“Diffamanti e discriminatorie”, il Liguria Pride querela la consigliera comunale di FdI per le frasi sulla ‘ideologia gender’

  • Postato il 18 settembre 2024
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Genova. C’è anche l’ex assessora e oggi consigliera di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, Laura Gaggero, tra le persone querelate dal comitato Liguria Pride per le polemiche scoppiate intorno all’organizzazione del Village Kids, evento collaterale al Pride, andato in scena ai Giardini Luzzati. Il comitato ha denunciato altre sette persone, tra cui l’amministratore della pagina Facebook ‘Azione Cultura e Tradizione’, che hanno a vario titolo e in varie modalità sostenuto che il Liguria Pride avrebbe “indottrinato”, “fatto violenza” e “adulterato e manipolato” le menti dei bambini.

“Le affermazioni espresse sui social, su testate giornalistiche e anche in consiglio comunale – prosegue il coordinamento – rappresentano attacchi lesivi dell’immagine e della credibilità delle persone volontarie e delle associazioni che animano l’associazione Liguria Pride odv. Parole offensive, violente e diffamanti, di evidente matrice discriminatoria e potenziali generatrici di campagne d’odio”.

Un passo indietro. Era il giugno del 2024 quando a Genova scoppiava la polemica sul programma del Village Kids, spazio che il comitato Liguria Pride, organizzatore della manifestazione per i diritti Lgbtqia+, aveva previsto per i bambini ai Luzzati. L’iniziativa era stata oggetto di aspre contestazioni da parte di alcuni consiglieri della Lega in Comune, che avevano chiesto all’amministrazione comunale di “prendere una posizione in merito all’evento” e al sindaco Marco Bucci di intervenire “per avere chiarimenti in merito a un evento che ha come tema la diffusione della teoria gender tra i bambini”.

Il tema era quindi approdato anche in consiglio comunale, nel corso di una seduta dai toni accesissimi in qui la consigliera comunale di Fratelli d’Italia Laura Gaggero si era scagliata duramente contro il Village Kids, che prevedeva incontri e laboratori didattici su diversi argomenti. Tra questi il laboratorio “Infinite Famiglie” tenuto da Edusex Aps, associazione che si occupa appunto di educazione sessuale e affettiva, che aveva suscitato le proteste più veementi, come ricorda lo stesso Liguria Pride. È stato in questa sede che Gaggero aveva parlato di “volontà di manipolare le menti dei bambini per modificare la percezione della vita e della sessualità”.

“Nella seduta del consiglio comunale dell’11 giugno 2024 i consiglieri comunali della Lega e la assessora Gaggero sollevano la questione rivolgendo ufficiale e formale appello al sindaco affinché ‘intervenga prima che si diffonda la teoria gender’ – sottolineano dal coordinamento – Un tentativo di vera e propria censura invocata sulla base della fantomatica e non ben definita ‘ideologia gender’. Abbiamo raccolto in un dossier tutte queste uscite pubbliche, ora nelle mani degli inquirenti. L’evocazione intenzionale di argomenti pruriginosi, il rimando a concetti di matrice sessuale del tutto estranei al contenuto dei laboratori, mostrano chiaramente la consapevolezza di ricorrere a diffamanti insinuazioni senza scrupolo di verifica dei fatti. Si tratta di espressioni coscientemente offensive che non rientrano nel diritto di critica e di informazione. Si aggiunga che la pubblicazione di dette insinuazioni sul web e sui social network, vista la potenzialità di diffusione, ne amplifica esponenzialmente l’effetto lesivo”.

“A questa propaganda negativa e diffamante abbiamo deciso di rispondere con la querela legale, sostenut* dagli avvocat* Stefania Moscardi e Matteo Mammini – concludono dal coordinamento, che ha presentato la querela ai carabinieri – per anche per dare un segnale alla comunità queer e lgbtqia+ che non subiamo in silenzio, che vogliamo far fallire sul nascere ogni campagna d’odio e contrastare la cultura discriminante che ne è matrice, che per prevenire ogni violenza è necessario smascherare chi instilla credenze sulla presunta superiorità morale e biologica delle persone etero cisgender bianche e occidentali. Mettiamo alla prova il sistema giuridico, che chi ha voluto affossare il ddl Zan ci ha presentato come già attrezzato alla tutela delle persone lgbtqia+”.

Autore
Genova24

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