Dieci padiglioni extraeuropei da seguire alla Biennale Architettura 2025

  • Postato il 6 maggio 2025
  • Architettura
  • Di Artribune
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Si conclude con una panoramica che raccoglie dieci stati extraeuropei il percorso di avvicinamento alle 19. Mostra Internazionale di Architettura, che per il 2025 riunisce complessivamente 66 partecipazioni nazionali, tra Giardini, Arsenale e nel centro storico di Venezia. Dopo Medio Oriente ed Europa, un’ultima overview di respiro globale in attesa delle prime immagine e impressioni dalla Laguna.

Repubblica dell’Uzbekistan – A Matter of Radiance

Heliocomplex Sun, field of heliostats, Tashkent, Uzbekistan, 2021, photo by Armin Linke, Courtesy of the Uzbekistan Art and Culture Development Foundation (ACDF)
Heliocomplex Sun, field of heliostats, Tashkent, Uzbekistan, 2021, photo by Armin Linke, Courtesy of the Uzbekistan Art and Culture Development Foundation (ACDF)

I curatori Ekaterina Golovatyuk e Giacomo Cantoni (dello studio GRACE) hanno scelto di concentrare il padiglione sull’eredità modernista dell’Uzbekistan, a partire da un esempio concreto: il Sun Institute of Material Science. Costruito nel 1987 vicino a Tashkent, fu uno degli ultimi grandi progetti scientifici dell’ex URSS. Dalle sue dimensioni estreme, in linea con le logiche del passato sovietico, agli eventi storici che ne hanno impedito l’ascesa come infrastruttura all’avanguardia, “rivive” a Veneziaattraverso una serie di frammenti, trasportati dall’Uzbekistan o ricostruiti ad hoc.

Curatori: GRACE (Ekaterina Golovatyuk, Giacomo Cantoni)

Sede: Arsenale

Giappone – In-Between

Perspective of Pilotis of the Japan Pavilion ©SUNAKI (Toshikatsu Kiuchi and Taichi Sunayama)
Perspective of Pilotis of the Japan Pavilion ©SUNAKI (Toshikatsu Kiuchi and Taichi Sunayama)

Pareti, percorsi, terrazza, pensilina, persino l’albero interno: l’intero padiglione giapponese, incluse le presenze umane che lo attraversano e i professionisti scelti per la Biennale Architettura 2025, divengono parte di un esperimento finalizzato a generare una situazione di scambio, tra reale e immaginario. A ispirarla è il concetto nipponico di “ma”, che si riferisce a un intervallo, a uno “spazio-tempo intermedio”.

Curatori: Jun Aoki

Sede: Giardini

Repubblica di Corea – Little Toad, Little Toad: Unbuilding Pavilion

Padiglione Centrale, Giardini. - Courtesy La Biennale di Venezia
Padiglione Centrale, Giardini. – Courtesy La Biennale di Venezia

Prendendo in prestito una canzone popolare coreana per bambini, il cui testo è ricco di riferimenti alla casa e al rifugio, il padiglione celebra il proprio trentennale con una forma di indagine introspettiva. Riesamina sé stesso e ripercorre la propria storia con una narrazione affidata nientemeno che a un rospo: simbolo di trasformazione erigenerazione per molte culture, prova a immaginare anche i futuri scenari anche per la Biennale.

Curatori: CAC (Dahyoung Chung, Heejung Kim, SungkyuJung)

Sede: Giardini

Cina – Co-Exist

Ma Yansong, Pavilion of China. Chinese Paper Umbrella, rendering
Ma Yansong, Pavilion of China. Chinese Paper Umbrella, rendering

Umanità e natura devono essere il fulcro della nuova era. Lo sostiene l’architetto cinese Ma Yansong, tra i più affermati progettisti del grande Paese asiatico nonché fondatore dello studio MAD Architects: è lui il curatore del padiglione nazionale. In CO-EXIST dieci opere esplorano l’interazione tra la filosofia tradizionale cinese e la rapida evoluzione della tecnologia contemporanea, sullo sfondo di un territorio vastissimo reduce da quattro decenni di urbanizzazione senza precedenti.

