Dermatite bovina, stop a movimentazione in Sardegna e sequestro di un allevamento in Lombardia

  • Postato il 27 giugno 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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È una malattia virale che non è presente in Europa, ma si sono registrati casi in Sardegna e Lombardia. Si tratta della dermatite nodulare contagiosa (Lumpy Skin Disease, Lsd) malattia virale che colpisce i bovini e i bufali trasmessa da vettori come zanzare, mosche o zecche, caratterizzata dalla comparsa di noduli sulla pelle, febbre e riduzione della produzione di latte, e può portare anche alla morte degli animali. Il caso lombardo è stato confermato in un allevamento bovino di Porto Mantovano e la Regione Lombardia ha attivato tutte le misure previste dalle normative europee e nazionali, in accordo con il ministero della Salute. Oltre al sequestro dell’allevamento e all’istituzione delle zone di protezione (20 km) e sorveglianza (50 km), in entrambe le zone sono vietati la movimentazione di bovini per fiere, mostre e mercati e lo spostamento di letame e liquami. Per garantire la continuità produttiva e salvaguardare il comparto, sono previste deroghe, concordate con il ministero della Salute, come il trasferimento di animali vivi provenienti da zone libere verso impianti di macellazione all’interno delle zone di restrizione e il latte, che potrà essere trasportato verso stabilimenti di trasformazione autorizzati, per essere sottoposto a pastorizzazione o a processi idonei alla sicurezza alimentare.

“Abbiamo agito con tempestività e rigore – dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi – applicando tutte le misure sanitarie previste per contenere la diffusione della malattia, che ricordiamo non si trasmette all’uomo né tramite carne né tramite latte. Al tempo stesso, abbiamo ottenuto dal Ministero le deroghe necessarie per non bloccare la filiera, in particolare quella lattiero-casearia. Il trasporto del latte crudo verso i caseifici del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano è consentito: una scelta fondamentale per evitare danni economici ingenti e garantire continuità a una delle produzioni d’eccellenza del nostro territorio”.

È stata deciso invece lo stop alla movimentazione dei bovini, e solo dei bovini, in Sardegna per due mesi a causa di tre focolai attivi nell’Isola. “Abbiamo intenzione di proporre al Consiglio regionale – ha detto Gian Franco Satta – uno stanziamento da 10 milioni di euro per i primi ristori”. Bartolazzi ha assicurato che presto si partirà con le vaccinazioni: “Arriverà dal Sud Africa – ha spiegato – e voglio ricordare che i tempi del blocco delle movimentazioni saranno legati anche agli esiti delle vaccinazioni. Da parte degli esperti dell’Ue ci sono arrivati i complimenti per la tempestività con la quale abbiamo affrontato l’emergenza. Dai primi riscontri – ha riepilogato il titolare della Sanità – è emerso che la dermatite è in Sardegna da circa tre mesi. E i capi infetti finora sono solo trenta: questo significa che non c’è stata una estesa diffusione. E non sono stati riscontrati casi di bovini morti: la mortalità in genere si aggira intorno al 5 per cento”.

Rimangono confermati nell’Isola i casi di Orani (due) e di Orotelli (uno). Più quello del Mantovano, in Lombardia. Proveniente dalla Sardegna? “Stiamo aspettando gli esiti” ha spiegatp l’assessore della Sanità Armando Bartolazzi. Non si aspetteranno i laboratori di Teramo per i Cpr, le analisi del sangue in vista dell’annunciata profilassi? “Si può procedere anche con l’Istituto zooprofilattico in Sardegna – ha precisato l’assessore – Per le vaccinazioni, costi e somministrazioni saranno a carico del ministero: stiamo parlando di un caso nazionale ed europeo. La vaccinazione sarà la più rapida possibile. I prossimi giorni, le prossime settimane, saranno dirimenti per comprendere meglio l’epidemiologia e la diffusione di questa malattia. C’è la parte epidemiologica, poi bisogna verificare l’identificazione degli insetti vettori. Adesso – ha concluso Bartolazzi – dobbiamo metterci in una situazione di cautela massima per quanto concerne la diffusione del virus”.

Foto di archivio

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Il Fatto Quotidiano

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