Delitto Garlasco, la perizia dei pm: “C’era un’impronta di Andrea Sempio vicino al cadavere di Chiara Poggi”
- Postato il 20 maggio 2025
- Di Panorama
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Nel caso Garlasco, spunta un elemento che potrebbe riscrivere l’intera storia. A distanza di quasi 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la nuova perizia disposta dalla Procura di Pavia accende i riflettori su un dettaglio finora inedito: accanto al corpo della vittima sarebbe stata rinvenuta un’impronta della mano di Andrea Sempio. La notizia, rilanciata dai social del Tg1, riapre scenari inattesi su uno dei delitti più controversi della cronaca italiana.
Dell’impronta individuata sul muro si parla nella perizia agli atti dell’inchiesta, che – secondo quanto trapela – è stata anche al centro dell’interrogatorio odierno di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per il delitto.
Tre erano gli interrogatori previsti: quello di Stasi, che si è appena concluso, quello di Marco Poggi e quello di Andrea Sempio, che invece non si è mai tenuto. A spiegarne il motivo è l’avvocato di Sempio, Massimo Lovati: «Atto nullo, lo abbiamo comunicato alla procura. L’invito non conteneva l’avvertenza alla lettera D dell’articolo 375 del codice di procedura penale». La lettera D impone infatti che l’indagato sia informato della possibilità che il pubblico ministero ordini l’accompagnamento coatto in caso di mancata presentazione.
L’interrogatorio di Sempio era previsto per le 14, insieme a quello di Alberto Stasi e a quello di Marco Poggi, fratello della vittima, sentito a Mestre. «Un nuovo interrogatorio? Vediamo», ha aggiunto Lovati.
Nel frattempo, l’avvocata di Sempio, Angela Taccia, ha affidato ai social il suo commento, con un tono polemico e criptico: «Guerra dura senza paura. CPP we love you», accompagnando la frase con l’emoticon di una tigre e un cuore blu – riferimento al Codice di Procedura Penale e al presunto vizio di notifica. In un altro post ha scritto: «Lascia che l’oceano ti insegni che puoi essere sia calmo che caotico, gentile e forte».
Alberto Stasi invece si è presentato in tribunale entrando da un ingresso secondario, senza mai uscire dalla vettura. «Alberto non conosceva Sempio, assolutamente. Adesso andiamo a spiegare tutto ai magistrati», ha dichiarato il suo difensore, Antonio De Rensis, prima dell’audizione. Al termine dell’interrogatorio, durato quasi due ore e mezza, l’avvocato ha dichiarato: «Ha risposto a tutte le domande degli inquirenti». E ancora: «Non posso dire nulla, c’è un’indagine in corso, siamo molto soddisfatti». Poi ha aggiunto: «Dal primo giorno dico che ho fiducia in chi sta indagando».
De Rensis ha poi commentato così il riaprirsi del caso: «Non so se riscriveremo questa storia, so che la stiamo ridisegnando. Adesso vediamo questo disegno dove ci porterà, però c’è molta fiducia e molto rispetto per l’operato della magistratura che non credo operi sulla base di un’idea, come ho sentito, né tantomeno su tesi strampalate». E ha concluso: «Credo che sia un’indagine molto razionale, molto seria. Rispetto tutte le indagini, quelle del passato e quelle di adesso. Ci sono dei buchi in quelle del passato. Noi stiamo lavorando sperando di poter dimostrare che i fatti sono andati in maniera diversa, ma noi siamo spettatori. Questa è un’indagine della procura e noi la rispettiamo».
Ora l’attenzione si sposta sulla puntata de Le Iene in onda questa sera, durante la quale sarà trasmessa l’intervista integrale al supertestimone che ha contribuito a riaccendere i riflettori sul caso. Proprio grazie alle sue dichiarazioni, gli inquirenti hanno orientato le ricerche verso Tromello, un comune della Lomellina, in provincia di Pavia, dove in un canale sono stati ritrovati tre oggetti potenzialmente compatibili con l’arma del delitto: un attizzatoio, una mazzetta da muratore e la testa di un’ascia.