Curatori: Ma Yansong

Sede: Arsenale – Magazzino delle Cisterne, Castello 2169/F

Uruguay – 53,86% Uruguay, País Agua

53,86% Uruguay, país agua. Image by SEI FONG Studio
53,86% Uruguay, país agua. Image by SEI FONG Studio

L’acqua come risorsa e, soprattutto, come struttura chiave per la cultura, l’economia e la geopolitica contemporanea: questo il punto di partenza del padiglione del paese sudamericano, che sollecita un cambio di paradigma nella progettazione delle città, affinché si pongano in sintonia con i cicli naturali di questo fondamentale elemento.

Curatori: Katia Sei Fong, Ken Sei Fong, Luis Sei Fong

Sede: Giardini

USA – Porch: An Architecture of Generosity 

“PORCH” Exterior: New porch, canopy, seating, and activities in the courtyard of the U.S. Pavilion lookingsoutheast towards the Nordic and Danish Pavilions. Rendering by Luxigon. Courtesy the Co-Commissioners of the U.S. Pavilion

Riunendo i contributi di un’open call nazionale, il primo padiglione della seconda presidenza Trump raccoglie installazioni che interpretano l’archetipo architettonico del portico, sottolineandone le valenze a livello sociale e climatico, nonché il ruolo di confine tra natura e architettura.

Curatori: Peter MacKeith, Fay Jones School of Architecture and Design, University of Arkansas

Sede: Giardini

Canada – Picoplanktonics

Robotic biofabrication platform, ETH Zurich, 2024. Photo: Beda Schmid
Robotic biofabrication platform, ETH Zurich, 2024. Photo: Beda Schmid

Anziché sfruttare il pianeta, possiamo iniziare a ripararlo per garantire una speranza di sopravvivenza alla specie umana? Il padiglione canadese spinge a a riconsiderare una particolare specie di cianobatteri marini (picoplancton), che fu tra le prime forme di vita sulla Terra. Perché? Possiede, infatti, la (cruciale) capacità di ridurre l’anidride carbonica atmosferica.

Curatori: Living Room Collective (Andrea Shin Ling, Nicholas Hoban, Vincent Hui and Clayton Lee)

Sede: Giardini

Argentina – Siestario

Overview Arsenale. Photo by Andrea Avezzù - Courtesy La Biennale di Venezia
Overview Arsenale. Photo Andrea Avezzù – Courtesy La Biennale di Venezia

Ampiamente impiegato nelle campagne argentine come copertura temporanea, ma anche nelle piscine estive o per offrire riparo agli animali, a Venezia il silobag sovverte le sue origini industriali e ribalta la reputazione di opera di ingegno locale per svelare potenzialità architettoniche. Diventa, infatti, spazio di relax e contemplazione collettiva, in cui fermarsi, riposare, sognare.

Curatori: Juan Manuel Pachué, Marco Zampieron

Sede: Arsenale

Azerbaigian – Equilibrium. Patterns of Azerbaijian 

Zangilan Mosque. Credits Adil Yusifov
Zangilan Mosque. Credits Adil Yusifov

Per il suo esordio alla Biennale Architettura di Venezia, l’Azerbaigian riunisce progetti dell’Azerbaijan Development Company (ADEC), di Simmetrico Architettura e Adalat Mammadov accomunati dal perseguire il principio Rigenerare. Innovare. Preservare. Un focus sulla rigenerazione, poiché secondo la curatrice “preservando al contempo il patrimonio culturale, ogni opera enfatizza l’importanza della solidarietà e della fiducia tra le gens (persone) come motori vitali per l’efficacia di qualsiasi forma di intelligenza.”

Curatori: Nigar Gardashkhanova

Sede: Castello 2127/A (vicino all’Arsenale)

Repubblica del Togo – Uno sguardo sul patrimonio architettonico del Togo

Studio NEiDA copyright photo Wody Yawo
Studio NEiDA copyright photo Wody Yawo

Debutto anche per il Togo, che nel palcoscenico internazionale offerto dalla Biennale porta in scena le traiettorie architettoniche interne, concentrandosi sui temi della conservazione e della trasformazione a cavallo tra il XIX e il XX Secolo.

Curatori: Jeanne Autran-Edorh, Fabiola Büchele (Studio NEiDA)

Sede: Squero Castello, Salizada Streta, Castello 368

Valentina Silvestrini

L’articolo "Dieci padiglioni extraeuropei da seguire alla Biennale Architettura 2025" è apparso per la prima volta su Artribune®.

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Artribune

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