Dilazionati e contenti, perché agli italiani piace pagare a rate
- Postato il 11 maggio 2025
- Di Panorama
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A pagare c’è sempre tempo, recita un vecchio adagio. Ma mai come nel commercio online è diventato di attualità e ora ha anche una sigla BNPL, acronimo per Buy Now Pay Later, cioè «compra ora e paga dopo». Per il popolo dei consumatori compulsivi ma anche per quelli meno accaniti nello shopping, entrambi comunque attenti al proprio bilancio, è la soluzione giusta. Si fa zapping su una delle numerose piattaforme di e-commerce, si individua l’oggetto del desiderio, si ordina ma si salda il debito in un secondo momento. L’obiettivo del Buy Now Pay Later è spingere gli acquisti, ammettendo le rate per qualsiasi prodotto, anche quelli più a buon mercato come un profumo, una tuta da poche decine di euro, un maglione. Il tutto a interessi zero per il consumatore. Questa formula di pagamento a rate (almeno tre, in genere) ha avuto una vera esplosione durante il Covid, ma la crescita è continuata anche dopo. Secondo l’Osservatorio Innovative Payments – School of Management del Politecnico di Milano, il BNPL nel 2024 è aumentato del 45 per cento su base annua e ha raggiunto un totale cumulato di 6,8 miliardi di euro. A gennaio 2025 la crescita è stata del 27,5 per cento rispetto allo stesso mese del 2024 (Rapporto sul credito di Experian). Un’indagine dell’Osservatorio Compass-HeyLight, condotta su oltre 1.200 consumatori, ha fatto emergere che il tasso di familiarità con questa soluzione è pari al 74 per cento, mentre il numero degli utilizzatori è salito dal 9 al 19 per cento in un anno.
La dilazione di pagamento si conferma anche un importante fattore di fidelizzazione: per tre intervistati su quattro se un negozio fisico oppure online offrisse la possibilità di rateizzare il pagamento, ciò sarebbe certamente un incentivo per tornare ad acquistare. Indicazione che sale al 94 per cento tra chi ha già utilizzato soluzioni di BNPL. Uno degli aspetti più rilevanti è che questo meccanismo di pagamento a rate diventa per il 60 per cento degli utilizzatori un «facilitatore» per accedere a prodotti di fascia premium. Il 38 per cento di chi ha usufruito del servizio dichiara inoltre che, in assenza della possibilità di rateizzare il pagamento, avrebbe rinunciato o rimandato l’acquisto, mentre un ulteriore 18 per cento avrebbe optato per un acquisto con un ticket più basso. Solo il 44 per cento avrebbe confermato lo shopping alle stesse condizioni. Il fenomeno sta superando, come tassi di crescita, i tradizionali trasferimenti dei portafogli digitali come Apple Pay, Google Pay e Samsung Pay. Al punto che giganti come PayPal, Visa, American Express e Citibank hanno lanciato proprie opzioni di BNPL. Tra le app per e-commerce più attive in questa forma di pagamento ci sono Klarna, Clearpay e l’italiana Scalapay. E proprio Scalapay, nel suo report The State of Shopping 2025, stima che entro il 2030 i sistemi di pagamento «alternativi» – tra cui anche il BNPL – rappresenteranno l’82 per cento delle transazioni globali nell’e-commerce, segnando il definitivo sorpasso sulle carte di credito e debito.
Lo scorso anno, la community di Scalapay risultava formata al 54 per cento da donne e al 46 per cento da uomini, con una netta preponderanza della fascia di consumatori con un’età tra i 18 e i 34 anni, dunque giovani e nativi digitali, mentre il valore medio degli ordini ha raggiunto il suo picco nella fascia 35-44 anni, con uno scontrino medio leggermente superiore ai 135 euro e di ben 482 euro nei viaggi. Certo, non mancano gli aspetti negativi come il rischio di sovraindebitamento soprattutto per i più giovani, attirati dalla facilità di questo strumento che se non gestito nel modo corretto espone al pericolo di non riuscire a saldare le rate. Per questo il Financial Times ha parlato direttamente di «trappole per Millennials», poiché i ragazzi sarebbero spinti a spendere soldi che non possiedono e poi a indebitarsi per onorare il debito
Sui rischi mette l’accento il Codacons, l’associazione di difesa dei consumatori. «È un’opzione pericolosa. A differenza degli acquisti a rate, dove l’utente è consapevole degli interessi che gli vengono applicati e delle conseguenze di un mancato pagamento, questa modalità non consente ai consumatori di capire in modo adeguato la tipologia di contratto che si sta sottoscrivendo» afferma il portavoce del Codacons, Stefano Zerbi. E spiega: «L’immediatezza con cui si effettua l’operazione e l’assenza di interessi o sovracosti per la diluizione dei pagamenti genera infatti un effetto psicologico che spinge i consumatori ad acquistare con estrema facilità senza rendersi conto dell’indebitamento cui si va incontro, proprio a causa dell’assenza della corretta percezione dell’obbligazione assunta. Senza contare che in caso di ritardo nei pagamenti vengono applicate commissioni che possono raggiungere il 15 per cento del valore dell’ordine». Proprio per regolamentare il settore l’Unione europea ha introdotto la nuova direttiva sul Credito ai consumatori, che entro il prossimo novembre i Paesi membri dovranno recepire, in base alla quale le grandi piattaforme di e-commerce non potranno più offrire soluzioni di pagamento con rateizzazioni che vadano oltre i 50 giorni. Il Buy Now Pay Later sarà equiparato a tutti gli effetti a un’attività creditizia, per cui i soggetti operativi nel settore, diversi dagli istituti di credito, dovranno verificare la fattibilità della richiesta di rateizzazione della spesa valutando anche il merito creditizio del richiedente. Un passo in avanti verso la regolamentazione di un nuovo modo di fare commercio.