Delitto di Garlasco, tutto quello che (non) sappiamo sull’omicidio di Chiara Poggi

  • Postato il 15 maggio 2025
  • Di Panorama
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A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, una nuova pista potrebbe riscrivere la verità giudiziaria sul delitto di Garlasco. Un martello, rinvenuto in un tratto di roggia lungo circa trenta metri a Tromello, vicino a una casa di corte appartenente alla famiglia di Stefania e Paola Cappa, potrebbe essere l’arma usata il 13 agosto 2007. Il ritrovamento è avvenuto mentre gli investigatori erano alla ricerca di un attizzatoio da camino, altro oggetto ritenuto potenzialmente compatibile con le ferite della vittima.

Mentre Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva per l’omicidio, è ormai prossimo a completare la pena, la Procura di Pavia ha riaperto il caso con l’iscrizione di un nuovo indagato: Andrea Sempio. Accanto a lui emergono nuovi nomi, tra cui Roberto Freddi e Mattia Capra, amici di Sempio e del fratello della vittima, Marco Poggi. Un altro nome è quello di Antonio B., pompiere e amico di Daniela Ferrari, madre dell’indagato.

Nel fascicolo confluiscono anche 200 SMS di Stefania Cappa, depositati dalla Procura, e nuovi elementi che puntano su una festa in piscina organizzata nel luglio 2007, poche settimane prima del delitto di Garlasco. In un’intercettazione dell’epoca, riferita a Paola Cappa, si sente: «Odio gli zii, non voglio che vengano qui. Se io e Stefania siamo ridotte così è per questo».

L’arma del delitto di Garlasco

Il nuovo scenario investigativo ipotizza il concorso di terzi nell’omicidio, mettendo in discussione la ricostruzione giudiziaria che ha portato alla condanna di Stasi. Le ricerche dell’attizzatoio si affiancano a nuove analisi genetiche: una consulenza di parte ha attribuito a Sempio il DNA trovato sotto le unghie della vittima, risultato poi confermato dai periti della Procura. Sempio, 37 anni, già coinvolto e archiviato in passato, è ora formalmente indagato. Si è dichiarato estraneo ai fatti.

Il martello trovato nel canale di Tromello potrebbe essere compatibile con quello “a coda di rondine” di cui i Poggi denunciarono la scomparsa proprio il giorno dell’omicidio. All’epoca, nella casa accanto alla roggia viveva Cesare, fratello maggiore delle gemelle Cappa, ma durante l’estate del 2007 era in vacanza in Croazia.

Il canale di Tromello era già stato citato in una vecchia testimonianza rivelatasi inattendibile. Marco Demontis Muschitta, tecnico del gas, aveva dichiarato di aver visto una ragazza bionda — presumibilmente Stefania Cappa — allontanarsi in bici con un attizzatoio. Successivamente ritrattò, ammettendo di essersi inventato tutto, e fu denunciato (e poi assolto) per calunnia.

Il supertestimone

Ora c’è un nuovo testimone. Racconta quanto riferitogli da una persona ormai deceduta, che a sua volta era in compagnia di un’altra persona oggi scomparsa. Secondo questa catena testimoniale, Stefania Cappa sarebbe arrivata a Tromello con una borsa pesante, avrebbe chiesto le chiavi della casa di famiglia e subito dopo si sarebbe sentito un tonfo, come quello di un oggetto pesante gettato in acqua. La Procura, guidata da Fabio Napoleone con l’aggiunto Stefano Civardi e il pm Valentina De Stefano, dovrà ora valutare la credibilità di queste testimonianze, che al momento non risultano coerenti tra loro.

Le gemelle Cappa, Mattia Capra e Roberto Freddi

Stefania Cappa, oggi avvocata esperta di diritto sportivo e membro di commissioni disciplinari del CONI, era volontaria in ambulanza all’epoca dei fatti. Dal 2017 è sposata con il campione di equitazione Emanuele Arioldi. «Stefania è serena e impegnata tra lavoro e famiglia», racconta una fonte a Repubblica.

Paola Cappa, invece, è una food blogger che vive tra Milano e Ibiza. Su di lei pesa ancora la testimonianza di una bicicletta da donna, vista davanti alla casa dei Poggi la mattina del delitto.

