranza che dell'opposizione, nel suo discorso Lecornu ha soltanto attaccato diverse forze politiche, denunciando in particolare le "rivendicazioni" e "l'ego" dei loro leader in vista delle presidenziali del 2027, addossando quindi a questi le sole responsabilità delle sue dimissioni.

Di conseguenza, tutte le attenzioni e rivendicazioni sono ora rivolte in direzione del presidente Emmanuel Macron, di cui sono in tanti a chiedere in primis un discorso alla nazione, auspicando poi lo scioglimento del Parlamento, come sollecitato dal partito di estrema destra di Le Pen e Bardella, attualmente riuniti al quartier generale del Raggruppamento nazionale (Rn).

Altre forze politiche, sia di maggioranza che all'opposizione, chiedono invece le dimissioni del titolare dell'Eliseo, considerato come il primo responsabile della crisi politica senza precedenti nella V Repubblica e fonte di destabilizzazione del Paese. Tra queste voci c'è quella del sindaco di Cannes, David Lisnard, di Lr, che ha scritto su X che "gli interessi della Francia richiedono che Emmanuel Macron programmi le sue dimissioni, per preservare le istituzioni e risolvere una situazione inevitabile dopo l'assurdo scioglimento". "È il principale responsabile di questa situazione. La Quinta Repubblica e il futuro del nostro Paese sono in gioco", ha aggiunto Lisnard.

Il vicepresidente dei Repubblicani, Francois-Xavier Bellamy, ha invece affermato che il suo partito non aveva nulla "da temere da uno scioglimento", escludendo qualsiasi responsabilità per Lr qualora Macron dovesse indire elezioni legislative anticipate. "Lr non avrebbe potuto offrire un ultimo urrà" al partito di Macron, ha aggiunto, ricordando che il suo partito aveva ottenuto diversi successi negli ultimi mesi durante le elezioni legislative parziali.

Xavier Bertrand presidente della regione Hauts-de-France del Partito Repubblicano (Lr) ha esortato il presidente della Repubblica a "parlare", sottolineando che "è urgente che (Emmanuel Macron) torni a presiedere il nostro Paese". Bruno Retailleau, invece, non ha rilasciato alcune dichiarazione ma si rivolgerà alla nazione in un atteso intervento sull'emittente Tf1 alle 13. In un post su X, l'ex primo ministro Bernard Cazeneuve, il cui nome è circolato più volte come candidato alla carica di premier sotto Macron, ritiene che "a causa dell'irresponsabilità ai massimi livelli, di combinazioni mediocri e di ambizioni solitarie, il nostro Paese sta crollando, le nostre istituzioni stanno vacillando". "Dobbiamo collettivamente al popolo francese una soluzione degna di lui", aggiunge, chiedendo "un balzo in avanti".

Il leader della France Insoumise Jean-Luc Melenchon propone "una riunione questo pomeriggio" ai partiti di sinistra, fondatori della Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale (Nupes) nel 2022, poi del Nuovo Fronte Popolare nel 2024, per "considerare tutte le possibili opzioni che questa situazione apre". "Si sta delineando una situazione politica senza precedenti storici. Abbiamo il dovere di rispondere dando nuovamente voce al popolo", ha scritto Melenchon, in vista di un possibile scioglimento dell'Assemblea Nazionale.

Clementine Autain (Nuovo Fronte Popolare) ritiene che la nomina di una figura di sinistra a Matignon rappresenti "la fine di questa carneficina". "Con le dimissioni di Sebastien Lecornu, il partito di Macron e' in agonia. Sta facendo sprofondare il Paese in una crisi di regime", ha reagito Autain, deputata del Nuovo Fronte Popolare in Seine-Saint-Denis su X. "Invito la sinistra e gli ecologisti ad affermare congiuntamente la nostra volontà di governare. E a prepararci insieme a tutte le eventualità di elezioni anticipate", ha aggiunto, ritenendo che la nomina di un primo ministro di sinistra sia "la via d'uscita da questa carneficina".

"Lo scioglimento è un'altra opzione per il presidente Macron, le cui richieste di dimissioni non possono che aumentare", ha aggiunto la parlamentare. "Mentre vinciamo battaglie di idee, come la legge Duplomb o la tassa Zucman, mentre si organizza la mobilitazione sociale e sindacale, la sinistra politica deve adeguarsi al ritmo accelerato degli eventi", ha concluso. La segretaria nazionale degli Ecologisti, Marine Tondelier, ha annunciato su X che il suo partito aveva convocato un "consiglio politico d'urgenza" e che avrebbe comunicato i risultati "al termine".

"Fin dal giorno della sua nomina, all'inizio di settembre, vi ho detto che l'equazione di Lecornu era insolubile. Perche' le stesse cause - un macronista a Matignon nonostante la sconfitta alle elezioni - portano inevitabilmente alle stesse conseguenze", ha dichiarato. "La grande sorpresa e' che abbiamo un governo che si dimette prima ancora del discorso di politica generale del primo ministro", aveva dichiarato in precedenza Tondelier su France Info, deplorando una situazione "tragica".

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Autore
Agi.it

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