Dentro il distretto della rubinetteria del Lago d’Orta, da cui arriva il 15% della produzione mondiale
- Postato il 5 novembre 2025
- Small Giants
- Di Forbes Italia
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Contenuto tratto dal numero di ottobre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!
Tra laghi e montagne, dove il Piemonte degrada verso la pianura novarese e vercellese, esiste un’area industriale che non ha eguali in Europa. È il distretto della rubinetteria e del valvolame, un grappolo di paesi e capannoni attorno al Lago d’Orta, nel Cusio e Valsesia, capace di dettare le regole del gioco in un settore invisibile ma strategico, quello dell’idraulica di precisione. In un’area di poche decine di chilometri, circa 400 imprese e 11mila addetti producono rubinetti e valvole esportati in oltre 130 paesi, con un fatturato complessivo di circa 3 miliardi di euro. In termini di volumi, il distretto del rubinetto e del valvolame rappresenta circa il 30% della produzione italiana e il 15% di quella mondiale.
San Maurizio d’Opaglio, poco più di tremila abitanti affacciati sul lago d’Orta, è la capitale non ufficiale di questo impero manifatturiero. Qui l’acqua è cultura materiale: scorre nei torrenti che alimentavano le prime officine e ora attraversa stabilimenti ultramoderni da cui escono rubinetti e valvole destinati alle cucine di Manhattan come agli hotel di Dubai.
Le origini del distretto del Lago d’Orta
Le radici del distretto affondano in una lunga tradizione metallurgica. Già alla fine del Quattrocento si lavoravano metalli per realizzare campane e utensili in bronzo. Nell’Ottocento e nei primi del Novecento, famiglie di ottonai e peltrai iniziarono a produrre valvole e rubinetti, trovando un mercato in espansione. Il boom edilizio del dopoguerra accelerò la trasformazione: la filiera si specializzò, e ogni famiglia aveva almeno un componente impegnato nella tornitura, nella cromatura o nell’assemblaggio.
Negli anni ‘60 e ‘70, quando il design italiano conquistava il mondo, anche il rubinetto entrò nell’immaginario del made in Italy. Marchi come Rubinetterie Stella, Nobili, Zucchetti e, poco dopo, Gessi portarono il prodotto nella fascia alta dell’arredo bagno. Parallelamente, aziende come Cimberio, Caleffi e Vir consolidarono la leadership nelle valvole industriali, settore strategico per impianti energetici e sistemi di climatizzazione.
Il vantaggio competitivo del distretto sta nella sua densità di competenze. In pochi chilometri si trovano fonderie di ottone, produttori di guarnizioni e minuteria, officine meccaniche in grado di realizzare prototipi su misura in tempi record. “Se un designer immagina un nuovo rubinetto il lunedì, qui il venerdì può avere il primo prototipo”, racconta un imprenditore locale.
Questa prossimità logistica ha permesso al distretto di reagire rapidamente alle crisi. Negli anni Duemila, l’arrivo dei prodotti cinesi a basso costo fu contrastato salendo di fascia, puntando su qualità, certificazioni internazionali, servizio e personalizzazione. È nato così un modello di industrializzazione artigiana, dove il saper fare manuale si unisce alla tecnologia di ultima generazione.
Oltre l’industria
Il distretto non è solo un motore economico: è stato protagonista di una delle più significative operazioni di bonifica lacustre al mondo. Negli anni ‘70 il lago d’Orta era considerato ‘morto’ a causa di decenni di scarichi industriali che ne avevano acidificato le acque. La reazione delle imprese fu rapida: già negli anni ‘80 vennero introdotti sistemi di depurazione e riciclo degli scarti.
La sostenibilità è diventata driver di innovazione. Il consorzio Ruvaris coordina progetti su leghe ecocompatibili, rivestimenti sicuri e soluzioni digitali per la gestione dell’acqua. Iniziative come Ecolago e RisOrta sperimentano l’uso di cozze d’acqua dolce come biosentinelle per monitorare e risanare i sedimenti.