Tra i nuovi testimoni c’è Mattia Capra, imparentato con Marco Capra, genetista consulente della famiglia Poggi. Capra ha dichiarato: «Escludo categoricamente di aver avuto amici in comune con Chiara Poggi e di aver conosciuto né visto il fidanzato della stessa». Il 13 agosto era in ferie dalla carrozzeria dove lavorava e sostiene di essere rimasto a casa, con la sola presenza saltuaria dello zio.

Roberto Freddi ha fornito una versione simile, ma le celle telefoniche smentiscono la loro presenza a Garlasco alle 9:58 di quella mattina. E fu proprio Andrea Sempio a informarli della morte di Chiara. I Poggi hanno dichiarato: «Tutti gli attrezzi del camino ci sono ancora», ad eccezione del martello, da tempo scomparso.

Perquisizioni e materiale sequestrato

Nel frattempo, sono proseguite anche le perquisizioni disposte dalla Procura di Pavia nelle abitazioni di Andrea Sempio, dei suoi genitori e di due suoi amici, Mattia Capra e Roberto Freddi, coetanei e all’epoca frequentatori della villetta di via Pascoli. Nessuno dei due è indagato. I carabinieri hanno eseguito perquisizioni anche Voghera, a casa di Sempio, dove i militari hanno ispezionato anche garage e sottotetto, seguendo indicazioni fornite dallo stesso indagato. Sono stati sequestrati dispositivi elettronici, chiavette USB, hard disk, telefoni, cd, quaderni manoscritti e documenti giudiziari la cui provenienza è da accertare. Un’altra perquisizione è avvenuta in via Canova a Garlasco, nell’ex casa della nonna di Sempio.

Gli SMS e la festa in piscina

Il settimanale Giallo ha rivelato che la Procura ha depositato 200 SMS scambiati tra le gemelle Cappa e un amico milanese. Secondo fonti investigative, molti messaggi contengono riferimenti al delitto. Combaciano con quanto dichiarato nel 2007 da Francesca, un’amica di Chiara: «Chiara mi ha parlato di una festa a cui si sarebbe dovuta recare in una villa con piscina».

Sempre nel 2007, un’intercettazione ambientale registrò Paola che confidava alla nonna: «Odio gli zii. Non li sopporto più. Mi hanno rotto. Non voglio che vengano qui. Se io e Stefania siamo ridotte così è per questa storia qua».

L’incidente probatorio e la nuova fase

L’indagine è stata riaperta dopo un’istanza presentata dai legali di Stasi, Giada Bocellari e Antonio De Rensis, supportata da una consulenza tecnica sul DNA. Il profilo genetico, inizialmente giudicato non interpretabile, è stato ora attribuito a Sempio anche dai consulenti della Procura. A marzo, Sempio si è rifiutato di fornire volontariamente un campione di DNA ed è stato sottoposto a prelievo coatto.

L’incidente probatorio è fissato per il 16 maggio davanti al giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli. Saranno conferiti incarichi ai periti della Polizia Scientifica per analizzare il materiale biologico e le impronte raccolte. Tra i reperti da esaminare figurano anche frammenti di un tappetino da bagno, contenitori alimentari e altri oggetti risalenti alla prima inchiesta.

Le posizioni dei protagonisti del delitto di Garlasco

La difesa di Andrea Sempio ha ribadito la totale estraneità del proprio assistito: «Andrea è sereno, non ha nulla da nascondere», ha dichiarato l’avvocata Angela Taccia. «Non esiste nessun rapporto tra lui e le gemelle Cappa». La madre di Sempio, convocata per essere sentita, si è avvalsa della facoltà di non rispondere e ha avuto un malore durante il colloquio. Lo stesso Sempio ha dichiarato ai giornalisti: «Sono innocente».

La famiglia Poggi, da sempre presente ma discreta, ha confermato: «Tutti gli attrezzi del camino sono ancora in casa», tranne un martello mai ritrovato. Le ferite sul corpo di Chiara sono sempre state compatibili con un oggetto contundente e compatto, come appunto un martello.

Con l’avvio dell’incidente probatorio, si apre ora una nuova e delicata fase tecnica. Finora il caso ha avuto un nome su cui si è concentrata la colpa, ma l’assenza di un’arma ha lasciato aperti dubbi che oggi tornano a galla.

Autore
Panorama

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