Denuncia il furto dello scooter perché non sa che gli è stato sequestrato: condannato a sei mesi per falso

  • Postato il 19 settembre 2025
  • Argomento
  • Di Genova24
  • 1 Visualizzazioni
tribunale genova

Genova. Un genovese di 33 anni è stato condannato a sei mesi di reclusione per aver denunciato il furto del suo scooter che in realtà gli era stato sequestrato dalla polizia locale. Ma questo, al momento della denuncia, lui non poteva saperlo.

La vicenda risale al febbraio del 2020. L’uomo, che aveva parcheggiato lo scooter da qualche tempo vicino casa, nel quartiere di Sampierdarena, non lo trova dove lo pensava di averlo lasciato. Così, dopo una lunga e infruttuosa ricerca, si convince che il mezzo gli sia stato rubato. Per questo va in Questura e sporge denuncia.

Solo nove giorni dopo, il 27 febbraio, gli arriva la comunicazione da parte della Polizia Locale: il suo scooter non è stato rubato, ma è sotto sequestro visto che trovato parcheggiato in strada con l’assicurazione scaduta. Il 33enne a quel punto paga la multa e il costo del deposito, rinnova l’assicurazione e pensa che sia tutto a posto. Si dimentica di andare in Questura a ritirare la denuncia e a quella vicenda non ci pensa più.

A distanza di due anni scopre però che e’ stato denunciato proprio per la denuncia che aveva presentato e affronta il processo, assistito dall’avvocata, Paola Pepe.

Nel corso del dibattimento gli stessi poliziotti confermano che al momento della denuncia lui non poteva sapere del sequestro di cui aveva appreso appunto solo nove giorni dopo, confermando quindi di fatto la buona fede dell’uomo. A testimoniare in udienza è arrivato anche l’amico del 33enne che ha raccontato Come lui avesse cercato ovunque lo scooter e fosse disperato per quello che pensava fosse un furto. Era quindi fiducioso nell’assoluzione.

Invece a sorpresa il giudice onorario Gabriele Dallara lo ha condannato a 6 mesi per falso ideologico in atto pubblico. Un reato che presuppone il dolo, vale a dire la consapevolezza di commettere un illecito, volontà che palesemente sarebbe stata esclusa nel corso del processo.“Non solo – spiega l’avvocata Paola Pepe che attende le motivazioni della sentenza per ricorrere in appello – non si capisce neppure quale sarebbe il movente, visto che il mio assistito ha regolarmente dovuto pagare la sanzione amministrativa per riavere il mezzo sequestrato oltre a regolarizzare l’assicurazione. L’accusa nella requisitoria ha detto che il mio cliente ha voluto ‘fare il furbo’, ma non se ne capisce la finalità per questo certamente ricorreremo in appello”.

Autore
Genova24

Potrebbero anche piacerti