Un esempio emblematico è Fantini Rubinetti, azienda di Pella fondata 78 anni fa e guidata da Daniela Fantini. Con un fatturato di circa 45 milioni di euro, ha trasformato il proprio quartier generale – progettato da Piero Lissoni – in un centro che coniuga design e responsabilità ambientale. Collabora con il Cnr e Legambiente per il monitoraggio delle acque e investe in collezioni sostenibili, come Venezia, con maniglie in vetro di Murano, materiale nobile e riciclabile.
Il distretto della rubinetteria del Cusio è la dimostrazione che l’industria può essere globale senza sradicarsi. Le fabbriche sono integrate nel paesaggio, tra boschi e specchi d’acqua. Il Museo del Rubinetto di San Maurizio d’Opaglio racconta questa storia, dalle prime chiavi inglesi alle tecnologie internet of things per il controllo dell’acqua.
La sfida del futuro è attrarre nuove generazioni di tecnici e designer capaci di unire meccanica di precisione, sensoristica e stampa 3D. La filosofia resta sintetizzata nel motto che accoglie i visitatori del museo: ‘Per un’acqua da bere’. Una visione semplice ma ambiziosa, che ha fatto di un angolo di Piemonte il cuore dell’idraulica mondiale e che potrebbe guidarlo nella prossima rivoluzione industriale.
Le eccellenze del lago
Rubinetterie Stella. Fondata nel 1882 da Pietro Stella a Cireggio, iniziò con la fusione di bronzo e ottone per utensili, dai rubinetti a candelieri, cavatappi e lampade a gas, fino a strumenti musicali. Negli anni Venti la decisione di focalizzarsi sui rubinetti domestici. Le prime serie — Italica (1922), Roma (1926) ed Eccelsa (1929) — diventarono celebri. Sono ancora in produzione e presenti in hotel di lusso come il Savoy di Mosca, il Ritz di Parigi, il Raj Palace di Jaipur e Gritti, Cipriani e Danieli di Venezia. Divenuto simbolo del made in Italy, il marchio ha attraversato difficoltà nei primi anni Duemila e nel 2009 è passato al gruppo Nobili Rubinetterie.
Nobili Rubinetterie. Fondata nel 1954 a Borgomanero da Carlo Nobili, ha rivoluzionato la rubinetteria introducendo tecnologie d’avanguardia e prodotti di alta qualità. Fa fede il complesso industriale di Suno (No), tra i più avanzati d’Europa. Produce oltre 2,8 milioni di articoli all’anno e ha un layout altamente automatizzato, con oltre 450 centri di lavoro. Nonostante si sia espansa a livello globale, Nobili resta a conduzione familiare.
Gessi. Fondata nel 1992 da Umberto Gessi e suo figlio Gian Luca in Valsesia, l’azienda ha contribuito a fare del rubinetto un oggetto di design. Minimalista con il celebre Rettangolo, più organica con modelli ispirati alla natura come Equilibrio, si distingue anche nel private wellness con sistemi per spa domestiche. Premi come il Red Dot Design Award ne hanno confermato lo status di eccellenza. Dal 2006 è una realtà multinazionale, con filiali commerciali in vari continenti.
Cimberio. Fondata nel 1957 a San Maurizio d’Opaglio da Giacomo Cimberio, è diventata un punto di riferimento nella produzione di valvole. Il simbolo è la Cim 70B del 1958, ancora in uso. Specializzata negli impianti domestici e fra gli inventori della valvola a sfera, oggi produce 100mila pezzi al giorno, esportando il 95% in 75 paesi. Completamente automatizzata, ha investito precocemente nell’Industria 4.0. L’innovazione più recente è l’integrazione di elettronica e ottone, con valvole intelligenti capaci di ottimizzare climatizzazione e consumi. Il progetto SmartCim, finanziato dall’Ue, ha già migliorato del 30% l’efficienza degli impianti, aprendo prospettive di risparmio fino al 70% in milioni di edifici.
L’articolo Dentro il distretto della rubinetteria del Lago d’Orta, da cui arriva il 15% della produzione mondiale è tratto da Forbes Italia.